14 - Non sei più qui

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«AHIA!» Gridacchiò Nikolai balzando all'indietro. Si massaggiò la guancia e guardò male la ragazza.
«Fammi almeno spiegare!»

«Cosa dovresti spiegare? Mi hai chiesto di essere la tua ragazza quando ci siamo parlati a malapena due volte e sembrava che stessi per baciarmi, è già tanto se non ti prendo a calci» rispose la corvina, non mutando di una virgola la sua espressione.

Nikolai si riprese e si sedette su una delle scrivanie in legno antico di quella stanza, ancora con il broncio.
«Non volevo baciarti! E soprattutto vorrei che tu fossi la mia ragazza PER FINTA» scandì bene le ultime due parole assottigliando lo sguardo.

Akutagawa continuava a guardarlo scettica, tenendo le braccia incrociate al minuto petto.
«E perché mai dovrei farlo?»

«Perché ci guadagniamo entrambi! Io devo- levarmi dalla testa una persona e farle capire che non voglio stare con lei. Tu invece potrai far ingelosire Da- chi ti pare! Due colombe con un fucile»
Akutagawa sembrò in un primo momento aprire la bocca per correggerlo, ma subito ci ripensò.
«No. Non devo far ingelosire nessuno e di certo non lo farei con te»

Le labbra di Nikolai si piegarono in una linea dritta, prima di tornare al solito sorriso.
«Andiamo cara Ryu~ Davvero non ti importa che qualcuno di per nulla serio come Dazai abbia vanificato il tuo impegno e il vostro rapporto, per un nuovo kohai che nemmeno conosceva? Non ti senti tradita?»
Fece qualche passo verso di lei, cercando di studiarne la reazione. «Sminuita? Abbandonata? Umiliata?»

«Se non stai immediatamente zitto giuro che ti taglio le palle» rispose lei con una visibile voragine di dolore negli occhi color ossidiana e una punta di amarezza nella voce atona.
La sua esile figura era illuminata solo a tratti dalla luce del sole che penetrava dalle finestre, la sua pelle lattea risplendeva, era tesa e palesemente furibonda, ma rimaneva comunque composta come al solito.

Nikolai tacque, sapendo di aver toccato un tasto dolente.
Aspettò che la ragazza riprendesse a parlare ma il suo penetrante sguardo torvo sembrava solo infondere una sensazione insistente di repulsione e per un attimo, Nikolai fu tentato di uscire dalla porta per lasciarle la sua privacy.
Ma Nikolai era un dito nel culo vivente.

«Andiamo! Ricomincia da qui!»
Lei continuò a guardarlo a braccia conserte, sembrava diventare più minacciosa ogni secondo che passava, ma questo non destò comunque lo spilungone albino.
«Non sei stanca di... Tutto? Sei sempre arrabbiata, dentro hai un mondo di emozioni negative che ti sono state causate dagli altri. Non vuoi dimostrargli che tu sei più di questo? Oppure sei solo la sorella Akutagawa perennemente incazzata e sgraziosa? Non vuoi essere più felice?»
Ovviamente quel discorso non era farina del sacco di Nikolai. Lui non era per nulla empatico, era troppo rimbambito per accorgersi dei sentimenti delle persone. Era stato Sigma a dirgli cosa pensava che accadesse dentro la testa della corvina, lui cercava sempre di capire cosa avessero le persone, gli veniva anche istintivo riconoscere il più piccolo particolare che gli suggerisse lo stato umorale di qualcuno.

Akutagawa si spostò e si andò a sedere alla scrivania, i suoi passi privi di tono come al solito.
«Non mi interessa cosa pensa la gente di me» rispose quindi con voce nasale.
Tossì.
A Nikolai caddero nuovamente le braccia lungo i fianchi.
«Non è per gli altri! È per te! Ti aiuterò ad essere più aperta»
«Non mi interessa»
«Ascolta» disse allora Nikolai, più serio.

Si avvicinò alla scrivania e poggiò le mani su di essa, sporgendosi col busto verso di lei, il sorriso adesso sparito dalle sue labbra.
«Neanche a me piacciono le persone. Sono tutti ridicoli, soprattutto quelli della nostra età. Frignano per tutto e sono solo degli insulsi pezzi di carne che nella vita non fanno altro che rompersi il cazzo tra loro. La gente normale invece è proprio ristretta di cervello, il mondo è governato da teste vuote che pensano solo a come sembrare migliori di noi e a riempirsi le tasche. Fa tutto schifo, ma la nostra società si basa anche sulla nostra reputazione e su come ci rapportiamo alle persone. Io sono bravo a socializzare, mentre tu fai schifo. Tuttavia mi serve stare lontano da Dos-kun per non diventare un miserabile prigioniero dei miei sentimenti. Quindi se tu mi aiuterai a farlo allontanare, io ti insegnerò come rapportarti con le persone cosicché tu riesca ad ottenere quel che vuoi da loro. Non ti costa niente, puoi solo guadagnarci. Ora, vuoi aiutare un amico e farti una reputazione, oppure vuoi continuare ad essere un'emarginata perennemente incazzata che sarà sempre infelice?»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2023 ⏰

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