Non so chi chiamare. La polizia? Mi sembra, non so….stupido. Nel mentre che penso sul da farsi salgo in macchina e, senza nemmeno accorgermene, prendo la strada per andare al bar di Angelo. Parcheggio rapidamente (e alla perfezione devo ammettere) e mi precipito nel locale. Lo intravedo alla cassa e quando mi vede sorride felice ma, non appena nota i miei capelli in disordine e il fiatone, mi guarda un po’ preoccupato
<< tutto a posto? >>
<< la ragazza che ha testimoniato, mi è venuto in mente il nome! È Giulia Rizzi, l’amica di Rossella, la stessa con cui sono uscita il giorno prima di essere aggredita! Solo che quando era andata in commissariato aveva la parrucca credo, perché lei ha i capelli neri, per questo non l’avevo riconosciuta subito! >> dico (o meglio urlo) tutto d’un fiato
<< sei sicura? Oh amore bravissima sei geniale! >> mi abbraccia e mi bacia << dobbiamo dirlo alla polizia, il commissario Votta è in ospedale, hai sentito di Alessandro? >>
<< sì, è meraviglioso vero? >>
<< beh bisogna vedere…>> mi prende per mano e corriamo in macchina. Guida lui e arriviamo in ospedale il più velocemente possibile. Quando arriviamo nella camera di Alessandro (dopo cinque piani a piedi di corsa, maledizione!) vediamo con lui una Rossella raggiante e un commissario Votta impaziente circondato dai genitori dei due. Abbraccio Rossella e Alessandro, stando attenta a non guardare o urtare tutti i vari fili che gli escono dalle braccia. Dopodiché Angelo ed io prendiamo in disparte il commissario per raccontargli dei miei sospetti su Giulia
<< in effetti non ho mai pensato di fare delle analisi anche alla testimone…>> ammette imbarazzato
<< beh, non poteva sapere del legame tra lei e Rossella, non la considerava un problema >> cerca di consolarlo Angelo << Alessandro ricorda nulla? >>chiedo ansiosa
<< non lo so, i medici mi hanno impedito di fargli domande, sapete potrebbe essere rischioso stressarlo in queste condizioni… ad ogni modo farò fare subito degli esami alla signorina Rizzi, grazie per il consiglio signorina Franchi >> proprio in quel momento entra Giulia e abbraccia Rossella con le lacrime che le inumidiscono le guance. Io e lei ci guardiamo per un momento: dobbiamo fare finta di niente, come se non sospettassimo di nulla. Rossella recita bene la sua parte, ma adesso non posso non notare quanto i suoi atteggiamenti sembrino falsi. A stento le sorrido mentre si avvicina a me e inizia a parlare di qualcosa. Non la ascolto, sorrido e annuisco mentre, con la coda dell’occhio, guardo come reagisce Alessandro: sta guardando Giulia con gli occhi socchiusi, come se ricordasse qualcosa. Tuttavia infrange le mie speranze quando abbassa lo sguardo confuso e scuote leggermente la testa. Il commissario prende in disparte Giulia e le parla a bassa voce, ma posso intuire quello che le sta dicendo. Ci salutano e se ne vanno
<< dove la porta? Non ha nemmeno assaggiato un po’della mia torta…>> dice un po’ delusa la mamma di Rossella
<< oh lo lasci perdere, meglio che se ne siano andati, così c’è più torta per noi! >> dico per distrarli e portare un po’ di allegria.Angelo ad un certo punto mi sussurra all’orecchio << vieni da me, a casa mia >> arrossisco all’idea. Sono stata nel suo appartamento una sola volta e mi piace molto. L’ha arredato con mobili stile contemporaneo-moderni, veramente di buon gusto. Accetto senza esitare. Quando arriviamo a casa sua mi tira via il giubbotto delicatamente e lo mette nell’armadio
<< domani ti passo a prendere per andare a lavoro >> gli comunico
<< perché? >> mi chiede perplesso
<< hai lasciato l’auto al bar e non ti faccio prendere il pullman per andare a Brescia, caro mio >> gli spiego con semplicità. Lui si avvicina a me e mette le mani sui miei fianchi, sorridendo << non intendevo quello: credi veramente che ti lascio andare a casa stasera? >>
<< non ho il pigiama >>ridacchio
<< non servirà fidati >> mi fa l’occhiolino.Mi sveglio nel suo letto a causa di un cellulare che squilla. Mi giro per cercare la fonte del rumore e individuo il telefono di Angelo sul mobile. Sullo schermo c’è scritto il nome “Rossella”
<< pronto? >> borbotto assonnata
<< Sofia?! >> dice Rossella incredula
<< no, la fatina dei denti >> mi alzo delicatamente, senza svegliare Angelo, mi infilo una sua maglietta e vado in cucina
<< che ci fai da lui?>> sibila la mia ingenua amica
<< no nulla, sono la sua donna di servizio >> sono troppo assonnata per essere gentile ma il mio sarcasmo non la turba, anzi la fa scoppiare a ridere << volevo solo dirti che stanno interrogando Giulia >> mi comunica
<< ah si? Tu come ti senti? >>
<< non so… scombussolata. La credevo una mia amica e invece…>>
<< ehi calma, magari è innocente! >> la consolo
<< il commissario Votta mi ha detto quello che pensi e il tuo ragionamento non fa una piega >> ammette con voce triste
<< beh allora se ho ragione, meglio perderli amici così no? >>Ritorno nel letto e metto a posto il telefono. Angelo è sveglio
<< chi era? >> borbotta
<< Rossella, stanno interrogando Giulia, dopo vado da lei in ospedale vieni anche tu? >>
<< ovviamente >> mi bacia il collo e le spalle << buongiorno amore mio >>A quanto pare i medici hanno acconsentito al commissario Votta di fare l’interrogatorio ad Alessandro (probabilmente perché li assillava in continuazione) visto che ci ha detto di andare in commissariato. Ci siamo incontrati lì verso le tre e ci ha accolto il commissario Rex in persona
<< ho appurato la versione del signor Spiazzi secondo il quale la colpevole aveva suonato al campanello quel giorno >> inizia il commissario, sedendosi sulla poltrona del suo ufficio << non portava il passamontagna, quindi lui l’ha fatta entrare e, mentre era girato, la signorina Rizzi lo ha stordito con un fazzoletto imbevuto di cloroformio. Infatti era impossibile che fosse riuscita a sopraffarlo in uno scontro diretto e non c’erano segni di lotta, per cui la versione combacia >>
<< certo che combacia >> sibila Rossella. Mi scappa una risatina
<< ad ogni modo, bisogna attendere il rapporto dell’interrogatorio della signorina Rizzi >> conclude stizzito e guardandosi l’orologio, pensieroso << lo stanno facendo in questo momento, volete andare? >>
ci alziamo e il commissario ci porta, attraverso una serie di corridoi grigi illuminati dalla chiara luce delle lampade al neon, in un grande ufficio, dove su una parete si trova uno schermo: dall’altra parte si può vedere l’interrogatorio in corso e alcuni agenti stanno osservando la scena. Uno di loro si gira quando entriamo, ma a parte lui nessuno ci degna la benché minima attenzione. Stringo la mano a Rossella e la guardo. Lei ha lo sguardo fisso sullo schermo ma non riesco a decifrare la sua espressione: è arrabbiata? Triste? Delusa? O forse tutte queste tre cose insieme?
Man mano che ci avviciniamo riesco a sentire Giulia che parla
<< …la odio, continuava a lamentarsi della sua vita, come se fosse la peggiore di tutte, ma lei è amata da tutti e non se ne rende conto. È una stupida ragazzina viziata>>
<< è per questo che ha ucciso i suoi amici? >> chiede l’agente che la sta interrogando
<< certo che no, è un motivo superficiale! Già dal primo giorno l’ho odiata, lei invece continuava a starmi addosso. Alla fine ho fatto finta che mi stava simpatica. Ma giuro che per tutti questi anni ho represso l’istinto di strangolarla… >> sento Rossella singhiozzare accanto a me
<< vuoi andartene? >> le chiedo, ma lei fa cenno di no con la testa
<<…farle capire che la sua vita non era ancora orribile come lei pensava: volevo prima colpire il suo amante per creare i primi sospetti>> guardo di traverso il commissario Votta ma non se ne accorge <<… poi la sua collega, la odiava, così i sospetti su di lei sarebbero aumentati. Se la polizia non ci avrebbe creduto, avrei colpito nuovamente quando era in libertà e il suo fidanzatino una volta si è comportato maluccio con me >> ridacchia come una pazza, con i capelli spettinati che le coprono gli occhi << adesso tocca a me fare le domande, me ne avete promessa una! >> esclama, preda di una sorta di follia, forse la stessa che l’ha portata ad uccidere
<< si ha ragione. Cosa vuole sapere? >> chiede con tono calmo l’agente
<< cosa mi ha tradita? >>
l'uomo fa una pausa e guarda nella nostra direzione, cosciente della presenza di altre persone ma incapace di vederle << la signorina Franchi, si è ricordata di quando l’aveva incontrata in commissariato >>
<< ah si quella!! Avrei ucciso anche lei, la odio quella... >> ometto l’appellativo con cui mi ha chiamata per ovvie ragioni << Rossella mi ha fatto una testa così di quella donna. “oooh la mia migliore amica è fantastica, di qua e di la” >> imita Rossella in falsetto << poi da quando si è fidanzata con Angelo…il mio Angelo…>> sussurra con voce triste
<< il suo cosa?! >> sbotto
<< se fossi riuscita ad ucciderla, Rossella ne sarebbe stata distrutta! Era un piano perfetto, mi sarei gustata la sua disperazione, la sua lenta discesa nell'oblio…>> mormora eccitata Giulia “mio Dio questa è pazza!”
<< va bene. Dunque ammette di aver ucciso lei Andrea Riccardi, Lucrezia de Luca e di aver tentato di uccidere Alessandro Spiazzi e Sofia Franchi? E di aver usato come arma il veleno di Echis carinatus comunemente conosciuta come vipera rostrata-squamata? Tra l’altro come si è procurata tale veleno? Questa vipera non è presente in Italia…>>
<< no che non si trova qui, idiota! Lavoro nel Corpo Forestale dello Stato, reparto di erpetologia, come pensi me lo sia procurato?! >> non avevo sentito parlare Giulia con una voce così… inquietante
<< certo. Scusi. Dunque ammette di aver fatto ciò? >> si affretta a chiedere il poliziotto
<< si! Lo ammetto, sono stata io! e ne vado fiera >> dichiara con un tono di superiorità.