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Ella's pov
Feci una doccia fredda e andai subito a vestirmi, volevo vedere come si allenavano gli Avengers.
Appena finii di prepararmi iniziai a cercare la palestra, quel posto era enorme e non avevo ancora trovato nessuno che potesse darmi delle indicazioni -hai bisogno di aiuto?- mi voltai velocemente verso la voce -grazie al cielo qualcuno che mi aiuta- andai verso Thor -cerchi qualcuno?- il biondo venne verso di me sorridendo -cerco la palestra o meglio cerco Steve- non lo chiamavo sempre zio non mi piaceva molto -dai ti accompagno io- cadde un silenzio alquanto imbarazzante ma facevo finta di nulla, fin quando il ragazzo biondo che camminava davanti a me si fermò -siamo arrivati Ella- sorrisi ed aprii la porta, nessuno mi notò così decisi di sedermi poggiando le spalle al muro ed osservare.
Dopo quasi 20 minuti a dire la verità mi ero stancata, non so cosa mi aspettassi di vedere, decisi di prendere il telefono e scrivere a Jonathan, la conversazione andò a finire in una lite perché non gli avevo scritto appena ero atterrata a New York, spensi il telefono e decisi di uscire a fumare.
Trovai un balcone e appena uscii mi arrivò la chiamata da Jonathan, che si aprano le danze, ero pronta a litigare ed ero sicura che avrei alzato parecchio la voce -hai voglia di litigare?- sentii uno sbuffo -avresti dovuto avvisarmi- roteai gli occhi -cosa non hai capito di "avevo il telefono scarico"?- sputai quelle parole con acidità -in un'ora non si è caricato?- sbuffai sonoramente -magari ho fatto una doccia ho messo apposto le mie cose?- ero sarcastica e sapevo che lui odiava quando rispondevo così -sai che mi da fastidio- in quel momento esplosi -E ALLORA DIMMI C'È QUALCOSA CHE TI VA GENIO?- accesi la sigaretta che avevo in mano da troppo -sei una bambina te ne rendi conto?- la rabbia arrivava era troppa per non urlare o per restare calma -NON SONO UNA BAMBINA JONATHAN, NON POSSIAMO RIDURCI SEMPRE A LITIGARE CAZZO- non gli feci aprire bocca -IMPARA LA PAZIENZA È UNA VIRTÙ CHE NON HAI- gli staccai il telefono in faccia, posai le mani sulla ringhiera e la strinsi tanto fa far diventare le nocche bianche, presi l'ultimo tiro dalla sigaretta e la gettai, decisi di rientrare, appena mi voltai vidi qualcuno davanti a me, non poteva essere, sicuramente lo stavo immaginando -potresti perdere la voce- rimasi pietrificata alla vista del dio dell'inganno -dico sul serio bellezza- il dio rise ed andò via.
Perché Loki era qui? Insomma qualche anno fa aveva distrutto New York e ora era con gli avengers? Non doveva essere in prigione ad Asgard?
Andai a cercare mio zio, avevo bisogno di spiegazioni e magari una spalla su cui piangere.
-Steve?- lo chiamai con voce tremolante -Ella che succede?- si avvicinò a me e mi posò una mano sulla spalla -perché Loki è qui?- Steve sorrise -sta con noi ora- aggrottai le sopracciglia -perché non lo sapevo?- lo guardai negli occhi -ancora non ha partecipato a nessuna missione, diciamo che è in prova, Thor sostiene che sia cambiato- annuii senza rispondere e lui continuò -ma non è questo che ti turba vero? Si tratta di Jonathan? Devo spaccargli la faccia?- mi scappò un sorriso -no, non devi, è solo preoccupato- vidi Thor spuntare dalle spalle di Steve -ho sentito che dobbiamo spaccare la faccia a qualcuno- scossi la testa -non dovete fare nulla- sorrisi, l'omone biondo mi stava molto simpatico, dal nulla una voce metallica interruppe i miei pensieri -Cap! Nel laboratorio ora- mi guardai in torno e non vidi nessuno -Tony- sussurrò.
Rimasi sola con Thor -beh se vuoi ti faccio fare un giro, non ho nulla da fare-

-Questa è la cucina- con la mano mostrò la stanza e poi continuò -e adesso il mio posto preferito, vuoi fare le scale o vuoi andare in ascensore?- finsi di pensarci realmente e risposi -ascensore- Thor scoppiò a ridere.
La vista era spettacolare, il tramonto era bellissimo, il sole calava e creava dei colori spettacolari che illuminavano i grattacieli.
-penso che verrò spesso qui- camminai verso il bordo della "pista d'atterraggio" -fai attenzione- disse prendendomi il polso -qui quello immortale sono io- risi -devo ammettere che è un bel teatrino fratello- ci girammo verso la voce e Dio, ma nel vero senso della parola, Loki sorrideva e dovevo ammettere che era davvero una visione Divina -non ci siamo presentati- dissi ferma -sono Ella- mi avvicinai con la mano puntata verso di lui nella speranza che la stringesse -c'è bisogno che io mi presenti?- abbassai la mano capendo che non avrei ricevuto la stretta -no ehm non credo- non so dov'era finita la mia sfacciataggine -Loki andiamo non mettere in imbarazzo la nipote di Cap- Thor si mise al mio fianco -non lo sto facendo, fa tutto sola- non so perché ma il mio viso andò a fuoco -e so di essere una visione divina signorina- sussurrò quelle parole al mio orecchio per poi voltarsi ed andare via, sospirai.

-Ella- la voce di Steve ruppe il silenzio della mia stanza -è pronta la cena, potrai conoscere gli altri- chiusi il libro e seguii Steve, non c'erano tutti e forse la cosa mi calmava un po', ero davvero in imbarazzo ma non comprendevo il motivo -ella loro sono Tony, Natasha, Clint e Pepper- sorrisi -poi Thor lo conosci già- rimasi in piedi -io sono Ella- Clint si alzò e venne verso di me porgendomi la mano -un piacere Ella- sorrisi timidamente abbassando lo sguardo -siediti dai- Nat intervenne ed io feci come aveva detto.
C'era un posto vuoto e mi domandai se fosse quello di Loki -Ella non mangi?- guardai Tony ed arrossii -ehm manca qualcuno- con lo sguardo indicai la sedia -starà leggendo- intervenne Thor -vuoi andarlo a chiamare?- la forchetta mi cadde dalle mani -devo?- sussurrai -non per forza El- tutti risero ed io andai nuovamente a fuoco -va bene vado- mi alzai ed andai verso la sua stanza, che Thor mi aveva mostrato in precedenza, arrivata lì davanti mi bloccai ma la mia mano si alzò da sola, bussai alla porta ma non ottenni risposta, decisi di andare via e lasciar perdere ma poi sentii la serratura scattare, mi voltai per guardare il Dio del caos -è pronto, siamo tutti a tavola- dissi quasi in un bisbiglio -non so perché ma il tuo imbarazzo fa si che io sia ancora più sfacciato, mi diverte- diceva quelle parole avvicinandosi lentamente verso di me con le mani dietro la schiena, alzai la testa e lo fissai negli occhi -immagino- dissi tenendo il suo stesso tono di voce -oh non farlo- scosse la testa e la sua bocca si curvò in un ghigno -non immaginare- era terribilmente vicino -la tua immaginazione viaggia più di quanto tu faccia credere- avvampai ed abbassai lo sguardo -io.. ecco io..- non riuscivo a dire nulla -Ella... Ella... sono onorato dai tuoi pensieri- ero bloccata tra lui ed il muro dell'immenso corridoio -io non so pensando a nulla- mentii -non mentirmi, nessuno può ingannarmi- era troppo, non capivo il motivo ma sentivo le gambe incredibilmente fragili -Loki- sussurrai guardandolo negli occhi -se riesci dopo questo scendi, perché non voglio che il mio pasto si freddi- alzai il ginocchio per poterlo colpire ma lui si spostò velocemente -non si fredderà- iniziò a camminare verso la sala da pranzo ed io rimasi lì come un'ebete

Origin /Loki Laufeyson\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora