Il mattino seguente mi svegliai prima del solito, consapevole che da lì a poco avrei rivisto Matthew Harris. Mi impegnai a fare la tipica routine mattiniera con estrema calma e quasi con devozione, attenzionando ogni minimo particolare per apparire al meglio. Spruzzai addosso anche qualche goccia di profumo, nonché il mio preferito, "Crush" firmato Victoria Secret's. Ero particolarmente affezionato a quel profumo, quell'odore floreale di peonia, così fresco e speziato misto con pepe rosa, mi faceva sentire davvero sensuale. Mi fu regalato da mio padre concluso il liceo, come regalo della promozione. Il suo intervento serviva solamente nelle occorrenze che reputavo particolari e questo pensiero mi fece scappare un sorrisetto "Usare solo nelle occasioni speciali" pensai tra me e me, riponendo la piccola boccetta rosa sul ripiano del bagno.
Sally dormiva ancora, ed io ero altamente in anticipo, non appena la stanza fu inebriata dall'odore del caffè che era salito nella moka la mia amica iniziò ad aprire gli occhi.
«Buongiorno cucciola» le gettai uno sguardo amorevole mentre versavo il caffè nelle piccole tazzine «Quanto zucchero?»
«Buongiorno» contraccambiò quasi in maniera indecifrabile, poiché le parole le uscirono assieme ad uno sbadiglio simile ad un ruggito. «Un cucchiaino grazie. Ma che ore sono?»
«Siamo in largo anticipo, mi sono svegliata abbastanza presto questa mattina, non ti abituare a questo servizio in camera però!» le porsi il caffè mentre si sedeva incrociando le gambe e poggiando la schiena sulla spalliera del letto.
«E questo profumo? Cos'è? L'effetto Harris?»
«Mmm... è possibile. Mi sono svegliata con il piede giusto probabilmente»
«Cass, come ti ho già detto, tieni gli occhi aperti, tuttavia, hai la mia completa benedizione, come sempre, ma per me quell'uomo è ancora indecifrabile, fin quando non capiremo cosa ha in mente è giusto che tu non faccia il passo più lungo della gamba, anche perché potresti rischiare guai seri» per quanto Sally potesse sembrare un po' svampita e istintiva era davvero una ragazza molto intelligente, innamorata dell'amore ed era perpetuamente alla ricerca di esso. Era molto riflessiva e selettiva e le sue parole nei miei confronti erano dettate dal bene che mi voleva, ed io non potevo desiderare amica migliore di lei.
«Secondo te dovremmo indagare sulla donna che era con lui alla festa?» ed eccola di nuovo lì, focalizzata perfettamente nella mia mente, la donna che era assieme a lui terribilmente vicina, gli occhi grigi e la pelle perfetta.
«Forse era solamente un'insegnante o una sua amica, non credi?» Sally poggiò la tazzina di vetro sul tavolo ed era intenta a scegliere i vestiti da indossare.
«Certo, questo non è da escludere, però secondo me erano troppo vicini» la gelosia si impossessò totalmente di me, mi sedetti sulla piccola poltroncina imbottita della nostra stanza, gettando via uno sbuffo come ad esorcizzare l'ansia dal mio corpo.
«Cassy, è la gelosia che ti fa parlare. E poi, permettimi di dirtelo, ma a te non dovrebbe importare molto. Non lo conosci nemmeno, non sai nulla di lui, avrà anche il diritto di avere una compagna, nel caso lei fosse, non credi?» quelle parole furono come doccia fredda per me. In effetti, non lo conoscevo affatto, ma tutto mi portava a pensare che lui non avesse alcuna relazione e le sue attenzioni nei miei confronti non potevo averle immaginate.Finita la lezione uscimmo dall'aula di Fotografia Digitale, era il primo giorno di questa materia così affascinante e meravigliosa ed ebbi un ottima impressione del professore Ridley che sembrava davvero un uomo preparato e inoltre bravissimo nell'insegnare, un po' superbo ma bravo. Ero emozionata all'idea di dover intraprendere questo corso, ci mostrò gli argomenti di tecnica digitale che avremmo dovuto trattare parallelamente ai corrispettivi di fotografia analogica e ci parlò del materiale che avremmo dovuto consegnare alla fine delle lezioni per superare l'esame finale, ovvero quattro fotografie legate tra di esse da un unico tema: "L'esperienza della luce" La fotografia tra ombre e bagliori, tra realtà e visione, naturalmente avevo già portato con me da casa la mia amatissima Canon;
Era l'ora di pranzo e con Sally mangiammo qualcosa al volo, prima di raggiungere la lezione di Storia dell'Arte.
Il momento era arrivato, a passo lento e irresoluto mi dirigevo verso l'aula, dove ad attenderci vi era Harris, bello come sempre intento a scrivere qualcosa sulla lavagna. Andai a prendere il mio solito posto in alto dell'auditorio lontana dalla cattedra. Lui indossava una camicia bianca a strisce beige, gli stava talmente bene che ad ogni gesto su quella lavagna lasciava intravedere il bicipite sodo. Era uno che si teneva in forma, e questo l'avevo notato quando lo vidi fare jogging al parco dell'EF. Memorizzavo ogni particolare della bellezza di quell'uomo, era impossibile fosse così perfetto. Fui portata alla realtà non appena Mr.Bellezza mise via il gessetto e iniziò a parlare. "L'impressionismo – Parigi – 1860" era scritto a lettere cubitali bianco su nero sulla lavagna. Presi il quaderno degli appunti e lo poggiai sul piccolo banchetto davanti a me, cominciai a scrivere frettolosamente tutto ciò di cui Harris parlava, accantonando i pensieri peccaminosi che avevo guardando i suoi bicipiti e la voglia irrefrenabile di averlo mio.
«Manet, Monet, Renoir, Degas, Cezanne, Sisley, loro sono i maestri dell'impressionismo. Un gruppo di artisti coraggiosi che decise di lasciarsi alle spalle il buio dei loro atelier per scendere in strada a dipingere e raccontare in modo personale e inconfondibile la loro città, la così detta pittura "en-plein-air". Nasce in contrapposizione all'arte accademica dell'epoca, sfidando la critica con opere apparentemente incomplete, spesso realizzate in poche ore. Tutto quello che osservano, con amore e dedizione, lo riportano sul quadro senza trascurare i dettagli più umili, il disegno di una corteccia, di una foglia, di un ramo» Fece un lungo respiro, pendevo dalle sue labbra come se ogni parola catturasse pezzo per pezzo ogni singola parte della mia coscienza, poi, proseguì «Gli artisti si rendono conto che la realtà è mutevole, non è mai uguale a sé stessa, ed è in continua trasformazione. Gli impressionisti amano, dunque, soprattutto ciò che è mutevole e... sfuggente.»
Le sue lezioni erano sempre così belle e complete in tutto, riusciva a catturare l'essenza e trasmettere la vera entità di ogni artista e della propria opera nel migliore dei modi. Era palese che mettesse l'anima nel suo lavoro e che fosse un vero amante dell'arte. L'ho ignorata per tutto questo tempo, non mi sono minimamente interessata a tutto ciò, la scuola non mi ha aiutata nemmeno e adesso mi ritrovavo qui ad amarla e ad avere fame di conoscenza.
Finita la lezione, ognuno di noi iniziò ad inserire dentro la propria borsa il vario materiale utilizzato per prendere appunti, chi un tablet, chi un computer portatile o chi, come me, semplicemente carta e penna.
Matthew Harris dopo averci congedati si diresse fuori dall'aula ed il mio cuore iniziò a battere forte nel sapere che da lì a poco l'avrei rivisto nel suo ufficio per prendere in prestito il "fantomatico" libro d'arte. Evidentemente, a suo parere, quello che stavo noleggiando in biblioteca non andava bene. E se fosse stato solo un pretesto per farmi andare da lui? In quale guaio stavo andando a cacciarmi? La mia testa stava trotterellando un po' troppo.
«Sal, devo fare un salto nell'ufficio di Harris per il libro, ci vediamo dopo d'accordo?» la mia amica mi guardò di sottecchi annuendo.
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Insegnami ad amare
RomanceCassidy Parker, amante della letteratura e dell'arte affronterà la sua nuova vita da studentessa all'Evergreen State College di Olympia, Stati Uniti. È una ragazza normale, timida ma con molta grinta, amante del vino e innamorata dei suoi personaggi...