Chapter 10

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Quando fui fuori dalla biblioteca era più o meno l'ora di pranzo, andai subito nella mia stanza, non avevo fame, non volevo vedere nessuno e l'unica cosa che desideravo era inebriarmi della sensazione calda che riusciva a donarmi la vasca da bagno, convinta che l'acqua riuscisse a rilassare le mie tensioni e sciogliermi i dubbi, cosa che non ottenni perché continuavo a pensare alle labbra morbide di Mr.Harris che si posavano dolcemente sulla mia guancia "Ma è quello che desideri!" mormorò l'importuna vocina del mio subconscio, dovevo riuscire a tenere libera la mente, preparai una tisana alla liquirizia e la poggiai sulla scrivania accanto al mio laptop già aperto, andai ad aprire i libri che presi in prestito da quella biblioteca maledetta e iniziai ad approfondire gli argomenti di filosofia, nella speranza che per qualche ora sarei riuscita a distaccarmi dalla realtà. Leggevo, sottolineavo e riportavo al computer. Riuscii nel mio intento per un po', fuori era quasi il crepuscolo quando il mio studio fu disturbato da qualcuno che bussava insistentemente alla mia porta, nel momento in cui l'aprii due occhi azzurri mi fissavano intristiti, Ryan era lì di fronte a me a pezzi.
«Entra» lo invitai ad accomodarsi nella mia stanza, richiudendo la porta alle mie spalle «Che succede?» gli indicai il divanetto collocato di fronte la grande vetrata incitandolo a sedersi.
«Cass, sono stato uno stronzo lo so, tu devi perdonarmi per la mia sfacciataggine, ma non riesco a resistere alle tue labbra» si lasciò cadere sul divano e si portò le mani sul viso in segno di evidente afflizione.
«Ryan, non è successo nulla di male. Francamente spettano a me delle scuse se in qualche modo ti ho ferito o illuso» mi calai dolcemente su di lui, quasi in ginocchio, scostandogli le mani che coprivano la sua faccia.
«Non ho alcun tipo di possibilità con te, vero?» i suoi occhi erano fissi nei miei, non potevo negare che fosse davvero bello, i capelli corvini gli ricadevano dolcemente sulla fronte, gli occhi color del mare, profondi e pieni di dolcezza ed un viso pulito gli regalavano una bellezza fuori dal comune.
«Mi dispiace» calai lo sguardo addolorata non riuscivo a guardarlo mentre soffriva, Ryan si alzò di scatto, dirigendosi a passo svelto verso la porta, spalancandola
«Nessun problema, fa come se non fosse mai successo» la sbatté così forte che quasi percepii i muri vibrare, mi sedetti sfinita sul mio letto. Non avevo intenzione di ferire Ryan, non meritava un trattamento del genere ma non meritava nemmeno una ragazza così problematica come me, non potevo mai essere sua e lui non era l'eroe romantico che leggo nei miei amati libri di letteratura inglese. Ritornai alla mia postazione, provando a riprendere lo studio da dove lo avevo lasciato, scacciando i mille pensieri che mi tormentavano, ma fu una disfatta perché i sensi di colpa mi sovrastavano.

Sally varcò la porta della stanza, spaventandomi e troncando bruscamente i miei viaggi mentali, sventolando una busta di plastica «Sono quii! E guarda un po' cosa ti ho portato» poggiò la busta sul tavolo rivelando il suo interno.
«Cibo cinese, come piace a te!» probabilmente avevamo un qualche collegamento telepatico, riusciva sempre a tirarmi su il morale anche non intenzionalmente, però ero contenta che ci fosse lì la mia migliore amica. Misi un po' di musica e apparecchiai la tavola, posizionando due calici di vino bianco ai lati dei piatti, Sally mi raccontò la sua fantastica giornata passata all'insegna del divertimento, Connor l'aveva portata in giro per i negozi e a visitare la città, le aveva pure regalato un pupazzo a forma di unicorno che aveva già posizionato sopra il suo letto. Lui era un ragazzo del quarto anno, molto carino e premuroso, a detta sua. Ero felice per lei, non si creava tanti problemi diversamente da me, le feci capire che ero molto contenta e la raccomandai al mio solito di stare attenta e di non essere molto frettolosa. Per quanto riguarda la mia giornata, mi limitai a raccontarle del bacio furtivo che mi diede Ryan e la sua successiva intrusione nella nostra stanza, ci misi qualche istante a trovare la voce e continuare a parlare.
«C'è altro che devi dirmi?» eravamo sedute una di fronte all'altra, ancora intente a cenare, prese la mia mano con la sua, accarezzando dolcemente le mie nocche, era telepatica, senza ombra di dubbio!
«Beh, c'è dell'altro in effetti. Subito dopo la tua chiamata ho incontrato Harris in biblioteca» la bionda spalancò gli occhi, voleva saperne giustamente di più.
«Mi ha proposto di incontrarlo nel suo ufficio per darmi un libro, poi non so spiegarti nei dettagli quale sia stato il meccanismo del nostro incontro fin troppo ravvicinato» a ripensare quel momento mi spuntò un mezzo sorriso sul volto, Sally era muta di fronte a me ma riuscivo a percepire la sua eccitazione nell'ascoltare il mio racconto.
«Me lo sono ritrovata ad un centimetro dalla faccia e mi ha stampato un bacio sulla guancia» inconsciamente portai la mia mano sul punto in cui il mio professore aveva poggiato le sue labbra, la sentivo bruciare ancora.
«Bene, bene, la bellissima Cassidy Parker affascinata dopo tanto tempo da un uomo! Ed io che ero convinta fossi asessuata!» non ero sicura, ma sicuramente un sorriso stava attraversando i lati della mia faccia. "Puoi dirlo forte amica!" di nuovo la vocina stridula dentro il mio cervello fece il suo ingresso.
«Non pensi che sia una notevole coincidenza trovarlo in biblioteca?» strinsi le spalle continuando a fissare Sally che teneva un sopracciglio alzato, non capivo cosa volesse dire, o meglio, non volevo capire.
«Gli piaci Cass! Era lì per vederti, non ci sono dubbi»
«Ammesso e concesso che sia come dici tu, quell'uomo mi inquieta e non poco. Si avvicina a me, mi lascia un bacio casto sulla guancia, lascia intendere strane cose con le sue frasi enigmatiche e poi fugge»
«Però è anche vero che il professore più bello e sexy, probabilmente dell'intero Evergreen, è affascinato dalla piccola Parker, non mi lascerei scappare quest'occasione se fossi in te» mi si accappona la pelle al pensiero che forse la mia amica poteva avere ragione.
«O magari, è abituato a fare in questo modo con tantissime studentesse ed io sono una delle tante vittime cascate nella sua trappola. Lo sai che verrà alla festa di domani?» cominciai a sparecchiare la tavola, buttando le varie buste nel cestino, Sally era andata a posizionarsi sul suo letto abbracciando il peluche che qualche ora prima le regalò Connor.
«Sì lo so, Connor mi ha detto che saranno presenti anche i professori, per questo ci sarà poco alcool. Magari è l'occasione giusta per vedere come si comporta in pubblico, no?» a quella frase mi sono subito immaginata una Cassidy in tenuta da investigatrice che spiava Mr. Harris, scena alquanto ridicola, non potei che sorridere a quest'immagine buffa.

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