Erano le sette e un quarto di mattina, dopo aver rimandato la sveglia per circa tre volte decisi di alzarmi.
Andai in bagno per lavarmi la faccia e dallo specchio notai che sotto i miei grandi occhi verdi vi erano due occhiaie immense, non avrei avuto modo di nasconderle totalmente, se non fare qualche assurdo patto col diavolo per avere un aspetto decente. I capelli non erano da meno, una chioma castana era arruffata e piena di nodi , sicuramente avrò fatto a botte con qualcuno in uno dei miei sogni assurdi. Dopo essermi pettina e resa pseudo-accettabile scesi al piano di sotto dirigendomi verso la cucina per fare colazione, quello era l'ultimo giorno in cui avrei potuto farla a casa mia.
Sarei andata all'Evergreen State College di Olympia, il mio alloggio si trovava al campus EF.«Buongiorno Cassidy!»
«Buongiorno mamma...»
Mia madre Rose, una bellissima donna di cinquantadue anni, non tanto alta, capelli castani e occhi castani, nonostante ci dicessero spesso di essere due gocce d'acqua non riuscivo a vedere la somiglianza, io mi rivedevo tantissimo in mio padre.
«Allora signorina? Non sei emozionata? Stai per partire a Seattle! Come farò senza di te?»
«Beh mamma, guarda il lato positivo: non dovrai più urlare la mattina per farmi scendere dal letto rischiando ogni giorno un'emicrania!»
«Sei proprio una scema» disse mia madre voltandosi e dirigendosi verso la cucina
«Mi mancherai anche tu mamma...»
Ed era la verità, per fortuna ad affrontare questi mesi lontana da casa ci sarebbe stata la mia migliore amica Sally. Ci siamo conosciute al terzo anno di liceo, lei frequentava un'altra classe, era una bellissima ragazza con lunghi capelli biondi ed occhi azzurri. Era molto popolare a scuola perché faceva impazzire gli uomini, un po' la invidio a dirla tutta. Lei era il mio opposto, molto estroversa, disinibita, faceva facilmente amicizia, io ero più taciturna, amavo stare nel mio e difficilmente mi andava a genio qualcuno.
«Cassidy è pronta la colazione!»
Davanti a me vi era una torre di pancakes allo sciroppo d'acero con sopra dei ciuffi di panna, vicino al piatto vi era un caffè in tazzina ed una spremuta d'arancia.
«Mamma...dovevi aspettare questo momento per prepararmi la colazione dei campioni?!»
«Zitta e approfittane, finché sei in tempo!»
Mi avventai sulla colazione, in cinque minuti avevo già divorato tutto golosa come sono.Sistemai le ultime cose nella valigia
«Lo spazzolino c'è...il caricabatterie l'ho preso... la macchina fotografica pure...i trucchi ci sono... Oddio stavo per dimenticare i libri ed i quaderni per gli appunti!»«Cassidy, amore sei pronta? C'è Sally che ti aspetta fuori» la testa di mio padre sbucò dalla porta della mia stanza.
Infilai frettolosamente le ultime cose nella valigia, presi il cellulare, il mio pacchetto di sigarette e corsi fuori da casa mia.
«Ehi signorina! Sei pronta a passare questi mesi da urlo assieme ad una persona fantastica? Cioè me?!»
Eccola lì, la mia migliore amica, bella come sempre.
«Questi mesi da urlo? Stiamo andando al college per s t u d i a r e ! E poi sei sicura di essere tu la persona fantastica?»
«Hai idea di quanti ragazzi, feste e uscite faremo? E comunque guardami! Sono la migliore amica che tutti sognano d'avere»
come suoi solito, aveva sempre poco tatto nel dire le cose, però questo suo lato mi piaceva.
«Sei davvero una stronza.» dissi incrociando le braccia nel petto e indicando con la testa i miei genitori che stavano a qualche metro di distanza da noi.
«Lo so che mi vuoi bene. Questa magliettina bianca che hai addosso non lascia spazio all'immaginazione, sei nuda!»
«Da quando sei così puritana?» brontolai.
«Da...» controllò l'orologio «Esattamente tre minuti. Ma adesso ho smesso. Sù, andiamo!»
Andai ad abbracciare mia madre e mio padre e li riempii di baci.
«Ciao mamma, ci sentiamo appena arrivo al campus. Fatti spiegare bene da papà come funzionano le videochiamate, così potremmo vederci lì»
Le si riempirono gli occhi di lacrime, odiavo dover lasciare mia madre in quelle condizioni.
«Tranquilla amore, adesso vai, divertiti, non ubriacarti, studia, smetti di fumare, non fare casini, state attente quando tornate la sera nella vostra stanza, guarda sempre a destra e sinistra quando attraversi la stra.....» La interruppi con un gesto della mano.
«Sì mamma, sì. Lo so, ho capito. Dimentichi che non ho più dodici anni, sta tranquilla. A più tardi, ti voglio bene.» le diedi un ultimo abbraccio e mi incamminai verso la macchina di Sally. Caricai la mia valigia nel bagagliaio dell'auto e partimmo.
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Insegnami ad amare
RomanceCassidy Parker, amante della letteratura e dell'arte affronterà la sua nuova vita da studentessa all'Evergreen State College di Olympia, Stati Uniti. È una ragazza normale, timida ma con molta grinta, amante del vino e innamorata dei suoi personaggi...