cigarettes

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"In che senso tornato?" domandò lei, mentre osservava distrattamente il panorama. 

"Beh, nel senso che ieri ad una festa l'ho intravisto, e questa mattina mi sono ritrovata con 50 suoi messaggi." replicai io.

"Mh." silenzio. Poi si girò verso di me. dicendo: " e se risolveste tutto? Non sarebbe meglio per entrambi? Non dico di diventare migliori amici o cose così, ormai non ci spero più, ma almeno capire qual è il problema e ignorarvi... una volta per tutte e con una ragione, almeno." 

"Bel consiglio. Come se fosse facile"

Lei alzò gli occhi al cielo, e si alzò per camminare. Le sue scarpe da ginnastica producevano un rumore fastidioso sul parquet, ma lo avrei sopportato: sapevo che si sarebbe fermata per osservare la città. Lo faceva sempre. 

Come avevo previsto si fermò, e sospirò.  "Tutti sappiamo cosa è successo."

"No. Non lo sa nessuno. Sono l'unica a sapere la verità."

Cleo mi guardò stupita. Le avevo mentito. 

***

Quello che è successo tra me e Louis è complicato. Ma soprattutto le cose non dovevano andare così. 

Eravamo sempre stati uniti, sin da piccoli. Ero dietro le quinte, quando andò a cantare ad x-factor. Eravamo l'uno l'ispirazione dell'altro.

Questo è quello che successe prima del giorno che avrebbe spezzato questa nostra perfetta armonia.

Eravamo appena usciti da scuola, e c'era la nebbia.

Indossavo dei jeans bianchi larghi e una maglietta grigia con una stampa degli Arctic Monkeys, mentre lui aveva delle bermuda nere e una maglia grigia con una scritta viola. 

"Pranzo?" mi chiese.

Annuii, e presi sottobraccio il mio skate. "Fish&Chips" dissi.

Dopo pranzo  andammo in una strada di campagna per usare gli skate. Ridevamo, eravamo felici, spensierati, rilassati. Era tutto più che perfetto. Lui aveva anche cantato. Ed ero stata io a spingerlo ad andare a x-factor. 

Ci sedemmo su un muretto, quella sera. 

"Sigaretta?" mi chiese, guardandomi negli occhi.

Sorrisi, mi appoggiai sulla sua spalla. Presi la sigaretta, aspirai e buttai fuori il fumo. "Sì."

Lui rise, mentre guardava la luna, con gli occhi che brillavano. "Domani sarà il grande giorno."

"Già" smisi di guardare la luna per osservare il suo viso dai lineamenti perfetti. "Ce la farai Lou. Lo so."

Il resto probabilmente lo conoscete. Ed è stato proprio quello a rovinare la nostra amicizia. Dovevamo fare il college insieme, diventare entrambi avvocato, e invece ero stata da sola per tutto il tempo. 

Non è stata colpa sua probabilmente: il management opprimente, i fan, i tour, eccetera; non potevo nemmeno immaginare come fosse. Ma poteva trovare il tempo per chiamarmi, o anche solo per passare a salutarmi di sfuggita. 

A quanto pare questo tempo lo trovò solo quattro anni dopo, ma io non ero disposta ad accettarlo. Ormai ero andata avanti, era solo un ricordo del passato per me, nulla di più. Perciò quando mi chiamò mi limitai a silenziare il telefono, esattamente come aveva fatto lui per quei quattro anni. 

Se c'era una cosa che doveva capire, era che ero completamente cambiata. Non ero più la skater che cantava a squarciagola (nonostante gli Arctic Monkeys fossero rimasti il mio gruppo preferito e ogni tanto mi capitava di canticchiare alcune loro canzoni). Ora ero una ragazza ricca, che aveva quasi finto l'università e amava divertirsi. 

Andava tutto bene finché non scoprii, pochi anni dopo, che la famosissima band della quale faceva parte si "era presa una pausa". Sapevo fin troppo bene  come funzionavano le cose: non sarebbero più tornati. 

Allora lì ho cercato di riavvicinarmi a Louis, per aiutarlo e confortarlo, ma lui non mi ha voluta. E ora, dopo cinque anni, ci siamo incontrati di nuovo.

***

Scossi la testa, in preda alla nostalgia. Mi alzai e mi appoggiai alla balaustra, e sorseggiai un po' di champagne. 

"Tra poco devo pranzare e andare in agenzia. Forse è meglio che tu vada." dissi a Cleo. Non era vero, volevo solo stare un po' da sola.

Ci salutammo piuttosto freddamente, e io guardai l'orologio: era già l'una, dovevo iniziare a preparare il pranzo. Misi un vinile nel giradischi e iniziai a far bollire l'acqua per la pasta. Dopodiché aprii uno dei cassetti e afferrai un barattolo con del sugo di pomodoro e basilico. 

Una volta che tutto fu pronto mi misi a tavola e mangiai mentre sfogliavo una rivista. Sparecchiai e mi diressi verso la camera. 

Indossai il mio bellissimo vestito bianco e allacciai la cintura stretta in vita, poi misi un filo di mascara e di lucidalabbra e afferrai distrattamente un coprispalla dall'armadio. 

Chiusi a chiave tutte le porte e mi avviai verso lo studio. Stavo per entrare quando sentii una voce familiare.

"Allora Di, ci rivediamo."


*SPAZIO AUTRICE*

spero vi sia piaciuto il capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate <3

love love love

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⏰ Last updated: Apr 06, 2021 ⏰

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