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Nella testa riecheggiano le parole del ragazzo, anche a distanza di qualche settimana.

Più ci penso più mi sento stupida.

Certo lì per li non avrei mai accettato ma visto in che condizioni mi trovo adesso non faccio che pensare che non avrei dovuto proprio pensarci due volte.

In queste settimane il trio non si è fatto più vedere, così il maiale ha pensato bene di mettermi ancor di più alle strette.

Per la stessa misera cifra oltre che mostrare il culo a dei pezzenti senza ritegno, mi tocca ripulire i bagni lerci a fine serata.

La situazione è insostenibile a tal punto di portarmi a pensare ad un'altra ipotesi di lavoro.
Ma il curriculum è vuoto, e la mia attuale "carriera" non mi consente una buona pubblicità.

Mentre scrosto una macchia di dubbia provenienza dal lavello, Franco sbuca alle mie spalle.

"Cambiati, svelta." Mi avverte, per poi sparire immediatamente.

Raggiungo i camerini e Frugo nel borsone in cerca degli "abiti" di scena.

"Quasi non ti riconoscevo con dei vestiti addosso" sobbalzo, trattenendo un urlo.

"Non dovresti stare qua. È un'area riservata ai dipendenti" mi rimetto a cercare nella borsa.

Sollevo l'intimo tra le mani, restando qualche istante ad osservarlo.
Non ne ho proprio voglia, speravo di aver finito per oggi, è già l'alba.

"Hai pensato alla mia proposta?" Avanza nella stanza.

Non pensavo fosse ancora valida, visto che non si è fatto più vedere.

Non posso credere di star pensando davvero di accettare.

Non credo di avere molte alternative.

"Sei stato molto vago.." voglio vederci chiaro.

Tolgo i tennis, e mi volto a guardarlo sventolando gli indumenti davanti la sua faccia. In modo che capisca che deve uscire così che io possa cambiarmi.

"Se non ti dispiace.." lascio la frase a metà.

"Non serve, ho chiesto io di vederti. E poi se accetti la mia proposta..." avanza nella stanza, fermandosi davanti a me "non dovrai preoccuparti di farti vedere in tuta... o nuda" attorcigliate due dita in una ciocca dei miei capelli.

Allontano il suo polso bruscamente.

"Cosa vuoi che faccia?" Domando poco garbata, incrociando le braccia al petto.

"Voglio che arrivi fin dove puoi con me, solo con me" le sue dita accarezzano il mio collo "Che balli e ti muovi per me, baci e scopi, se scopi, solo me." La sua voce roca e calda mi sfiora il viso.

Una sensazione di ardore mi travolge e sconvolge al tempo stesso.

Allunga una mano verso di me, ancor titubante la stringo piano.

Affare fatto.

Zitti e Buoni. //DAMIANO DAVID//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora