La sera mi trascino al locale di malavoglia.
Ho studiato molto, e non ho dormito per niente.
Sono distrutta.
Maledico i tacchi mentre mi sposto tra la folla.
"Hey!" Saluto Ethan seduto al bar.
"Non ti ho ancora ringraziato per l'altra sera, grazie" ricordo di aver lasciato la sua giacca nelle mani di Damiano con la promessa che l'avrebbe restituita lui."Non potevo non far nulla, solo il minimo. Anzi spero tu stia bene" annuisco sorridendo.
Noto in lontananza Dotty e un tipo che ci aveva avvicinato prima "scusa, devo tornare a lavoro" gli poso una mano sulla spalla e mi allontano.
Ci appartiamo in una stanza, Dotty avvinghia l'uomo mentre io me ne sto al centro della stanza a danzare per loro.
D'improvviso la porta si spalanca, ci voltiamo tutti colti di sorpresa.
"Vieni" dice solo, guardandomi.
Che maleducato, entra in una stanza senza bussare e da ordini.
I miei occhi si spostano su Dotty.
"Ce ne andiamo noi, tranquilli" parla il tipo, afferra la mano di Dotty e se ne vanno.
Dotty mi guarda come a volermi chiedere scusa, prima di chiudere la porta.
Resto ferma a guardarlo, mentre percorre la stanza e viene da me.
Mi porge una mano e mi invita a scendere dal piedistallo.
"Ho portato una cosa" ride, con la mano stretta ancora al mio polso, mi conduce al divano.
Esce qualcosa dalla tasca posteriore dei pantaloni prima di sedersi di fianco a me.
Sono delle matite da trucco?
Lo guardo interrogativa.
"Ho solo queste, sono quelle che uso per andare in scena. Hai detto che studi queste cose, perciò truccami" mi porge gli oggetti.
Vorrei rispondere a tono che non ho bisogno di dimostrare quello che sto studiando, che non voglio mischiare il mio attuale lavoro con quello che voglio fare davvero.
Ma sono troppo esausta, non voglio litigare, voglio pensare che sia un gesto carino nato dal semplice gusto di dover passare del tempo insieme, quasi costretti.
"Scusa, ma c'è una cosa che prima devo fare" mi chino in avanti sotto il suo sguardo attento e sfibio il gancio del sandalo che mi tormenta da tutta la sera.
Quando sto per togliere l'altra scarpa, le sue dita sfiorano le mie, sulla caviglia.
Proprio come quella volta, mi bacia la gamba e sfila la scarpa.
Deglutisco per il contatto visivo insistente.
Presa da una scossa mi alzo in fretta, afferro le matite dalle sue mani e mi posiziono in piedi, tra le sue gambe divaricate.
Spingo la sua fronte indietro, sorride, forse sono stata troppo rude.
"Chiudi gli occhi" fa come dico, mi perdo un attimo ad osservarlo, il pomo d'adamo in bella vista lo rende sexy, la mascella pronunciata, le labbra carnose, il naso irregolare.
Comincio a colorare le palpebre di nero, sfumando con le dita.
"Stai fermo" un sorrisetto si fa largo sul viso sereno del ragazzo. Mi sporgo in avanti poggiando il ventre sul petto di lui per mantenermi in piedi meglio, il ginocchio tocca il cuscino del divano in mezzo alle sue gambe.
"Attenta.. sempre che ci vai vicino.." si lamenta visto la vicinanza del mio ginocchio con le sue preziose palle.
Sorrido, al pensiero che possa aver paura di una mia mossa sbagliata.
Appena finisco entrambe le palpebre, disegno il contorno delle labbra, la mia mente gioca brutti scherzi vagando sui ricordi di quando ci siamo baciati.
Sento un calore improvviso alle guance, e ringrazio mentalmente che i suoi occhi sono ancora chiusi.
Le mie dita sfiorano le sue labbra per togliere il nero in eccesso e noto in basso il pomo d'adamo fare su e giù.
Muove le labbra come a mandare un bacio e le sue mani stringono i miei fianchi.
Trattengo il fiato "finito" sussurro.
Apre gli occhi penetranti di un colore misto, in contrasto con il trucco scuro brillano.
Muove la testa avanti poggiando la fronte nel mio petto, afferro i suoi capelli con le dita, tirando un po' le punte.
Lascia un umido bacio sul petto, in mezzo al mio seno, rabbrividisco.
Mi fissa, le mani strette ancora ai miei fianchi mi spingono verso di lui, mi mette a sedere sulle sue gambe.
La testa sul suo petto, le sue mani nei miei capelli.
"Ti va di parlare un po'?" La sua voce roca mi culla, mentre il ritmo del suo cuore mi rilassa.
Non rispondo.
Sto scrivendo il capitolo 12 con tanta fatica )'; e.e avete visto il live e meet &greet di rtl? Sappiate che le "stanze rosse" le immagino un po' così con molta meno luce xD
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Zitti e Buoni. //DAMIANO DAVID//
Short StoryNon avere le forze neanche per ribellarsi. Non avere niente da perdere ne da conquistare. Ed in silenzio accettare. Zitti e buoni. COMPLETA.