Spengo la cicca con la punta dello stivale sull'asfalto e svelta raggiungo i camerini per prepararmi alla serata.
"Lena!" Sento strillare alle mie spalle, mentre lascio scorrere lo scovolino del Rimmel sulle ciglia.
"Hai fatto un buon lavoro la scorsa volta.. i ragazzi sono tornati, non farmi pentire dell'opportunità che ti sto dando." La sua mano mi accarezza la schiena -probabilmente un po' troppo in basso- e lascia la stanza.
"Ma perché si è fissato con quelli?"
Dotty sistema le forcine tra i capelli "sono quelli di Sanremo, se continuano a venire, porteranno altra gente come loro e il maiale avrà finalmente i suoi sporchi soldi" mi risponde.
Stringo le labbra in una linea sottile.
Eh certo.
Io sono l'anello debole, e sta testando fino a dove posso arrivare.
Mi sta mettendo alla prova per dimostrare che non sono come le altre ragazze di questo posto, per poi poter buttare fuori.
Nel bel mezzo della serata Dotty si avvicina a me "Lena, Franco vuole che li portiamo nella sala rossa, vai, ti raggiungo con loro".
La stanza rossa.
È una stanza indicata per spettacoli privati.
Mi avvinghio al palo mentre di fronte a me sul divano Dotty come una piovra limona con il ragazzo biondo.
Gli occhi dell'altro ragazzo continuano a seguire le curve del mio corpo, che ondeggia assuefatto dalla musica.
Ethan -solo adesso riesco a ricordare il nome- mi fa cenno di avvicinarmi.
"Sono gelosa, non voglio condividervi con nessuno" esordisce Dotty quando vede che entrambi i ragazzi iniziano a volere di più.
Mi fa cenno di uscire e lascio la stanza sospirando pesantemente.I patti erano chiari, il maiale sapeva dal primo giorno che misi piede in questo posto quali erano le mie condizioni e sapeva che non mi sarei abbassata ai suoi livelli.
Adesso vuole forzarmi, e mi sento tremendamente in colpa con Dotty, anche se lei ha sempre detto che è il suo lavoro e che non le pesa fare ciò che io rifiuto.
Devo trovare un posto per non farmi vedere da Franco, altrimenti capisce che non sto eseguendo i suoi ordini.
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Zitti e Buoni. //DAMIANO DAVID//
Historia CortaNon avere le forze neanche per ribellarsi. Non avere niente da perdere ne da conquistare. Ed in silenzio accettare. Zitti e buoni. COMPLETA.