Corro per le scale del locale, non vedo l'ora di tornare a casa, finalmente la serata è giunta al termine.
Mi blocco alla porta dei camerini, sentendo qualcuno singhiozzare all'interno.
Avanzo nella stanza. Dotty.
"Hey. Tesoro, stai bene?" chiedo accarezzandole una spalla.
Annuisce, mi metto a sedere vicino a lei, le accarezzo le guance.
"Che succede?" come risposta singhiozza più forte, la stringo a me in un abbraccio.
"Tranquilla, hey.." le asciugo qualche lacrima con le dita, il trucco sbavato sulle guance.
"Vuoi parlarne?" le passo la bottiglietta d'acqua che avevo dentro il borsone.
Ne approfitto per adagiarlo sul pavimento, il peso iniziava a gravare sulla spalla.
Annuisce, le accarezzo i capelli portandoli indietro per evitare che si appiccichino al viso umido.
"Penso di essere incinta" scoppia in un pianto straziante, peggio di prima.
Oh cazzo.
Non so che dire, in genere dovrebbe essere una bella notizia, ma per lei evidentemente non lo è, dal momento che so per certo non ha un partner fisso.
La stringo, la sua testa sul mio petto, le mie mani dolcemente sui suoi capelli.
"L'ho già detto a Franco, del ritardo, ha detto che questo non è più un posto adatto a me. Me ne devo andare stasera stesso." sento la maglia inumidirsi.
Quanto mi dispiace, so quanto per lei sia importante questo lavoro, entrambe abbiamo iniziato insieme, penso le serva più di me stare qui dentro.
Maledetti, sporchi soldi.
Se tutto il mondo non girasse attorno ai soldi, saremmo persone migliori.
"Non preoccuparti di questo, troveremo un modo" la rassereno per quello che posso.
"Sei già stata dal medico?" chiedo incerta se questa mia domanda non sia troppo invadente.
Scuote la testa "Ho preso il test, lo farò domani mattina. Dicono che il risultato sia più certo.. non mi era mai capitato, sempre puntuali come un orologio svizzero." pensa ad alta voce.
"Non preoccuparti, andrà bene. Tu, non pensare a niente. Non temere.." so per certo che le mie parole di conforto, servono a poco se non a niente. In situazioni come queste non si sa mai come è giusto comportarsi, e in realtà non sono certa ci sia un modo giusto o sbagliato, l'importante è stare affianco a chi si vuol bene.
"C'è un'altra cosa che devi sapere" si sposta dal mio corpo, mi osserva con sguardo incerto.
Osservo la figura minuta, muoversi nervosa.
"Quando.. ho fatto sesso con Damiano, il tipo di quel gruppo" come se non sapessi benissimo di chi parla, specifica, fa una breve pausa, un sospiro "non abbiamo messo nessuna protezione".
Mi si gela qualcosa nel sangue, non so se è umanamente possibile, una morsa strettissima allo stomaco, quasi mi sale un senso di nausea.
"Cosa?" non credo che abbia sentito, talmente mi sia uscita una voce flebile.
"Non hai preso la pillola?" quasi un istinto di rabbia mi colpisce, irrigidendomi un poco.
Annuisce "Si. Ma l'ho presa dopo, molto dopo. Ho letto da qualche parte su internet che non fa effetto se non presa nei giusti tempi".
"Porco cazzo." mi alzo, la mano in fronte, inizio a vagare per la stanza senza meta.
Adesso la mia testa la sento esplodere, mentre mi riporta a tutti i momenti trascorsi con quel bastardo maledetto.
Per l'ennesima volta mi odio,
Odio me stessa, per essermi fidata, abbagliata e soggiogata da lui e i suoi modi.
E se per lui non fosse una cosa nuova?
Se per lui è normale correre il rischio, tanto non gliene frega delle ragazze con cui sta?
Milioni di domande si susseguono nella mente, fatico a reggermi in piedi.
Al tempo stesso mi autoconvinco di conoscerlo un minimo, quindi di pensare che lui non è il genere di persona che si cimenta in queste cose.
Ma questa penso sia la parte autolesionista che c'è dentro di me.
"Dotty si è fatto tardi, se vuoi puoi restare da me questa notte, così scopriamo il risultato insieme domattina.." propongo.
"No tranquilla, vai. Raccolgo le mie cose con calma"
"Fammi sapere" le do un ultimo abbraccio.
STAI LEGGENDO
Zitti e Buoni. //DAMIANO DAVID//
Short StoryNon avere le forze neanche per ribellarsi. Non avere niente da perdere ne da conquistare. Ed in silenzio accettare. Zitti e buoni. COMPLETA.