Non ho chiuso occhio.
Ho detto a Franco che non sarei andata al locale.
Dotty ha fatto il test, il risultato è incerto, lei pensa sia per il fatto che abbia comprato un test sottomarca, di quelli che trovi al supermercato. Così ne ha preso un altro, questa volta in farmacia, lo farà domani appena sveglia.
Trascorro l'intera nottata a recuperare le materie in cui ero rimasta indietro.
L'indomani nel pomeriggio mentre cullo la bimba tra le braccia, suonano al campanello del pianerottolo.
Osservo dallo spioncino.
Merda.
"Ti avevo detto di non venire"
"Sono stato a casa tua, non c'eri. Al telefono non rispondi da due giorni. Volevo accertarmi fossi ancora viva" spiega, le braccia larghe, le mani poggiate alla porta.
Continuo ad osservare dall'occhiello del portone.
"Beh. Adesso ne sei certo." cerco di liquidarlo.
"Ma che sei scema?" si muove.
Non rispondo, anzi mi allontano dalla porta.
Il fatto che lui possa essere il padre del figlio di una delle mie migliori amiche mi mette in soggezione, oltre che a suonarmi strano e sbagliato.
Continuare a guardarlo mi fa male, perchè ripenso a quello che siamo stati insieme.
"Oi" richiama la mia attenzione, battendo un colpo alla porta.
"Smettila. Svegli la bambina" lo sgrido.
"Chissene? Apri altrimenti mi inchiodo al campanello e o si sveglia o si sveglia." mi minaccia scaltro.
Giro la chiave nella serratura, aprendo la porta piano.
"Mi dici che problema hai che nel 2021 non rispondi al telefono?"
Poso un dito sulle labbra per invitarlo a far silenzio, mi allontano e porto la bambina nella sua cameretta.
Quando torno nel soggiorno, lo trovo comodo sul divano.
No, ma prego, fai pure come fossi a casa tua, che poi non è neanche mia.
"Che sei venuto a fare?" Stringo le braccia al petto.
"Ma che t'è venuto il ciclo?" Avvicina una mano a me per afferrarlo un braccio, lo scanso.
Sistemo un po' i cuscini, nervosa.
Non sono pronta ad affrontare l'argomento e non ho voglia di litigare."Mi spieghi che cazzo c'hai?" Alza un po' il tono di voce e prontamente lo fulmino con lo sguardo.
Ok. Per quanto non abbia le forze ne la volontà, non posso ignorare il fatto di dovergli delle spiegazioni.
"Cosa stiamo facendo?" Chiedo.
Poggio il sedere sul bordo del divano, gli do le spalle per evitare il contatto visivo.Mi sento ferita.
"Non lo so. Dimmelo tu.." probabilmente non capisce che mi riferisco a noi due, alla nostra "relazione".
Lo sento muoversi, improvvisamente un silenzio assordante lascia amplificare anche il suono della polvere che si adagia sulle mensole."Intendo, che intenzioni abbiamo?"
Cerco di essere più chiara.
"Io davvero a te non ti capisco. Ma che intenzioni vuoi che abbia?" Li sento i suoi occhi bruciarmi la pelle "e girati quando ti parlo" il suo tono è severo.Qui l'unica a doversi alterare sono io e invece si sta incazzando lui?
"Non sono sicura di volere una persona come te al mio fianco" dico, e sono una bugiarda maledetta.
Non credo neanche io a ciò che ho detto, mordo la lingua e spero che vada via.
Una stretta improvvisa mi spaventa al punto di stringere forte gli occhi, per paura che possa ferirmi."Sei una ragazzetta senza palle? Guardami negli occhi mentre dici certe cose." Il suo viso è vicinissimo, e mentre parla le parole mi toccano come veleno.
"Mi vuoi picchiare?" Chiedo in un sussurro flebile, mentre le sue dita stringono ancora il mio polso.
"Ma sei cretina?" Quasi scoppia a ridere.
Si. Mi sento rincretinita.
Non capisco mai cosa sta frullando nella sua testa.
Questo ragazzo mi spiazza al punto da farmi credere l'impensabile."Mi vuoi dire che ti prende?" Il pollice accarezza dolcemente il dorso della mia mano.
"Se venisse una da te, e ti dicesse sono incinta.." lascio la frase sospesa, sgrana gli occhi.
"Mi congratulerei" ride.
"E tu sei il padre" concludo la frase precedente, si irrigidisce.
Dall'altra stanza le urla della bambina salvano l'aria pesante che si è creata.
"Vattene" dico voltandomi.
"Aspetta. Cazzo."
"Damiano. Vattene" urlo.
Quando torno nella stanza con la bambina in braccio, il ragazzo se n'è andato.
Stringo la bambina più forte e mi lascio andare ad un pianto liberatorio.Scusate se non sto aggiornando spesso. Purtroppo sto vivendo un periodo buio e negativo, non ho avuto voglia di scrivere. Cooooomunque stiamo giungendo al termine della storia ;)
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Zitti e Buoni. //DAMIANO DAVID//
Short StoryNon avere le forze neanche per ribellarsi. Non avere niente da perdere ne da conquistare. Ed in silenzio accettare. Zitti e buoni. COMPLETA.