Capitolo 4 - La misteriosa telefonata

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Passò qualche giorno, ed io cercavo più informazioni possibili sulla vittima: cercai per le strade più malfamate della città, domandai ai barboni che vivevano nei vicoli del centro, con le prostitute, con ragazzini, ma niente. Quel tipo era amato da tutti, sia grandi che piccini.

Un giorno, però, ricevetti una telefonata da un numero sconosciuto. Alzai la cornetta del telefono e domandai con chi stessi parlando. La voce sembrava quella di una donna. La donna mi rispose: "So che cerca informazioni su Bugs Bunny. Se vuole, incontriamoci oggi pomeriggio al bar che sta tra la 4° e la 5° strada. Voglio che ci sia soltanto lei, ha capito?"
Io risposi di si, e la misteriosa donna riattaccò la chiamata.

Corsi nell'ufficio del capo e dissi affannosamente: "Forse, c'è qualcuno che sa. A quanto ne so è una donna e vuole parlare con me oggi pomeriggio. Vuole che vada soltanto io".
Il commissario, come udì queste parole, si alzò di scatto dalla sua poltrona e mi consegnò una radiolina con cavetto e piccolo microfono e mi disse: "Voglio sentire tutto. Ogni informazione che sentirai, la sentiremo anche noi da questo computer. Buona fortuna".

Presi tutto e lo nascosi dentro la giacca nera. Come misi piede fuori, mi guardai attorno, controllando che nessuno mi stesse tendendo una trappola. Mentre camminavo, ebbi la sensazione di essere braccata. Facevo a malapena a respirare.
Quando giunsi al luogo, accesi la radiolina e mi sedetti vicino a un tavolino.
Aspettai mezz'oretta, ma ancora niente. Quella tipa non veniva più.

Stufa di aspettare, ordinai un bicchiere di coca cola. Dio, sembrava che quella donna misteriosa non venisse più, ma mi sbagliai; dopo 40 minuti, giunse la misteriosa donna.
"È lei la detective Beatrice?" domandò la donna, mentre si toglieva gli occhiali da sole. Io risposi di si, ed estrassi fuori dallo zainetto il taccuino e la matita.
La donna si guardò attorno, poi, si tolse il largo cappello che aveva in testa e si tolse anche il cappotto.

"Vuole le informazioni su Bugs Bunny, giusto?" domandò la donna, ed io risposi di nuovo si. "Vorrei sapere se il coniglio aveva dei nemici o se aveva avuto dei problemi economici. TUTTO VOGLIO SAPERE" dissi alla signora, cercando di capire se era effettivamente una donna o qualcun'altro.
"Ebbene, si. Aveva dei nemici. Primo tra tutti, un suo vecchissimo socio" disse la donna, ed io risposi: "Swatchhammer", poi la donna continuò a parlare: "Poi, c'era un mafioso della zona, tutti lo chiamato El Toro, poi c'era uno strozzino, ed infine, uno di nome Dannys Beckman".

Dannys Beckman lo conoscevo; è un vecchissimo amico di Eddie. L'ultima volta che lo avevo visto, se non sbaglio, si trattava del 1994. Poi, domandai alla donna: "Sa che rapporto c'era tra Swatchhammer e il coniglio? A quanto ne so, erano innamorati della stessa donna".
L'informatrice mi rispose: "Non era quello il motivo. La vera motivazione per cui Bugs e il suo ex socio si separarono fu perché il ciccione aveva fatto un affare losco con El Toro, ma non andò a finire molto bene; poco tempo dopo, El Toro rivole indietro il denaro imprestatogli a Swatchammer, ma Bugs lo aveva speso per comprarsi la casa, mentre il resto lo donò alle associazioni mediche".
"Quindi...era un bravo ragazzo Bugs Bunny" dissi io, mentre fumavo una sigaretta.

"Si, lo era. Poi, 6 anni dopo, ebbe dei problemi economici; non smetteva di giocare al casinò. Perdeva di continuo, ma mi ricordo una sera in particolare: stava giocando a poker, e a un certo punto, sbucò dal nulla un tipo vestito di nero. Gli aveva chiesto se voleva fare quattro chiacchiere, e il coniglio si era alzato e lo aveva seguito" continuò la donna, mentre mescolava piano piano il caffè con il cucchiaino.

Quando finì di raccontare tutto, chiesi infine alla signora: "La ringrazio per la sua disponibilità, signora...come si chiama  madame?"
L'informatrice mi rispose: "Mi chiamo Lola Bunny, ed ero...la sua fidanzata. Buonagiornata, detective" e si alzò dal tavolino e uscì velocemente dal locale.
Cercai di rincorrerla, ma niente da fare: era più veloce della luce. Dopo due isolati, l'avevo persa di vista.

Stoppai la registrazione e ritornai piano piano in commissariato. Dopo un'oretta di cammino, entrai nello studio del commissario e caddi come un sacco di patate sulla poltroncina. "Com'è andata?" domandò il capo, ed io, stanca morta, presi dallo zainetto il registratore e glielo appoggiai sul tavolo. "Ecco qua. La registrazione della misteriosa informatrice" dissi io, mentre bevevo un bicchiere d'acqua dal grande bottiglione.

Il commissario mi ringraziò per questo lavoretto, e prese il registratore. Poco dopo, uscì dal commissariato e presi un taxi. In quel momento volevo soltanto ritornare a casa, e basta.
Però, quando arrivai a casa, trovai una brutta sorpresa: la porta era letteralmente distrutta.
Io, preoccupata, presi dalla tasca lo spray al peperoncino e camminai lentamente. A quanto pare, qualcuno si era dato un gran da fare; i mobili erano letteralmente a terra, mentre la mia camera da letto sembrava che ci fosse passato un tornado.

"Porca...se scopro chi è entrato in casa mia, giuro che lo ammazzo!!" dissi tra me e me, mentre rimettevo a posto i mobili e i vestiti.
Dopo un'oretta di pulizia, chiamai la pizzeria e ordinai una Margherita. Poi, aspettai, seduta sul divanetto. Da un lato ero esausta, ma dall'altro lato, ero incuriosita sul passato della vittima. Che razza di personaggio era Bugs Bunny?

Quando giunse la pizza, diedi i soldi al ragazzo e mangiai come una selvaggia prelibatezza.
Quando andai a dormire, guardai fuori dalla finestrona, poi, chiusi gli occhi, ed infine, il buio totale.

Chi ha assassinato Bugs Bunny?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora