Chi ha assassinato Bugs Bunny?

Capitolo 6 - Chiacchierata con Danny Beckman

La mattina seguente, andai in commissariato. Come misi piede nel mio ufficio, notai che un tipo stava seduto sulla mia poltroncina. Era ben vestito, indossava un completo gessato, stile gangster degli anni '20. Dopo qualche secondo di silenzio, chiesi al signore: "Mi scusi, ma lei chi è? Come ha fatto ad entrare nel mio studio?"
Il signore, si girò lentamente e mi rispose con nonchalance: "Ebbene, risponderò alle sue domande. Sono Danny Beckman, un vecchio amico di Eddie Valiant. Per l'ufficio, invece, la porta era socchiusa".

Guardai per un'istante la porta e controllai la serratura. Non era stata scassinata. Poi, mi girai di nuovo e guardai il tipo con aria sospetta, poi, feci accomodare il signore.
Iniziai a farmi domande su quell'uomo: come aveva fatto ad entrare nel mio ufficio senza essere visto? E soprattutto, come faceva a sapere dove si trovava il mio ufficio?
Feci il giro del tavolo e mi accomodai sulla poltrona.
"A cosa devo il piacere?" domandai al signore in tono tranquillo.

Lui, rimase per qualche secondo in silenzio, poi, parlò: "So che sta indagando sul caso di Bugs Bunny, corretto?"
Io risposi di si, e presi dal pacchetto una sigaretta. "Lei fuma?" chiesi al tipo, lasciandogli vicino alla mano una sigaretta. Il tipo disse che detestava fumare e me la rimise nel pacchetto.
"Lei cerca il colpevole, giusto?" chiese l'uomo, puntando con il dito la fotografia con il punto interrogativo.
"Si. Vuole aiutarmi?" domandai al tipo, mentre fumavo la sigaretta.

"Se lo desidera, non le dirò soltanto ciò che so, ma l'aiuterò a fare un identikit psicologico dell'assassino" rispose l'uomo e prese dalla valigetta che teneva tra le gambe un fascicolo.
Presi il fascicolo e lessi il contenuto: Bugs Bunny era stato richiuso per 2 anni in un manicomio, vicino alla città di Washington.
"Come fa ad avere..." dissi io, ma il tipo mi fece cenno di stare zitta, poi, mi disse: "Il coniglio era uno dei miei amici, quando stavo al manicomio. Io c'ero finito perché stavo male, avevo un tumore al cervello. Lui, invece, ci finì perché aveva tentato più di una volta il suicidio".

Rimasi senza parole. Il personaggio più amato dai grandi e dai piccini, finito in un manicomio per aver tentato varie volte il suicidio. All'interno del fascicolo c'era anche una fotografia e un cerchio rosso segnava due persone; il coniglio e l'uomo che avevo dinnanzi a me.
"Vorrei farle una domanda particolare, signor Beckman: lei conosceva la vittima da molto tempo. Come mai si è fatto vivo soltanto adesso? Forse, perché ha la coscienza sporca? Oppure, vuole scoprire chi ha assassinato il suo amico?" chiesi al signore.
Lui, con aria triste, mi rispose: "Qualche mesetto fa, rincontrai Bugs all'interno di un casinò. Andai da lui e gli chiesi se potevo parlare con lui. Il coniglio si alzò dallo sgabello e venne con me. Ci sedemmo in un baretto che stava a 5 minuti dal posto dove giocava. Gli avevo proposto se voleva lavorare con me, dato che stavo per aprire un negozio di abbigliamento. Lui, mi guardò per un'istante, poi, mi rispose in tono pacato che aveva appena vinto 5000 dollari, e che sperava di risaldare un debito. Poi, si alzò dalla sedia e mi salutò, uscì dal locale e non lo rividi più".

Io, mentre ascoltavo, registrai tutto quanto con il cellulare. In quel momento, sentì bussare alla porta. "Chi è?" domandai, e il tipo che stava dall'altra parte mi rispose: "Sono l'agente Martin, signorina. La devo portare nel luogo del delitto, ordine del commissario".
Che seccatura. Mentre stavo facendo un interrogatorio, arriva questo e mi devasta tutto il lavoro.
Comunque, mi alzai dalla poltrona e ringraziai Danny per le informazioni. "Se ha altre informazioni, mi faccia sapere" dissi al signore, mentre gli aprivo la porta.

Fece un inchino e uscì dall'ufficio, poi, entrò il poliziotto. Presi lo zainetto e il cellulare. Dissi al tipo di guidare con prudenza, altrimenti gli avrei fatto rapporto al commissario. L'agente si raddrizzò dalla paura e mi accompagnò alla macchina.