Capitolo 5

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SlowLife|GrizzlyBearfeat. VictoriaLegrand

Brick byBrock Boring| Paramore

Era un pomeriggio di lunedì. Era terribilmente noioso fuori, la pioggia cadeva in gocce spesse e pensanti sui vetri appannati, cielo grigio. I miei piedi erano coperti da degli stivali neri, mentre cercavano pigramente di muoversi attraverso le pozzanghere e i marciapiedi. È deprimente visto che sono un tale casino da non sapermi neanche muovere.

Non voglio fare niente oggi. In realtà, in questo momento , preferirei essere al caldo nel mio letto, indossando il mio pigiama caldo e guardare un film. Ma non sono a casa, oggi dovevo lavorare, quindi adesso era inutile lamentarsi.

Tenevo il mio ombrello saldamente nella mia mano, cercando di accelerare il passo per non sopportare ancora questo orrendo tempo londinese. Non sopporto proprio la pioggia è così deprimente. Cosa viene fuori dalla pioggia? Niente. Sembra che voglia sempre rovinare le cose divertenti della vita. Questo è uno dei tanti motivi per il quale odio la pioggia.

Oggi ho dovuto lavorare - un lavoro un po noioso, ma a volte anche divertente. Sono un bibliotecaria. Non è che odio lavorare il libreria era solo che non era ciò che volevo essere. Certo le persone erano davvero carine con me e avevo una paga decente, ma semplicemente non mi soddisfava. Tutto quello che potevo fare era sperare che sarei arrivata dove volevo davvero, che è far parte di una casa editrice. Ho sempre sognato farne parte. Così se riuscissi a farmi assunere potrei lasciare questa discarica. Voglio dire, non credo sia necessariamente una discarica, almeno non ancora.

Ho timbrato il mio tesserino. Ho iniziato a cronometrare il mio turno, così più veloce sarei uscita da qui. Ho tolto l'acqua di dosso in eccesso dal mio cappotto e dal mio ombrello prima di entrare in libreria. Mi servirebbe proprio una macchina, ma la libreria è così vicina a casa mia che è inutile.

"Buon pomeriggio Jan" Tina mi sorrise mentre passavo accanto a lei iniziando una nuova giornata.

Tina è la mia collega è davvero una delle mie più grandi amiche qui. Anche se odio il suo nome (lo trovo davvero orribile) è una delle poche persone che rende divertente questo lavoro e io la apprezzo per questo.

"Hei" risposi. Lei rise sapendo che non ero nel migliore dei modi visto che ero ancora inzuppata dall'acqua e continuò il suo lavoro.

***

Il lavoro oggi sembrava proprio noioso. Non c'erano molti clienti come al solito, probabilmente a causa del tempo terribile. L'intera giornata sembrava a rallentatore a differenza di come speravo che fosse. Non ero neanche arrivata alla pausa pranzo, ma volevo arrivasse al più presto per uscire da qui velocemente.

Mi sedetti da sola nella sala della pausa pranzo, spuntini a base di pretzels e limonata erano riolti verso il tavolo accanto al mio telefono. Di solito non ero annoiata durante le pause, ma Tina aveva staccato troppo presto dal lavoro oggi e non ho voglia di parlare ad altri. Così mi sono seduta qui aspettando altri 25 minuti in completa noia.

"Ti dispiace se mi siedo qui?" Chiese una voce educatamente. Alzai lo sguardo per vedere un ammasso di capelli color sabbia e una figura alta e esile davanti a me, anche conosciuto come Dave.

"Certo David" sospirai in silenzio, indicando a lui il posto libero. L'ho visto rabbrividire appena lo chiamai David. Odiava quando la gente lo chiamava così.

David ... beh è carino, è un ragazzo normale che ha avuto per un periodo un comportamento un pò ossessivo verso di me. Voglio dire sarebbe carino questo comportamento per una matricola del liceo. È quel tipo di persona che ho cercato di stare alla larga in ogni modo.

"Sei bella oggi" si complimentò con me, proprio come ha sempre fatto. E le mie guance si colorarono di rosa per l'attimo di imbarazzo.

"Grazie" risposi. Stavo solo indossando l'uniforme del lavoro e i mei capelli erano legati in una semplice coda di cavallo disordinata.

L'aria intorno a noi era colma di imbarazzo e restammo in silenzio per cinque minuti buoni prima che Dave decise di parlare. Non mi dava fastidio che lui fosse un ragazzo goffo, era solo un pò troppo appiccicoso al tal punto che stava iniziando a diventarmi antipatico.

"Ehm" cominciò con voce tremante "ero, ehm, mi stavo chiedendo, Jan se, ehm... sai, ehm...se eri libera per uscire questo fine settimana, con... me?"

Quattro volte. Quattro volte che usava 'ehm' in una sola frase.

Gemetti mentalmente. Ero rimasta un pò scioccata che lui ha avuto il coraggio per chiedermelo. Ma allo stesso tempo avrei voluto non l'avesse fatto. Non avrei voluto deluderlo, ma non credo proprio che sarei riuscita a durare un paio d'ore solo con lui nel fine settimana. Solo a pensarci già inziavo a sudare freddo.

"Mi piacerebbe Dave, ma io in realtà avrei un altro appuntamento questo fine settimana" mentii. Mi sentì subito una merda quando vidi il suo viso guardare il pavimento.

"Un appuntamento?" Ripeté. Sul volto impallidì leggermente quando io annuii.

"Si" mormorai "mi dispiace, davvero."

"Spero che passiate una bella giornata" provò a sorridere, ma in fondo sapevo che l'avevo ferito con le mie parole e mi sentì male.

"Grazie. È davvero carino da parte tua"

Dave non disse una parola. Mi mandò solo un altro piccolo sorriso e ritornò a lavorare. Se io non avevo intenzione di ferirlo prima, adesso l'ho fatto.

January. // z.m. (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora