Smile

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"Mamma e papà sono usciti, tu vieni con me?" Mi domanda Freddie, mio fratello, irrompendo in camera mia.
"Dove?" Chiedo, guardandolo da sopra il mio libro di matematica.
"In un pub qua vicino, si esibisce una band che adoro!"
"Non lo so, devo finire i compiti e sono stanca..." Rispondo, scrutando il letto sommerso da quaderni e libri.
"Oh dai, hai tutto il fine settimana! È da tanto che non passiamo del tempo insieme"
"Lo so, Freddie, e mi dispiace tanto... Ma sono impegnata con la scuola, lo sai"
Tento di evitare lo sguardo di Freddie; abbiamo sempre avuto uno splendido rapporto, ma ultimamente l'ho trascurato davvero molto a causa dello studio e mi sento in colpa.
Scorrono alcuni attimi silenziosi, finché Freddie non si avvicina determinato al letto in cui sono sdraiata poggiata allo schienale.
Mi sfila il libro dalle mani e lo getta sulla scrivania, successivamente mi afferra delicatamente per i polsi e mi solleva dal materasso.
"Stasera vieni con me, non voglio sentire scuse!"
"Va bene, dammi solo il tempo di prepararmi" Rispondo in un sospiro, preoccupandomi per lo studio che sto lasciando in sospeso. Freddie annuisce per poi lasciarmi sola in camera.
Apro la mia cabina armadio e rimango a fissarla per svariati minuti, cercando l'outifit giusto.
Infine, estraggo una camicia a tema floreale che infilo dentro dei jeans a zampa d'elefante.
Aggiungo all'outfit alcune collane e bracciali, ma niente di troppo vistoso.
Guardandomi allo specchio, realizzo che manca ancora qualcosa per avere un look perfetto.
"Freddieeeee!!!" Urlo dalla mia camera, e, pochi istanti dopo, mio fratello mi raggiunge di corsa.
"Che succede, tesoro?"
"Mi metteresti l'elyner, per favore? Sai che io sono incapace"
Freddie ridacchia leggermente, successivamente prende la sua borsa dei trucchi e mi applica con incredibile precisione l'elyner. Il risultato è a dir poco perfetto!
"L'hai messo benissimo! Grazie" Esclamo, dandogli un bacio sulla guancia.
Nei dieci minuti successivi aiuto Freddie a passare la piastra sui suoi amati capelli neri lunghi fino alle spalle.
Alle nove e trenta siamo davanti l'entrata di un pub che pullula di ragazzi.
"Non mi hai detto chi è la band che si esibirà..." Dico a Freddie vagamente.
"Ah già, scusa... Gli Smile, credo di avertene parlato tempo fa, sono fantastici!"
All'udire il nome della band, mi paralizzo completamente.
Con tante band in questa città, proprio Gli Smile dovevamo andare a vedere...?
"Ehi, tutto bene?" Mi chiede mio fratello, venendomi paralizzata.
"Eh? Si si, sono solo un po' stanca " Cerco di mentire, e fortunatamente Freddie mi crede.
Entriamo nel locale e ci accomodiamo vicino al bar, che si trova proprio di fronte al palchetto allestito con un poster con il logo della band: delle labbra contorte in un sorriso, e, ovviamente, il nome della band.
Sono già posizionati i microfoni e i vari strumenti, il ché fa capire che manca poco all'inizio dell'esibizione.
Mi guardo attentamente attorno, all'inconscia ricerca di una persona qua presente.
"Tesoro, vuoi qualcosa da bere?" Freddie mi riporta di colpo alla realtà.
"No, grazie... Anzi, un bicchiere d'acqua, per favore"
Freddie annuisce e chiede al ragazzo dietro al balcone il mio bicchiere d'acqua e una birra media; gli ho ripetuto più volte che dovrebbe bere meno alcool, ma non vuole proprio ascoltarmi...
Dopo aver ricevuto la mia acqua, inizio a sorseggiarla ansiosamente.
Quando la band sale sul palco perdo come minimo un battito.
Cerco di distogliere lo sguardo in tutti i modi, non voglio guardarli per alcuna ragione al mondo.
Ho lo sguardo fisso sul pavimento, ma la voce dal microfono rimbomba in tutto il locale.
"Grazie per essere venuti! Per chi non ci conoscesse ancora, noi siamo gli Smile.
Al basso e voce principale, ci sono io, Tim Staffel"
Nel locale esplode un boato di fischi e applausi.
"Alla chitarra abbiamo Brian May -
Un altro boato esplode dalla platea.
E, ultimo, ma non meno importante, Roger Taylor alla batteria"
Dal pubblico si alza un terzo boato di applausi e urla, ma questa volta, provengono quasi tutti da ragazze.
Sento lo stomaco contorcersi, e, senza volerlo, alzo lo sguardo sul palco.
Eccoli là, pronti ad esibirsi.
Non ripongo molto importanza nel cantante, ma bensì nel chitarrista e, sopratutto, nel batterista.
Brian May è un ragazzo di ventidue anni, molto alto e magrissimo, ha gli occhi grigi e i capelli ricci e neri lunghi fino alle spalle, ma girano voci che voglia farseli crescere molto più lunghi.
Roger Taylor, invece, è un ragazzo di ventun'anni, rispetto al suo compagno di band è un po' più basso, ha i capelli biondi, lunghi e sempre disordinati e gli occhi azzurri.
Percepisco una fitta allo stomaco.
"Freddie... io sono davvero molto stanca, posso tornare a casa?"
"Tesoro, appena li sentirai suonare ti sveglierai completamente! Sono grandiosi.
E poi, non vorrai mica lasciarmi da solo?"
Conosco bene mio fratello, e so che se me ne andrei adesso, lo ferirei molto. Ferire Freddie è l'ultima cosa che voglio, lui è la persona più importante della mia vita.
"Già, hai ragione, scusami..."
Inizia il concerto, è la prima canzone che suonano è "Doing All Right" che viene cantata per lo più da Roger.
Mi sento sempre peggio: la fitta allo stomaco peggiora e sento che potrei vomitare da un momento all'altro.
Non so con quale miracolo, resisto fino alla fine del concerto. Non ho distolto lo sguardo dal pavimento, ma certe volte non sono riuscita a trattenermi dalla tentazione e ho alzato lo sguardo ai ragazzi: non l'avessi mai fatto! In quei momenti, il dolore allo stomaco peggiorava di volta in volta.
La band sparisce dal palco e il locale inizia a svuotarsi.
"Sono stati magnifici, vero?" Mi domanda Freddie al settimo cielo.
"Sì, grandiosi..."
"Vieni, te li faccio conoscere!"
Freddie mi afferra per mano mano e mi porta di forza fuori dal locale.
"Chi mi fai conoscere?" Chiedo, temendo la risposta.
"La band, ovviamente!"
Ecco che ritorna la fitta allo stomaco.
"Fred, non c'è bisogno... Sono molto stanca, davvero..."
Ma le mie lamentele non smuovono le idee di Freddie neanche per sbaglio.
"Sono dei ragazzi simpaticissimi! Li adorerai"
Una volta compreso che inventare scuse non serve a niente quando si ha a che fare con Freddie, decido di abbandonarmi al mio destino.
Arriviamo dietro il locale, dove é presente un furgoncino con il logo della band.
Da lontano, distinguo i tre ragazzi chiaccherare vicino al sopracitato veicolo.
"Eccoli là!" Esclama Freddie, avvicinandosi ai ragazzi, fino ad arrivare difronte a loro.
"Ehi Fred!" Lo saluta Brian, il chitarrista, subito dopo mio fratello viene salutato anche da Tim e Roger.
"Ciao ragazzi. Siete stati fantastici!"
"Grazie, amico" Risponde Tim.
"Lei è mia sorella, Rachel"
Sono costretta a fare un passo avanti quando Freddie pronuncia il mio nome.
Vorrei tanto sprofondare.
"Piacere di c - conoscervi " Dico a bassa voce, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento, di nuovo.
"Su dai, non essere timida, sono dei ragazzi molto simpatici!"
Ci sono momenti in cui vorrei uccidere Freddie, è questo è assolutamente uno di quelli.
Alzo lo sguardo e vedo per la prima volta il volto dei ragazzi da vicino.
"Piacere, io sono Tim" Si presenta cordialmente il cantante, stringendomi la mano.
"Io sono Brian, piacere" Continua il chitarrista, stringendomi anche lui la mano, riesco a leggergli il leggero imbarazzo sul viso.
Quando è il turno di Roger, cala il silenzio più assoluto. Sembra paralizzato.
"Rog!" Lo riprende Brian sottovoce, dandogli un colpo nelle costole.
"Oh, si...! Io s - sono Roger, piacere di conoscerti"
Il biondo mi tende la mano, ma passano alcuni secondi prima che io ricambi la stretta.
Quando incrocio la sua mano alla mia, percepisco il cuore esplodermi nel petto.
"Non sapevo fosse tua sorella" Si rivolge il biondo a mio fratello.
"Vi conoscete?" Domanda Freddie confuso.
- No! - Esclamo quasi urlando alla domanda di Freddie.
I ragazzi mi guardano con aria leggermente basita, ma non si soffermano a dirmi qualcosa.
"No, no, la conosco solo di vista, andiamo allo stesso collage e credo di averla incrociata qualche volta. Niente di ché"
Quasi mi ero dimenticato di quanto Roger fosse bravo con le bugie. Curiosa come cosa: ottimi bugiardo, pessimo attore.
Freddie scruta il suo orologio da polso e sgrana gli occhi.
"È tardissimo, dobbiamo tornare a casa! Avevo detto a mamma che saremmo stati di ritorno a mezzanotte, le verrà un infarto!" Questa volta Freddie si rivolge a me.
"Noi dobbiamo andare, è stato un piacere!" "Quando vuoi, sai dove trovarci" Risponde Brian, sorridendo.
"Perché domani non venite da noi? I nostri genitori domani lavorano fino a tardi, abbiamo casa libera"
Qualcuno mi dica che sta scherzando, per favore.
"Certo, perché no? A domani, allora" Risponde Tim.
"Grandioso! Ci vediamo domani, ragazzi!" Esclama felice mio fratello.
Finalmente, ci allontaniamo dalla band e ci dirigiamo verso casa.
Desidero tanto svegliarmi e realizzare che quanto è appena successo, sia stato solo un incubo.

That Blondie Drummer • Roger TaylorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora