Harry Foster

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Non ho voglia di tornare a casa poiché sono certa che Freddie inizierebbe a parlarmi di Roger. Certo, ne parlerebbe male, ma comunque ne parlerebbe e non è ciò di cui ho bisogno adesso.
Giungo sulla strada della mia abitazione, ma invece di entrare nel mio domicilio, suono il campanello della casa di Harry, il mio migliore amico, che abita proprio difronte a me.
Sono quasi le undici di sera perciò non so quanto bene io abbia fatto a suonare il campanello, ma so che i Foster sono dei tipi abbastanza nottambuli, percui non mi preoccupo molto.
Pochi minuti dopo la porta si apre e ne esce il signor Paul Foster, un uomo sulla cinquantina molto alto e dai capelli castani tendente al rosso e gli occhi grigi; il padre di Harry.
"Rachel, che piacere rivederti! Come mai sei qua a quest'ora?"
"Ero in giro e ho realizzato che é da tanto tempo che non vengo a salutarvi, perciò ho preso la palla al balzo!
C'è Harry?"
"Sì, é in camera sua. Lo chiamo subito.
Intanto entra pure, accomodati"
Rispondo all'uomo con un sorriso e successivamente mi accomodo nell'accogliente soggiorno della casa. Successivamente vengo calorosamente accolta da Gabriella Foster, una donna dai lunghi capelli neri e lisci, anch'essa molto alta e snella; la madre di Harry.
Ho un rapporto abbastanza stretto con i signori Foster: sono letteralmente cresciuta con loro, sono un po' come dei secondi genitori per me. Lo stesso discorso vale anche con Freddie.
Finalmente, dopo alcuni minuti, vedo scendere Harry. É in pigiama e ha i lunghi capelli castani completamente scompigliati.
"Stavi dormendo?" Gli domando.
"No, più o meno"
"Oh, mi dispiace averti infastidito..."
"Rach, potresti venire a svegliarmi anche alle tre di mattina, non mi daresti mai fastidio"
Mi intenerisco alle parole del ragazzo, ma subito dopo ritorno ad essere seria.
"Devo parlarti, ho tante cose da dirti" Dico sottovoce, così da non essere sentita dai suoi genitori e ricevere decine di domande inopportune.
"Certo, andiamo in camera mia così da avere un minimo di privacy"
Annuisco alla proposta del mio amico e subito ci dirigiamo al piano superiore.
"Allora, cosa devi dirmi?" Mi domanda il ragazzo mentre chiude la porta della sua camera.
"Taylor"
Harry si blocca d'istante e sgrana gli occhi.
Impegna un paio di secondi per metabolizzare.
"Roger, Taylor?"
"Si"
"Quel Roger Taylor?"
"Si"
"Oh mio Dio... Cos'è successo?"
Racconto a Harry ogni singolo dettaglio della vicenda, partendo da quando lo incontrai con Freddie insieme agli Smile fino ad arrivare a quanto successo questa sera.
"Lo detesto. É convinto di avere tutte le ragazza ai suoi piedi e di poterle calpestare come niente fosse. Il mondo non gira attorno a lui, ma questo deve ancora capirlo a quanto pare."
"Lo so... lo so perfettamente"
Passiamo alcuni secondi ad osservarci in silenzio.
"Rachel"
"Sì?"
"Rispondimi sinceramente"
"Okay...?"
"Provi ancora qualcosa per Roger?"
A questa domanda percepisco il cuore esplodermi.
"Harry, io continuerò sempre a provare qualcosa per Roger. É stato il mio primo vero amore, probabilmente quello che ho avuto con lui non l'avrò mai con nessun altro.
Ma questo non basta di certo a cancellare ciò che mi ha fatto. Ricordi? Piangevo giorno e notte..."
Perché la verità fa così tanto male?
Harry non sa cosa dirmi, probabilmente non c'è nulla che si possa dire.
Si limita ad abbracciarmi con fare fraterno;gli voglio davvero tanto bene...
"Ora parliamo d'altro! Tu come stai?" Esclamo, raccogliendo tutta l'energia e felicità che ho in corpo.
"Potrebbe sicuramente andare meglio"
"Cosa c'è che non va?"
"È un periodo in cui mi pongo tante domande, troppe."
"Ovvero?"
"Sono domande a cui solo io sono in grado di rispondere... Lascia stare, non voglio stressarti con le mie inutili paranoie"
Anche se preoccupata, decido di non insistere.
Passo la nottata da Harry e finalmente, dopo tanto tempo, riesco a svagare la mente, divertirmi con una persona a cui voglio bene e non pensare a quel Taylor.
Solo quando mi sveglio la mattina successiva, mi rendo conto di non aver avvertito nessuno della mia famiglia della mia assenza e del motivo di essa.
"Harry! Devo andare! I miei saranno nel panico!!!" Esclamo nonappena Harry apre gli occhi.
"Va bene, appena avrò un po' di tempo passerò da casa tua. Salutami Freddie e digli di farsi vivo ogni tanto, non lo vedo da tantissimo!"
Annuisco ed esco di fretta da casa Foster, attraverso la strada ed entro di corsa in casa mia.
"Dove corri?" Mi domanda Freddie tranquillamente mentre sorseggia il suo caffè.
"Sono mancata l'intera notte senza avvisare nessuno e tu non eri neanche un pochino preoccupato? Sarei potuta essere morta!" Esclamo incredula.
Con una pacatezza che non fa altro se non  innervosirmi Freddie manda giú un altro sorso di caffè.
"Come sta Harry?"
"Scusa?"
"Tesoro, certe volte sei un po' ingenua.
Vai a suonare a casa dei Foster alle undici di sera convinta che a loro non salgano dei sospetti? Avevano ipotizzato un litigio famigliare e per questo saresti andata a rifugiarti da loro.
Ovviamente la prima cosa che hanno fatto é avvertirci della tua presenza a casa loro"
"Oh..."
Sono un idiota! Effettivamente, me lo sarei dovuto aspettare...

That Blondie Drummer • Roger TaylorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora