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Erano le due e mezza di pomeriggio e Jisung come al solito era in ritardo.

Stava correndo da una parte all'altra della casa alla ricerca dei suoi vestiti, che ovviamente erano sparsi dappertutto, per fortuna senza provare più molto dolore per via degli antidolorifici presi la mattina stessa.

Effettivamente non sapeva nemmeno con cosa dovesse vestirsi, quindi stava cercando qualcosa che non sapeva nemmeno cosa fosse.

Alla fine prese una maglia bianca classica, un paio di jeans strappati qua e là e degli anfibi della dr. Martens, ovviamente con la suola alta di circa quattro centimetri.

Corse in bagno per mettersi un po' di fondotinta sul viso per coprire i lividi e magari anche i tagli che aveva e soprattutto quell'occhio nero.

Riuscì a coprire tutto grazie a tre quintali di trucco e alla fine corse in camera sua a prendere uno zaino, il telefono e gli auricolari che mise entrambi in tasca.

Con lo zaino corse nel suo studio per prendere computer, quaderni e un piccolo astuccio, i quali vennero tutti buttati all'interno in modo disordinato.

Chiuse lo zaino e se lo mise in spalla, prese poi una mascherina che aveva lì e se la mise.

Uscì dalla stanza mentre tirò fuori il telefono per controllare l'ora e notò mancassero quindici minuti circa.

"Cazzo cazzo cazzo" disse Jisung cominciando a correre giù per le scale di casa. Arrivò di fronte alla porta, prese le chiavi ed uscì subito di casa.

Chiuse la porta di casa a chiave e cominciò a correre, sapendo più o meno a memoria la strada per la casa discografica, non proprio vicina a dove abitava lui.

"Almeno così non ho troppa ansia" pensò fra se e se mentre continuò a correre, facendo anche slalom fra la gente che, al contrario suo, camminava tranquillamente lungo il marciapiede.

Corse per circa tutta la strada fino alla casa discografica e appena arrivò cercò un posto in cui potersi sedere ed individuando una panchina completamente vuota si avvicinò subito sedendosi mentre fece dei grossi respiri per riprendere fiato dalla corsa.

Si guardò anche un po' attorno per vedere se da qualche parte ci fosse Minho ma non lo vide, quindi tornò con lo sguardo di fronte a se e appena lo fece vide una macchina parcheggiare accanto al marciapiede, più o meno dov'era lui.

Continuò ad osservare l'auto e alla fine la portiera del passeggero si aprì e scese una persona che notò essere Minho.

Jisung, nonostante volesse alzarsi, rimase seduto ancora stanco morto dalla corsa fatta.

Minho chiuse la portiera dell'auto, la quale poco dopo partì e appena voltò lo sguardo vide qualcuno seduto su una panchina abbastanza vicina a lui. Guardando meglio quella persona vide che fosse Jisung e sorrise subito mentre si avvicinò a lui.

"Ciao" disse subito Minho con tono allegro fermandosi accanto a lui stando però in piedi.
"Hey" rispose Jisung, sorridendo a sua volta.

Jisung p.o.v.

"Ciao" disse Minho per primo sorridendomi, e già il mio cuore aveva cominciato a battere troppo velocemente per i miei gusti.
"Hey" riuscii a dire, miracolosamente senza balbettare e sorrisi a mia volta, comunque ancora con il respiro pesante.

"Come mai il fiatone?" chiese mentre io mi alzai, non so con quale forza, e lo affiancai per poi cominciare a camminare entrambi verso l'entrata.

"Ero in ritardo come al mio solito e ho dovuto fare tutta la strada di corsa" risposi con le guance che si tinsero di un rosso leggero.

"Era tanta la strada?" chiese Minho.
"Beh...tra i dieci e i quindici minuti...di corsa" risposi con le guance che assunsero un'altro po' di colore.

Sentii Minho ridere alla mia affermazione e io feci un sorriso piuttosto imbarazzato mentre ascoltavo con estrema attenzione la sua risata. "Tsk, anche questa è perfetta" pensai fra me e me.

Arrivammo di fronte alla porta dell'edificio e mi avvicinai per aprirla ma Minho passò davanti a me e la aprì facendosi da parte per farmi passare per primo.

Lo guardai e mi fece cenno di entrare. Così feci, borbottando un piccolo grazie mentre entrai. Mi voltai per aspettarlo e lo vidi entrare, chiudendosi la porta alle spalle.

Ci incamminammo di nuovo e io restai un passo più indietro per seguirlo, essendo non sapessi dove dovessimo andare.

Prendemmo un'ascensore e vidi che premette il pulsante del dodicesimo piano. Restammo in silenzio per tutto il tempo in cui l'ascensore si spostò e alla fine uscimmo, accedendo al dodicesimo piano.

Camminammo lungo il corridoio per una cinquantina di metri e alla fine Minho si fermò davanti alla porta di una stanza che, una volta che fummo al suo interno, si rivelò essere una stanza di registrazione.

"Siediti dove vuoi" disse Minho mentre si andò a sedere su un divanetto ed io annuii, andando a sedermi su una delle sedie girevoli mentre lo zaino lo appoggiai sul tavolino che c'era più o meno davanti ai divanetti.

"Quindi-" cominciò a dire Minho ma venne interrotto dell'apertura della porta.

Entrambi voltammo lo sguardo verso di essa e vidi Chan sulla soglia guardarci un po' perplesso.
"Jisung come mai qui?" chiese Chan guardandomi.

"Uhm, per una collaborazione...tu invece?" borbottai appena, un po' imbarazzato.
"Oh alla fine hai accettato? Bene ne sono contento" disse sorridendo subito "io invece lavoro qui" disse continuando a sorridere ed annuii in risposta.

"Allora vi lascio lavorare, pensavo fosse libera e quindi sono venuto qui, scusate" disse sorridendo un po' imbarazzato, guardando prima me e poi Minho.
"Tranquillo Hyung" disse Minho e subito dopo Chan ci salutò per poi uscire, chiudendo anche la porta.

"Come vi conoscete?" chiese Minho dopo un po' di secondi passati in silenzio, voltando lo sguardo verso di me.
"Huh...diciamo che era nel posto giusto al momento giusto" borbottai, non volendo dire il motivo effettivo che ci aveva fatto conoscere.

Minho annuì senza aggiungere altro, probabilmente avendo intuito che non ne volessi parlare e nella stanza si venne a creare nuovamente silenzio.

"Quindi, da dove vogliamo partire?" chiese Minho, rompendo il silenzio che si era venuto a creare, guardando nella mia direzione con un sorriso in volto.

I can not love you || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora