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Jisung p.o.v.

Aprii gli occhi e mi guardai un po' attorno ma non appena mi girai sul fianco sinistro chiusi istintivamente gli occhi per la forte luce che entrava dalle finestre, essendo che la sera prima non avevo chiuso le tapparelle.

Tirai su le coperte fino a coprirmi fin sopra la testa e mi rannicchiai un po' di più, volendo continuare a dormire.

Destino però volle che in quel preciso momento qualcuno, ovviamente mia zia, aprisse di colpo la porta di camera mia e in due secondi mi vennero tolte le coperte di dosso.

"Alzati, ho bisogno che tu vada a far la spesa per me, è il minimo dopo quello che hai detto ieri" sentii dire e subito nella mia mente si fecero spazio molti insulti abbastanza pesanti.

"Non ho intenzione di muovermi da qui" commentai senza nemmeno aprire gli occhi e rimanendo sul mio letto.

"Ora tu ti alzi, ti vesti, e vai a fare la spesa, ah e devi anche fare altre compere oltre a quelle" disse con un tono che non voleva ammettere assolutamente obiezioni, ma io ovviamente parlai di nuovo.
"Ho detto di no, vacci tu" risposi secco e venni subito colpito sulla gamba, ma non sentii poi chissà quanto dolore.

"Colpirmi non servirà a nulla" risposi come se fosse qualcosa di ovvio, cosa che sapevo bene l'avrebbe irritata maggiormente, ma non ci pensai molto.

"Vedi di alzarti ora altrimenti non uscirai da camera tua e non avrai alcun tipo di cibo" disse ed io sbuffai, stanco delle sue minacce, essenzialmente inutili.

"Uno, preferisco ciò piuttosto che stare con te e tuo marito, se così si può definire visto che vi fate le corna a vicenda, due, posso uscire dalla finestra, tre, non siete mai a casa e ora pensi che se tornate per quella settimana puoi prendere tutte le decisioni che ti pare sulla mia vita? Non funziona così, sono maggiorenne e maturo abbastanza da poter fare quel che mi pare, non sei nemmeno mia madre e non me ne fotte un cazzo se ora sono sotto la tua custodia, perché non mi ritengo sotto la custodia di una stronza che mi tratta come se fossi un fottuto oggetto o animale che fa quel cazzo che vuole" dissi nel tono più pacato che avessi mai avuto in tutta la mia vita, mentre aprii solamente un'occhio, per guardarla.

La vidi rossa dalla rabbia e con tutto me stesso riuscii a sopprimere un sorriso fiero che mi stava spuntando sul volto e alla fine mi alzai, aprendo entrambi gli occhi e guardandola dritto negli occhi.

"D'altra parte uscirò e farò quelle compere, lascia i soldi sul tavolo e scrivimi quello che devo prendere su un foglietto, ora esci che mi devo vestire" dissi e la vidi andare verso la porta mentre borbottò qualcosa che non riuscii a comprendere, molto probabilmente un'insulto o qualcosa di simile, e chiuse poi la porta.

Mi alzai dal letto mentre ridacchiai leggermente e mi avvicinai subito all'armadio, presi un paio di pantaloni ed una felpa e mi vestii velocemente.

Misi un paio di scarpe, afferrai le cuffie, un mp3 ed uno zaino in cui buttai il mio portafoglio, tutti gli altri risparmi che avevo e un altro paio di cose che potevano servirmi come il computer, un quadernino su cui scrivevo ogni tanto qualche testo e un altro paio di cose.

Uscii da camera mia, chiusi velocemente la porta e scesi le scale entrando in salotto. Mi diressi verso il tavolino dove vi erano i soldi di mia zia assieme al foglietto, li presi ed uscì velocemente di casa senza nemmeno salutare.

Appena fui fuori camminai un po' lungo il marciapiede e quando vidi un cestino accartocciai subito il foglietto con le cose che aveva scritto sopra buttandolo là dentro.

"Illusa. Le compere te le fa' Gesù cristo magari" commentai continuando a camminare diretto verso il centro commerciale.

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I can not love you || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora