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3rd p.o.v.

Minho e Jisung erano seduti sul divano, uno stretto all'altro, mentre il più piccolo non smetteva di parlare di quanto il più grande fosse bello nell'M/V della canzone del suo debutto.

Minho non smetteva di sorridere per la tenerezza di Jisung e ogni tanto, cioè spesso, gli rubava qualche bacio, non riuscendo a trattenersi, e il fatto che il minore ogni volta arrossiva non gli faceva passare affatto la voglia.

Minho stava baciando per l'ennesima volta Jisung, sta volta non era un semplice bacio a stampo, era un dolce e lento bacio, ma il rumore improvviso della porta fece separare di colpo i due.

Minho portò lo sguardo su di essa, ma appena vide chi vi era di fronte desiderò solamente scomparire.

"Minho cosa stavi facendo con quello?" chiese la madre di questo, con un'espressione estremamente disgustata in volto.

"Cosa ci fai qui?" disse Minho, con tono glaciale, guardando estremamente male sua madre. Jisung d'altra parte voleva solo sparire, non sapeva che fare, e aveva paura che Minho sarebbe finito nei casini a causa sua, e questa cosa non gli andava per nulla a genio.

"Ero venuta a congratularmi con te, ma a quanto pare c'è qualcun altro che si sta congratulando con te" disse la madre in tono acido, scrutando dalla testa ai piedi Jisung, che era onestamente in imbarazzo.

"Congratularti? Seriamente? Tu? Ma fammi il piacere" commentò Minho con tono ironico mentre si alzò in piedi e si avvicinò alla madre, e solo in quel momento notò un'altra figura dietro di lei, una figura femminile.

"Ora capisco perché sei venuta" disse Minho, guardando qualche secondo la ragazza dietro sua madre, per poi guardare quest'ultima.

"Puoi andartene, stai sprecando solo il tuo tempo" disse Minho schietto ma la madre rimase lì.
"No Minho, non mi importa, ho accettato di tutto. Ho accettato il tuo comportamento prepotente, il fatto che volessi fare danza, il fatto che volessi fare altro nella tua vita che non aveva a che fare con l'azienda di famiglia, ma ora non accetto anche che tu non abbia alcuna relazione, o meglio, che tu la abbia con questa specie di frocetto che ti ha manipolato la mente facendoti diventare come lui, non posso accettare anche questo" disse la madre mentre Jisung abbassò la testa e sentii le lacrime formarsi nei suoi occhi a causa di quelle parole.

"Esci da questa casa, adesso" disse Minho, con un tono di voce che non ammetteva obiezioni.
"Non-" provò a dire la madre ma Minho non la lasciò parlare.
"Ho detto di uscire da questa casa, non ho intenzione di sentire un'altra parola da parte tua sulla mia vita e soprattutto su chi fa parte di essa, vattene" disse di nuovo Minho, guardandola con uno sguardo quasi assassino e alla fine la madre si arrese ed uscì da casa di Minho assieme alla ragazza, che per tutto il tempo non aveva proferito parola.

Minho chiuse la porta, o meglio, la sbattè con una forza che fece tremare leggermente il quadro appeso accanto ad essa, e, appena si girò notò Jisung, in piedi, mentre si metteva la giacca addosso.
"Hey, dove vai?" chiese mentre si avvicinò subito a lui.
"Torno a casa" borbottò lui, senza nemmeno guardarlo e appena provò a sorpassarlo Minho lo afferrò dal polso e lo avvicinò a se, stringendolo in un'abbraccio.

"Jisung nulla di ciò che ha detto è vero ok? Mi spiace così tanto che ti abbia ferito, non permetterò più che accada ok? Per favore non andartene" disse Minho, allontanandolo leggermente per poterlo guardare negli occhi.

Notò che gli occhi di Jisung erano colmi di lacrime e gli diede subito un piccolo bacio a stampo, per poi passare le maniche della sua felpa sui suoi occhi, nella maniera più delicata possibile.

"Resterai?" chiese Minho, facendogli un piccolo sorriso e a Jisung si sciolse il cuore alla vista di quel maledetto sorriso che amava tanto.
"Va bene...ma non per molto" disse Jisung e Minho sorrise subito, baciandolo un'altra volta.

I can not love you || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora