C'mon, let me change your ticket home

158 4 1
                                    


Rendere felice una persona é incredibilmente appagante. Veder sorridere dalla gioia qualcuno a cui tieni é meraviglioso, il cuore scoppia di gioia, i pensieri diventano positivi, le gambe tremano e il sorriso non scompare.
Così si sentivano i ragazzi quando hanno visto l'espressione di Emma, lei era felice e incredula, come se nessuno potesse rompere la sua bolla di serenità, di attimi che si susseguono lieti. Nella sua bolla c'era tutto quello di cui aveva bisogno. Era fiera della sua nuova vita, di quegli amici che erano arrivata a salvarla.
Era incredula di tutto l'amore che Louis le dimostrava, amore che sapeva sarebbe durato a lungo. Non credeva che sapesse amare, non credeva che il suo cuore sarebbe appartenuto a qualcuno. Ma poi é arrivato lui, con i suoi mille difetti che ha saputo riempire le ferite di quella ragazza che per troppo tempo aveva vissuto nascosta dal mondo.

Louis'Pov
"Ci vediamo tra dieci minuti da Emma" scrivo nel messaggio che mando ai ragazzi.
Sono fuori la porta con il mio borsone da viaggio e lei non sospetta nulla. Sa solo che trascorreremo tre giorni lontato da Bedforda in preda all'avventura.
Niall mi apre la porta, sorridente ed eccitato per la sorpresa organizzata. "Buongiorno Horan, siamo pronti?" "Louis, se le sorelle "prepariamo la valigia la mattina " si muovono potremmo anche andare" urla per farsi sentire. Rido e vado in cucina a salutare Nonna Grace.

Dopo cinque minuti vedo Emma e Grace scendere le scale con due borse ciascuna, cosa si saranno portate dietro?
"Ciao Tommo" mi saluta Emma regalandomi un bacio sulle labbra. "Sei pronta per un ottimo fine settimana amore mio?" Le chiedo.
"Louis smettila e aiuta tua cognata incinta di tuo nipote, prendi la borsa" urla acida Grace.           "Grace sai sempre essere gentile'' mi precede Emma richiamandola. ''Nonna noi andiamo, ti voglio bene" esclama la rossa prima di ricevere un abbraccio dall'anziana.


"Emma dobbiamo bendarti" dice Liam. "Non esiste, come faccio a camminare?" Si rifiuta. "Oh andiamo, muoviti. Ti porteremo in braccio se sarà necessario. Fa ciò che dice Liam." Le ordina Kim. Esitante, Emma si lascia bendare.

Emma's pov
Ci siamo divisi in due macchine, essere privata della vista non mi piace.
In macchina con me ci sono Louis, Niall che guida e Grace.
"Non mi direte cosa avete in mente vero?" Chiedo consapevole che nulla mi sarà confessato.
"Emma forse dovresti addormentarti, il viaggio é lungo"
"Grace, quanto sei gentile" dico sarcastica, prendo il mio I-pod e "wonderwall" cantata da Louis é l'ultima cosa che ricordo.

Mi sveglio forse dopo ore, sono ancora più stanca di prima e il collo mi fa male.
Non ho più la benda e la luce del sole mi infastidisce.
É il sette febbraio sono le undici del mattino e noi siamo a Londra.
Io non ci credo. Mi strofino gli occhi più volte prima di credere dove realmente sia.
Non ci credo. Cosa gli é venuto in mente?
"Sorpresa!" Urlano in sincronia mia sorella, il biondo e Lou.
"Ma Perché? "
"Perché passare un compleanno a Londra era il tuo sogno" mi ricorda Grace. "É da quando avevi 15 anni che non fai altro che ripeterlo mia cara sorellina "
"Voi siete la cosa più bella che ho!" Dico, più contenta che mai.

Siamo in un bed&breakfast accogliente e intimo, abbiamo posato i bagagli e io non vedo l'ora di uscire lì fuori a respirare aria che mi é mancata, che mi appartiene. Manco qui da troppo e non avevo immaginato di tornarci ora.  Stiamo camminando lungo il Tower Bridge, il Tamigi é grigio e freddo, l'inverno sta facendo il suo dovere. Il vento soffia forte, ma le nuvole non coprono il sole, e i raggi riscaldano il viso e l'anima. Louis sta scattando tantissime foto.  "Lou facciamone una io e te" dico. Siamo rivolti dal lato del Big Ben, lo abbraccio e sorrido e lui mi bacia una tempia, mentre Niall si diverte a farci foto prendendosi gioco di noi mentre tutti ridono ad ogni sua stupida battuta.


Le scarpe mi fanno male, e mi chiedo perché abbia accettato di camminare con un tacco dodici. Il vento gelido mi attraversa il cappotto. Le gambe sono congelate. Stringo la mano di Louis; abbiamo cenato in un ristorante francese, é stato insolito e romantico.  Londra di notte é meravigliosa, la London Eye brilla maestosa nel cielo e non posso evitare di alzare lo sguardo e ammirarla. Ci fermiamo lungo la riva sinistra del fiume, seduti su una panchina. manca poco alla mezzanotte, appoggio la testa sulla spalla di Louis respirando aria di casa. "Che hai polpetta?" Mi chiede.                   " Sono felice. Lo sono per davvero. Ma no perché siamo qui, questo posto é solo alla punta della mia piramide di felicità. Louis a volte penso che io non ti dimostri quanto io realmente ti ami." Confesso. "Lo fai ogni giorno, lo hai fatto dalla prima promessa che ci siamo scambiati, che non svanirà, fino a quando saremo io e te. Noi che prendiamo tutto con leggerezza per vivere tutto senza rimpianti." Mi sta guardando negli occhi, azzurro nel verde. " Tu mi hai dato la forza di credere che non fosse tardi per me, che ci fosse speranza in questa vita. Mi hai aiutato a capire che il sole risorge, che il vento e la tempesta possono essere utili alla foresta. Dimmi, ancora, che non é tardi per me con le parole, con le frasi. Dimostrami che non esiste ragione che possa dividerci, dimostrami che saremo sempre io e te contro le nostre paure, contro i nostri demoni."  Gli dico, tutto di un fiato. Ho le lacrime agli occhi, lo amo e lo amo con tutta me stessa . Mi fa alzare in piedi il mio vestito rosso riflette la luce del lampione, siamo abbracciati. Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio, con tutto il mio desiderio di sentire sulle mie labbra il suo sapore.  "Ti amo Emma, con ogni fibra e cellula di cui questo mio corpo è composto. Buon ventunesimo compleanno amore mio!"  Stavolta è lui a baciarmi.

Vedo i ragazzi in lontananza, ci avrei scommesso che ci avrebbero raggiunto. Cantano in coro quella fastidiosa canzoncina che adoro. Hanno una torta e ventuno candeline, esprimo il mio desiderio e le spengo una ad una.
"Auguri piccola donna" mi sussurra Kim.
"Vieni qui rossa" mi attira Zayn tra le sue braccia, stringendomi forte.
"Auguri sorellina, grazie per ogni percorso affrontato insieme, per esserci ancora, io e questo piccoletto ti amiamo" mi dice Grace, quasi in lacrime, ormoni da donna incinta.
Liam e Harry mi stritolano in sincronia, poi corro dal mio biondo che mi regala un sorriso che mi fa scoppiare l'anima, stringendomi tra le sue braccia e baciandomi in testa.

"Grazie ragazzi, vi amo uno ad uno" urlo mentre camminiamo verso le auto. "Domani mattina sapremo festeggiare meglio " dice Niall. "Zitto stupido" lo rimprovera Grace. Povero bimbo nelle mani di quei due.
Ad un tratto io e Grace ci blocchiamo. Ho le gambe immobili e il cuore a mille, non posso crederci.
"Emma perché i tuoi genitori sono a Londra? Perché quell'aria di sfida?" Chiede Niall, prima che possa sentire urlare Kim che dice: "Merda!".



*******

Scusate il ritardo davvero, non so se qualcuno legga questa storia, ma ormai mi sono affezionata e continueró a scriverla.
Grazie a te che hai letto, al prossimo capitolo.

Take me back to the start || Louis Tomlinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora