14. ..lontano dal cuore.

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Nelle settimana successive Remus e Sirius si ignorarono completamente. Remus non gli degnava più nemmeno di uno sguardo. Il moro pensava che si dovesse essere davvero senza cuore per cambiare radicalmente come aveva fatto Remus eppure sapeva che non era da lui. Ma, nonostante Sirius rispettasse la scelta di Remus, era stanco di fingere, di ignorare qualcuno che non poteva e non riusciva ad ignorare, qualcuno che vedeva tutti i giorni.
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Era una domenica mattina. Remus si svegliò presto, come sempre. Quel giorno non aveva voglia di fare colazione così si vestì e andò semplicemente nel suo studio. Doveva iniziare a correggere i test di tutti i ragazzi del secondo anno. Prese un plico di fogli e iniziò a sfogliarlo. In quel momento si accorse che sopra a quella pila di fogli c'era una lettera. Non sapeva da chi fosse perché non l'aveva scritto ma appena l'aprì riconobbe la calligrafia.

"Caro Remus,
Da quando hai deciso di ignorarmi non ho più un senso in questa scuola. Mi è piaciuto incredibilmente insegnare, ma non è un ruolo che mi si addice. Dopo che tu mi dicesti di starti lontano parlai con Emma dicendole che ci avevo provato, a riavvicinarmi a te. Lei mi disse che io non lo avevo fatto bene ma evidentemente non sa che dal giorno in cui ti ho visto per la prima volta, venti anni fa, non ho smesso di provarci e riprovarci. Ho sempre messo il tuo bene prima del mio e anche quando credevi che volessi lasciarti io, invece, facevo di tutto pur di non farlo. Ci sono volute due ragazze e tre figli per provare a dimenticarmi di te ma, con l'immenso amore che provo per loro, io ancora non ti supero. Sto seguendo il tuo consiglio, ti starò lontano, letteralmente. Mi sono licenziato e per quando leggerai questa lettera io sarò già ben lontano. Sappi che non sposerò nessuno perché non è quello che voglio.
Sarò sempre tuo, Sirius."

Remus rimase per un po' immobile, poi entrò Emma.
"PAPÀ!"
"Emma, stanne fuori."
"DEVI ANDARE DA LUI, PRIMA CHE SE NE VADA."
"Emma.."
"Per favore, fallo per me.."
Remus la guardò per qualche secondo negli occhi, poi si alzò.
"E va bene" e si diresse verso l'ingresso.
Quando uscì notò che Sirius era arrivato nemmeno poco prima del ponte così urlò dall'altra parte del cortile per farlo girare.
"DOVE HAI INTENZIONE DI ANDARE?"
Sirius si fermò e stette per qualche instante fermo poi si girò mentre Remus si avvicinava a lui.
"A CASA MIA"
"PER QUALE MOTIVO? NON SEI RIMASTO NEMMENO PER UN MESE"
"BEH FORSE NON FA PER ME QUESTO LAVORO."
Remus non rispose ma si limitò a raggiungerlo all'inizio del ponte mentre alcuni studenti, che avevano finito di fare colazione, uscirono fuori attirati dalle urla ma Remus continuava a camminare. Sirius glielo fece notare.
"Remus, tornatene dentro, non è il caso."
"Sai, non credo che sia per il lavoro che tu te ne vada"
"Ah no?"
"No. Ho letto la lettera."
"E quindi?"
"E quindi dice tutt'altra cosa"
"Secondo me non sono affari tuoi del perché me ne vado."
"Si invece. Se non fossero stati affari miei non mi avresti scritto una lettera dove fai esplicitamente capire che te ne vai perché sei stanco di ignorarmi e di essere ignorato."
"Me ne sto andando per cercare di stare lontano da te, come mi hai detto"
"Non intendevo in questo modo"
Sirius poggiò il suo baule per terra.
"A ME SEMBRA L'UNICO MODO. COME PRETENDI CHE TI IGNORI VEDENDOTI TUTTI I GIORNI? DIMMELO, MH?"
"Sirius non urlare."
"NO, NON CAPISCI. SONO STATO PER TROPPO TEMPO IN SILENZIO. SEMBRA CHE TU FACCIA DI TUTTO PER RENDERMI LA VITA COMPLICATA. PRIMA PIOMBI NELLA MIA VITA DOPO QUATTRO ANNI CHE NON CI VEDEVAMO E CONFESSI DI PROVARE ANCORA QUALCOSA. ADDIRITTURA HAI LASCIATO TONKS. E ORA INVECE MI EVITI. SCUSA REMUS, MA ORA NON CI STO PIÙ."
Sirius recuperò il baule e fece per andarsene ma Remus glielo tirò da mano e lo posò di nuovo.
"No, sembra che tu sia tornato indietro a quando avevi quindici anni perché ti stai comportando da ragazzino. Da quando scappi dai problemi? Da quando scappi da me?"
"LASCIAMI VIVERE LA MIA VITA REMUS"
"QUESTA NON È VITA SE STAI CON UN'ALTRA E PENSI ME. DEVI DIMENTICARMI."
Sirius lo fissò negli occhi.
"Tu credi non ci abbia provato? Tu credi davvero che io mi volessi sposare perché amavo Marlene. No, io volevo sposarla perché amo te. Sono passati quattro fottuti anni e tu non esci dalla mia testa. Ora, se non ti dispiace, dammi il baule e fammene andare da qui prima di attirare altre persone."
Remus si voltò leggermente per notare che tutto il cortile era pieno di studenti e anche professori.
Guardò per un po' Sirius ma non si smosse.
"Che cosa vuoi da me? Perché non vuoi lasciarm-"
Non finì la frase. O almeno non potette. Remus si precipitò sulle sue labbra mentre lo tirava per i fianchi verso di lui. Intanto, non se lo sarebbero mai aspettati, molti studenti esultarono anche. Sirius si staccò.
"Rem tu avevi detto che-"
"Zitto e baciami"
Sirius sorrise e tornò a baciare Remus mettendogli le mani attorno al collo.
Dopo un po' evidentemente i due si sentirono osservati perché si staccarono. Remus si avvicinò all'orecchio di Sirius.
"Posa le tue cose e raggiungimi nel mio studio"
Sirius così si allontanò.
"NON C'È PIÙ NULLA DA VEDERE QUI, FORZA TUTTI DENTRO" Remus cercò di mandare via tutti gli studenti che erano usciti fuori. Poi si diresse verso il suo studio. Entrò e trovò Sirius già seduto sulla sua cattedra con delle chiavi in mano.
"Dovresti cambiare nascondiglio"
Remus rise e chiuse la porta.
"Ora che dirai a Marlene? Sicuramente verrà a saperlo."
"Dirò che mi dispiace ma non la amo e bla bla bla.."
Remus si avvicinò a Sirius che però si spostò.
"Mh, non so se dovrei perdonarti sai. Infondo.." scese dalla scrivania "..perché dovrei?" Disse ironico.
Remus sorrise quasi infastidito e si morse la lingua.
"Molto irritante..."
"Guardati, hai disperatamente voglia di sesso.." rise.
"D'accordo, d'accordo. Credo di riuscire a cavarmela da solo."
"Vero, ma.." lo spinse al muro più vicino bloccandolo per i polsi "..io credo di essere più bravo."
Sirius si allungò verso il collo del biondo che si liberò e lo portò di nuovo sulla scrivania.
All'improvviso si spalancò la porta che, ovviamente, Remus non aveva chiuso a chiave e che fece scattare le teste dei due.
"Tremendamente disgustoso." Era Piton.
"Severus, spero che la tua visita abbia un fine." Disse Remus.
"Credimi, avrei preferito non vedere questo quadro rivoltante ma purtroppo Silente vuole il professor Black nel suo ufficio. Quindi ricomponetevi e ricordatemi di non mettere mai piede qui dentro."
Dopo di che si voltò e se ne andò.
"Io lo ammazzo"
"Sirius vai da Silente, vorrà parlarti della tua cattedra di incantesimi siccome tu da coglione ti sei licenziato."
"Vieni anche tu"
"Mh.. direi che prima faccio una doccia, che dici?"
"Si, giusto. Allora vado." Stampò un altro bacio a Remus e uscì dallo studio mentre quest'ultimo si precipitò a fare una doccia.
Effettivamente Remus aveva ragione, Silente voleva parlare del posto a Sirius.
"Accomodati pure." Concesse Silente.
"Albus, voleva vedermi?"
"Proprio così Sirius. Tu ti sei licenziato, se non errò ieri sera."
"Si, ma mi scusi e spero di non seccarla se le dico di aver cambiato idea."
"Le ha fatto cambiare idea qualcosa... in particolare?" Chiese il preside ma Sirius sapeva bene che Silente non era sciocco.
"Credo, Albus, che lei lo sappia molto bene." Sorrise e Silente dopo di lui.
"Oh già. L'amore. Che tremenda ironia dire che faccia stare sempre bene. Accetta un consiglio da chi non ha potuto seguirlo: non lasciartelo scappare di nuovo."
"Mi creda preside, non ho intenzione di farlo."
Silente sorrise di nuovo.
"Quindi insegnerò ancora, giusto?"
"Ma certo, professor Black."
Sirius lo ringraziò e uscì dal suo ufficio.

Se mi lasci ti aspetto||wolfstar storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora