Era la penultima ora e c'era un professore di supplenza che avrebbe dovuto spiegare e interrogare sulla lezione del giorno.
Nell'aula c'era un delirio totale,mentre l'insegnante con il giornale tra le mani e una gomma da masticare tra i denti ignorava completamente tutto ciò. Quella strafottenza mi faceva innervosire, perché io non avrei finito in tempo il tema che avrei dovuto recuperare a causa della poca concentrazione, e a lui alla fine l'avrebbero pagato comunque anche se non svolgeva il proprio lavoro.Tra i miei pensieri c'era Evan, il mio migliore amico.
Non lo sentivo ne lo vedevo da due giorni, ed ero abbastanza preoccupata.Al suono della campanella erano tutti diretti verso la porta come una mandria di animali inferociti, mentre il professore continuava ad ignorarli.
Mentre aspettavo che tutti uscissero posavo con tutta calma la mia roba nella borsa, tranne il tema che avevo fatto durante quell'ora fetente.«Pretendono di venire promossi con un comportamento del genere..» diceva lui tra se e se mentre posava il giornale nella cartellina.
«Già» lo assecondai. «Ecco il tema, professore» continuai.
«Va bene» lo osservò per qualche secondo. «lo consegnerò io al tuo professore» sorrise leggermente.
Lo ringraziai e mi diressi verso la porta.
Mentre mi girai per salutarlo urtai contro una ragazza che stava venendo dalla direzione opposta alla mia.
«Scusami» dissi.
Non feci neanche caso a chi fosse, con i mille pensieri che avevo in mente in quell'istante.
«Alex, ti aspettavo cara» sentii di sfuggita il professore.Diretta verso gli armadietti decisi di richiamare Evan, che dopo due squilli rispose.
«Evan. Dio, come stai?»
«Sto in piedi, dietro di te»
Era proprio dietro di me; aveva chiaramente l'aspetto di chi non era chiuso in quella specie di carcere da cinque ore. I capelli castano chiaro perfettamente in ordine, una camicia a mezze maniche e un jeans chiaro; tutto perfettamente abbinato ai suoi occhi celesti.
«Dove sei stato?» mi accigliai.
«Intendi in generale o stamattina?» sorrise.
«Entrambi»
«Scusa se non ti ho chiamato in questi giorni tesoro, ieri ho scopato con il bono del Sound.B» sussurò emozionato.
«COSA?» urlai, felicemente incredula.Il Sound.B era un locale frequentato maggiormente da persone omosessuali, in cui si beveva e ci si divertiva. E dietro l'angolo c'erano delle scale spesso occupate da innocui drogati froci, persone che avevano intenzione di scopare o slinguazzarsi e ragazzi e ragazze che si facevano spesso erba.
In giro a quel posto si trovavano abbastanza eterosessuali, ma c'erano maggiormente gay.
Evan frequentava quel posto li, e il 'Bono' del Sound.B era il ragazzo più bello e desiderato lì intorno dai gay e le ragazze etero.
E a quanto pare aveva scopato proprio con il mio migliore amico.«Si cara, hai capito bene» si vantava. «E non è stata una cosa del momento. Siamo stati insieme tutta la mattinata» era contentissimo.
Stava davvero prendendo una cotta per lui.
«Troia, aiuto non posso crederci» ero felice per lui, tantissimo.
«Hei troiette» ci raggiunse Abbie.
«Evan sta uscendo con il bono del Sound.B» le comunicai emozionata.
Eravamo uno sotto il braccetto dell'altro.
«Ma dai Evan!» era incredula anche lei.Abbie era etero, ma frequentava quel posto insieme ad Evan comunque.
Io invece non l'ho mai frequentato. Non l'ho neanche mai visto. Tutto ciò che sapevo mi era stato riferito da loro. Mia cugina aveva davvero una bella reputazione li, e anche a scuola.Era bellissima, alta e slanciata, con gli occhi verdi e i capelli neri lunghissimi sempre al proprio ordine. Portava gli occhiali, che lei indossava raramente. Il fatto era che con gli occhiali era ancora più bella. Aveva un sorriso bellissimo, una carnagione olivastra e un fisico da Dio nonostante non avesse mai fatto sport. La cosa più bella di lei era il fatto che nonostante l'aspetto estetico potesse dar a tutti l'impressione di essere una ragazza vanitosa, falsa ed egoista, era completamente il contrario; gentile, simpatica, leale, divertente, dolce e sincera. Era una persona fantastica.
«Si si care mie! Non ci posso credere neanch'io!» rise.
«Io ancora devo trovare un ragazzo fedele» disse Abbie.
«E che ti faccia godere!» continuò lui.
Io ed Evan scoppiammo in una risata.
«Ragazzi!» ci rimproverò.
«almeno hai una vita socialmente attiva, io nemmeno quella ho» dissi ironizzando disperatamente.
Salimmo nell'auto di Evan, una Punto.
«Sei tu che non vuoi averla» disse lui.
«Non posso averla, è diverso»
«Dove andiamo?» chiese Evan.
«A prendere la bambina» risposi.
«E a mangiare» continuò Abbie.
«Solita vita Sam» disse lui.
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SAM || By Athelophobian.
Teen FictionNonostante i problemi e le difficoltà che Sam, una sedicenne ragazza americana, trova nel percorso della sua vita, è sempre pronta a sorridere e andare avanti per la sua piccola sorellina. A causa del suo essere altruista, gentile e spesso occupata...