Quando poi tornammo a casa io e Abbie non parlammo quel giorno. Parlammo solo tre giorni dopo. Di venerdì. Fu una giornata tremenda.
Una giornata veramente di merda.In classe ci fu un tema a sorpresa, ed io consegnai il foglio in bianco. Non
mi ero preparata per niente. Questa cosa del tema a sorpresa mi scazzò tantissimo. Poi, era già un giorno che non avevo notizie di Alex, e quel venerdì non venne a scuola, quindi non la vidi nemmeno quel giorno.Quando andammo a prendere Kay, mi ricordai troppo tardi che quel giorno sarebbe uscita un'ora dopo, quindi aspettai per un'intera ora fuori la sua scuola. Ero anche a piedi. E nervosa.
Però pensai di calmarmi perché Kay non avrebbe dovuto vedermi così.Dopo finalmente un'ora tutti i bambini uscirono, e mia sorella tra loro non c'era. Dovetti salire su fino in classe. Kay era lì che piangeva perché dei bambini l'avevano presa in giro riguardo il fatto che non avesse ne il papà ne la mamma. Vedere Kay in quelle condizioni per un motivo del genere non solo mi spezzò il cuore, ma mi fece arrivare la pazienza al culmine. Tanto che decisi di prendere dei provvedimenti. Dissi alla maestra di convocare i genitori di quei bambini il lunedì seguente in modo da parlarne con loro. Ero scazzata al massimo. Però in presenza di Kay cercai di sembrare felice, calma e sorridente. Come al solito.
Quel venerdì non la portai dalla zia. Dissi che sarebbe potuta restare con me. I sensi di colpa, riguardo al fatto che lei sarebbe stata dalla zia e io a divertirmi, ritornarono, quindi non mi andò davvero per nulla di lasciarla sola durante il weekend.
Ma la giornata non finì lì. Magari fosse finita lì.
Dopo che riuscii a calmare Kay, tra solletico e cibo, ritornammo a casa. Era stanchissima, così le rimboccai le coperte e le dissi di riposare. Poi andai al salotto sul divano, e raccontai ad Abbie tutto quello che era successo. Mi disse di essere forte come sempre e mi rassicurò che sarebbe presto passata quella giornata di merda.«Non ho neanche sentito Alex oggi» dissi spontaneamente.
«Neanche io l'ho vista a scuola» disse.
«Non è andata a scuola oggi. Non la sento ne la vedo da due giorni»
«Si farà sentire presto» mi rassicurò.
«Approposito. Ma noi non dovevamo parlare?» le chiesi.
«Sam non è giornata» mi consigliò.
«No, davvero. Dimmelo. Che cambia. Tanto già è una giornata di merda, almeno non mi si rovinerà un'altra giornata in cui magari sono felice»
«Ne sei sicura Sammy?» mi chiese.
Già quando mi chiamò in quel modo pensai che ci fosse qualcosa che non andava. Decisa, dissi; «Si davvero».«Beh. Sono mesi che Alex si è fissata. Con una ragazza che conosce da circa nove mesi. Se n'è innamorata dopo due mesi. Questa ragazza lo sa perché gliel'ha detto Matt. Alex non credo sappia che questa ragazza sa tutto, ma comunque sa che è un sentimento che deve per forza reprimere, perché questa ragazza è etero. Le vuole bene, ma da amica» Mi guardò.
Con uno sguardo che disse tutto. Capii all'istante che Alex era innamorata di mia cugina. Abbie.
E il mondo mi cadde addosso. Nonostante sapessi che non avrei dovuto per nulla preoccuparmi perché per Abbie Alex era solo un'amica, quella cosa mi spiazzò completamente e lo notò anche Abbie. Lo vide anche Abbie che quella cosa mi spiazzò del tutto.
«Ah» dissi con un filo di voce «È innamorata di te» continuai.
Lo sguardo proprio perso nel vuoto. «Perfetto» dissi tra me e me.
«Sai che con me puoi star tranquilla, vero? cioè..»
«Si questo lo so Ab, è solo che è stato un attimo sconvolgente» la interruppi. Incapace di muovermi.
«lo so. Hai diritto ad essere un attimo scioccata. Anche io ho avuto una reazione simile alla tua quando l'ho saputo. Ma non farti scoraggiare Sam»
«E cosa faccio adesso?» ignorai ciò che aveva appena detto.
«Non farti scoraggiare da questa cosa. Lei è un tuo obiettivo? Raggiungilo. Non pensare a nulla. E poi credo proprio che tu le stia facendo dimenticare quei sentimenti» disse
«Non dire cazzate» dissi.
«Come fai a non notarlo? Stai facendo in modo che lei provi attrazione per te senza che tu te ne renda conto e sta funzionando. Certo, lei è convinta che tu sia etero e forse penserà 'okay, adesso perdo la testa per un'altra etero'. Ma so che se succederà non sarà un sentimento inutile, perché anche tu provi qualcosa per lei. Mi intendi?»
«Ma lei non sa i miei sentimenti»
«E diglielo Sam! Prima che decida di reprimere tutto ciò che in lei potrebbe nascere per te perché convinta siano sentimenti inutili dato la tua eterosessualità» disse.
Aveva ragione. Se Alex sapeva che a me piacevano i ragazzi, non avrebbe mai fatto in modo che nascessero sentimenti per me. O meglio, li avrebbe repressi, dato che i sentimenti non si decidono. Ero confusa. Era una giornata di merda. Volevo solamente riposare.
«Mi scoppia la testa. Scusa Ab vado a riposarmi» dissi.
«Tranquilla. Non pranzi?»
«No non mi va»Mentre salivo su per andare in camera di Kay e poggiarmi sul letto insieme a lei, mi arrivò una telefonata. Era mio padre. Stranamente aveva ancora il mio numero. Pensavo mi avesse cancellato completamente dalla sua vita.
«Ciao tesoro» mi disse semplicemente.
«Ciao papà. Che c'è?» chiesi fredda.
«Come va?» chiese. Sembrava davvero interessato. Sembrava.
«Male. Va male papá. Però so che non ti interessa e so anche che mi hai chiamato perché c'é qualcosa che vuoi dirmi. Cosa c'é?»
Ero fredda. Ero fredda perché ero scazzata. E non mi importava di ciò che avrebbe pensato. Volevo solo togliermelo dalle palle.
«Cosa succede Sam?» insistè.
«Voglio solo che tu mi dica cosa c'è»
«D'accordo, se non ti va di parlarne non fa nulla. Volevo solo dirti che tra tre settimane arriverò lì. Ho bisogno di parlarti» disse.
«Riguardo cosa?» chiesi.
«Kay. Devo andare, ti richiamo» staccòQuel 'Kay' mi fece addormentare solo tre quarti d'ora dopo essermi poggiata sul letto. 'Chissà cosa può essere' mi chiedevo.
Quando mi svegliai erano le cinque del pomeriggio. Kay stranamente ancora dormiva. Mi alzai lentamente con cautela per non svegliare Kay, presi il telefono poggiato sul comodino e andai in camera mia. Presi una penna, un quaderno e un libro per fare i compiti che avrei dovuto portare il lunedì. La testa ancora mi faceva un po' male. Scesi giù, Abbie non era sul divano. Evidentemente era nella sua camera a studiare. Presi un'aspirina e poi mi misi sul divano.
Dopo circa una mezz'oretta il cellulare suonò. Era il suono che solitamente faceva quando mi arrivava un messaggio, quindi da subito capii che non fosse stato mio padre. Era Alex.'Scusa se non mi sono fatta sentire. Sono successi dei casini, sto di merda e devo ammettere di aver bisogno di te. Come va?' mi scrisse.
Quel 'devo ammettere di aver bisogno di te' mi fece sorridere per la prima volta in quella giornata. Fui davvero contentissima del fatto che mi avesse scritto una cosa del genere. Le risposi immediatamente.
'Sto di merda anche io. Giornata pesante. Di merda proprio. Non vedo l'ora arrivi domani' scrissi.In quel preciso istante in cui le scrissi che non vedevo l'ora che sarebbe arrivato il giorno seguente, decisi che le avrei parlato di quei sentimenti che provavo per lei e che le avrei parlato anche del fatto che fosse innamorata di mia cugina. In quel momento decisi che le avrei detto tutto. Decisi di seguire il consiglio di Abbie. Non ce la facevo più a tenermi tutto dentro. Avevo bisogno di dirglielo. E avevo bisogno di lei anch'io. Ero decisa e sicura. Gliel'avrei detto, e niente e nessuno mi avrebbe fermato.
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SAM || By Athelophobian.
Teen FictionNonostante i problemi e le difficoltà che Sam, una sedicenne ragazza americana, trova nel percorso della sua vita, è sempre pronta a sorridere e andare avanti per la sua piccola sorellina. A causa del suo essere altruista, gentile e spesso occupata...