14. Scoperte Traumatizzanti

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Ecco il capitolo! Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e come siete rimasti dopo averlo letto, questo capitolo è molto particolare! Baci xx

Trascorrere una serata con i miei migliori amici proprio come facevamo ai vecchi tempi mi fece molto bene. Evan reagì benissimo alla mia notizia, al contrario di come pensavo. E quando andammo a prendere mia sorella fui contentissima di rivederla più di tutte le altre volte; era come se non la vedessi da tempo, e finalmente avrei potuto abbracciarla. Forse era il mio umore che era contagioso, chissà. Alex mi rese talmente felice quella sera che ero felice per qualunque cosa accadesse.

Però da quando se ne andò così spontaneamente a causa di quella chiamata, la preoccupazione non riusciva proprio ad andare via. Tra tanti sguardi a scuola ero continuamente in cerca del suo, ero continuamente attaccata al telefono con la speranza di ricevere una sua chiamata, o magari un suo messaggio. Ma niente di tutto ciò accadde per circa tre giorni consecutivi. Provai a chiamarla più volte, oltre che ad inviarle numerosi messaggi, ma rispondeva sempre quella fottuta segreteria telefonica che ogni volta mi rendeva sempre più tesa.

Verso l'ora di pranzo del mercoledì seguente, esattamente dopo tre giorni che Alex non si faceva sentire, al termine delle ore scolastiche decisi di contattare il suo migliore amico per avere il suo indirizzo di casa. Matt mi diede l'indirizzo ma senza ricordare il numero civico, così tornai da Evan per chiedere in prestito l'auto e iniziai ad avviarmi verso quella strana strada che mai in vita mia avevo sentito prima d'ora.

Ricordo che non pranzai neanche, l'ansia era troppa. E anche la paura. Avevo paura che il padre le avesse fatto qualcosa. Ne avevo proprio il terrore.

Mentre aspettavo il messaggio di Matt, che intanto cercava di sforzarsi nel ricordare quel insignificante numero, decisi di fare un giro per il quartiere dove Alex, a quanto pare, viveva.

Era a circa dieci isolati di distanza da casa mia, ed era un quartiere molto strano. Le case erano tutte dello stesso colore, di un grigio scuro e spento che rendevano l'atmosfera ancor più cupa di quanto già non lo fosse. Le strade erano tutte molto strette, ed erano composte da vicoli e vicoletti maggiormente tutti ciechi. Di negozi non ce n'erano proprio, a parte qualche bar vuoto ogni venti metri.

Già verso quell'ora per strada non c'era un'anima viva, era tutto così silenzioso a parte alcuni uccellini cinguettanti nascosti sui quei pochi rami ancora vestiti di foglie verdi. Per il resto tutti gli alberi erano spogli. Cosa molto strana dato che in quel periodo dell'anno gli alberi sarebbero dovuti essere pieni di foglie di color verde intenso.

Quella giornata il cielo era di un color grigio chiaro che sembrava intonarsi perfettamente con le case di quel quartiere. In giro c'erano nuvole dappertutto, e c'era un vento freddo che non smetteva di soffiare. Non avevo con neanche un ombrello, o un cappotto.

Per un certo momento sperai che Matt mi avesse dato un indirizzo sbagliato, dato che non riuscivo a spiegarmi come Alex riuscisse a vivere da sedici anni in un posto del genere. Era tutto così triste. Quel posto era davvero molto triste.

Il mio quartiere non era molto distante, eppure sembrava fosse sempre estate anche d'inverno con la pioggia a catinelle. Le case erano tutte di colori diversi e s'intonavano perfettamente con il doppio arcobaleno che spesso spuntava dopo la pioggia. C'erano negozi dappertutto che rendevano tutto così accogliente, che rendevano l'atmosfera così serena e pacifica.

Mentre per quelle strade della 24th Street c'era un aria così pesante.

Sembrava vivessimo in due città diverse. Mentre eravamo solamente e pochi isolati di distanza.

Matt mi inviò il messaggio quando mi fermai a fissare un campo di grano immenso di fronte la strada perchè mi parve di vedere un qualcosa oppure un qualcuno.

SAM || By Athelophobian.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora