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- Dam, ormai è un mese che stiamo insieme, io te volevo chiede' sta cosa da 'n po' de tempo- dissi seria un sabato sera

- dimme tutto - esclamò addentando un biscotto

Tirai un respiro profondo

- voi venì a sta da me? Vojo di', stai sempre da me, ma te voi trasferì ufficialmente? - chiesi tutto d'un fiato attendendo una risposta

- va bene, domani vado a prendere 'e cose mie da casa e le porto qui, cuccioletta - mi rispose

- ew - reagii disgustata a quel soprannome di merda che mi aveva appena dato

- era pe' scherzà, nun te chiamerei mai cuccioletta - rise Damiano alla mia espressione

( Qui c'è una parte smut perciò se non volete leggerla scorrete fino a quando non vedete il prossimo avviso)

Mi abbracciò e quando si staccò lo baciai, ci staccammo per mancanza d'ossigeno e riprese a baciarmi con più passione, gli allacciai le gambe alla vita e in 10 secondi netti finimmo sul letto. Mi sfilò la maglietta e lo stesso feci io. Mi baciò tutto il collo scendendo fino in mezzo al seno. Gemetti dal piacere e lui non si fece problemi a far sparire il mio reggiseno e lanciarlo da qualche parte...forse finì anche fuori dalla stanza, lo stesso feci io con i suoi pantaloni.
Mi sfilò i pantaloncini e prima di sfilare anche le mutande ci giocherellò un po', fece volare via anche quelle e iniziò a baciarmi l'interno coscia.
Con un colpo secco feci sparire i suoi boxer, dopodiché si interruppe un secondo per sporgersi sul cassetto del comodino e prendere un preservativo.
Lo mise ed entrò in me. Dopo alcune spinte urlai il suo nome.
Continuammo per tutta la notte e mi addormentai con la testa sul suo petto.

(fine parte smut)

La mattina dopo mia madre entrò in casa, mentre noi dormivamo ancora e quando vide il mio reggiseno nel corridoio lanciò un urletto, che ci fece svegliare.
Damiano si svegliò di colpo, prendendo il bastone per prendere i vestiti

- Ce stanno i ladri! - urlò quando mi svegliai

- Che cazz...? I ladri?! - balzai giù dal letto tendendo l'orecchio

- Marie? - chiamò una voce con l'accento francese

- Ah è mia madre - dissi tirando un sospiro di sollievo, sospirò pure Damiano - maaa siamo qui! - urlai a mia madre, che era dall'altra parte del corridoio

Appena Damiano sentì i passi di mia madre andò nel panico

- che te prende? - gli chiesi confusa

- hai chiamato tu' madre e lei sta venendo qua, ma semo nudi! - mi informò e spalancai gli occhi

- CAZZO, È VERO! - urlai chiudendo la porta - MA' NON ENTRÀ, ME STO CAMBIANDO -

- io ti ho partorita, non devi vergognarti di me - fece lei di rimando spingendo la porta,che io tenevo saldamente chiusa

Guardai Damiano come per chiedere aiuto e lui urlò - SIGNORA, NON ENTRI PER FAVORE -

- ma sei scemo?! Ora penserà male - lo rimproverai

- be' se pensa male nun se sbaglia mica - rispose con un ghigno

- quello era Damiano? - domandò lei

- ehmmm sì - risposi incerta

- tranquila, lo so cosa avete fato, pensi che non abia visto il tuo regiseno per tera? - cerco di tranquillizzarmi, ma fece tutto il contrario, mi mise ancora di più in imbarazzo

(Se salto le doppie è per rendere di più l'accento francese)

- ci vestiamo e arriviamo...ma come sei entrata in casa? - chiesi all'improvviso

- non ti ricordi che mi hai dato una copia dela chiave? - rispose lei

In tutto ciò Damiano guardava la scena confuso.
Accidenti! Perché do sempre le chiavi a tutti?!
Ci vestimmo e uscimmo fuori dalla stanza da mia madre, con gambe tremanti, raccolsi le mie mutande e tutto il resto che era volato durante la notte.
Nel frattempo mia madre riempiva Damiano di domande

- vi preparo qualcosa da mansciare? Eri proteto, figliolo? -

Spalancai gli occhi e andai a salvare il mio ragazzo dalle grinfie di mia madre

- mamma! Smettila di importunarlo! - le dissi indignata

- ok ok, la smeto - fece lei, poi continuò - tra tre setimane ariva Rose e verà a stare qui da te -

- oh no, Rose! E perchè proprio qui da me? - chiesi inarcando un sopracciglio

- perché sì! E tu sarai gentile, non siete più due bambine - mi rispose con un dito davanti alla faccia

- ma poi che ce fai tu qua? che sei venuta a fa'? - domandai all'improvviso

- ero venuta a vedere che facevi, ma tranquila ora vado via...ah e voglio diventare nonna - urlò prima di uscire.

Alzai gli occhi al cielo e mi sedetti sul divano.

Damiano mi guardò interrogativo - chi è Rose? -

- è mia cugina, ha 17 anni, la odio, la odio, la odio - sclerai

- perché la odi così tanto? Che t'ha fatto? - mi chiese stranito

- da piccola me rubava 'e Barbie e i bambolotti e li scarabocchiava, scarabocchiava anche i suoi, poi andava dai miei zii piangendo e dando la colpa a me - esclamai arrabbiata

Lui venne sul divano e mi coccolò
- che antipatica che era tua cugina! -

- questo è niente in confronto a cosa me fece l'anno scorso - lo abbracciai e mi lasciai coccolare

- cosa? -

- ero fidanzata con un ragazzo, Matteo, Rose mi venne a trovare lo fece cadere ai suoi piedi. Fa sempre così con i ragazzi, li fa innamorare di lei e li usa soltanto per scopi... personali.
Li trovai a baciarsi come se lui fosse tranquillamente single, be' poi lo è diventato - raccontai arrabbiata - e...e...- continuai cedendo il posto alle lacrime

- e hai paura che faccia la stessa cosa con me? - continuò la frase per me

Annuii tra le lacrime e mi strinse più forte per trasmettermi sicurezza

- piccola, non devi avere paura, andrà tutto bene -

- è che tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata e non voglio perderti -  dissi guardandolo con gli occhi dolci

- e non mi perderai, starò attento te lo prometto - mi rassicurò prima di darmi un bacio e alzarsi

- dove vai? - chiesi

- oggi ho le prove con la band - rispose prendendo la giacca

Poi mi venne un'idea

- posso venire a sentirvi? - chiesi esaltata all'idea

- certo - fece con un sorriso

- cinque minuti che mi cambio - risposi facendo per alzarmi

- ma no, stai bene così -

- va bene, dai andiamo che sennò quei pazzi te menano - dissi alzandomi per prendere una giacca di jeans.

Una volta in piedi provai a fare qualche passo, ma le gambe mi tremavano.
- stronzo - maledissi Damiano a bassa voce - prendime 'n braccio -

- perché? - domandò confuso

- perché nun riesco a cammina', cojone prendime 'n braccio -

Scoppiò in una fragorosa risata e venne a prendermi a mo di sposa. Uscimmo di casa e i vicini ci guardarono male, poi aprì la macchina e mi mise a terra.
Con qualche bestemmia salii in auto e poco dopo raggiungemmo la sala prove.

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Sorry for my ritardo, so che erano settimane che non aggiornavo, sono stata impegnata con la DAD.
In ogni caso, vi piace il capitolo?

~R

♪A fan is not enough for you♪|| Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora