Capitolo 6

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Anubi fulminò Amos Kane, Bast e già che c'era anche Ziah Rashid.
Era colpa di quella ragazza se si trovava in quella situazione.

Di solito non avrebbe portato rancore, non se la sarebbe presa...ma sul serio, ultimamente si sentiva un adolescente in tutto e per tutto.

Guardò i suoi polsi stretti nei nastri e li strattonò, tossendo perché l'altra parte si strinse alla sua gola.

Amos lo aveva slegato, sotto minaccia di Sadie, ma poi, per questioni di sicurezza a detta sua, gli aveva legato le mani davanti e un altro pezzo dei nastri gli si era stretto al suo collo, collegato a quello ai polsi.
Era seduto su quella poltrona scomoda nello studio di Amos Kane mentre quelli sopra citati, compresi Carter e Sadie discutevano.

- Lo stiamo ospitando -

- È agli arresti lo sai! - esclamò Amos - Osiride ce lo ha detto -

- Solo di tenerlo d'occhio - ribattè Sadie.

- Di non fargli fare danno -

- Non è un prigioniero! - esclamò ancora la ragazza.

- Per tutti gli dei Sadie! -

Ziah Rashid si schiarì la gola attirando l'attenzione su di sé.

- Se posso dire la mia... - iniziò - Avete due opzioni: o lo rinchiudete in una stanza o lo slegate e lo fate passare per un mago della Casa della Vita. Non potete tenerlo così, non so chi è la spia ne quando arriverà, ma sicuramente, Anubi, non è al sicuro. Glielo consegnereste su un piatto d'argento -

Sadie guardò lo zio con ovvietà.
Anubi sospirò e mosse le mani, quei nastri cominciavano a segargli i polsi.

- Anubi? - lo chiamò Amos.

Lui lo guardò.

- Cosa senti? I tuoi poteri? -

- Se anche lì sentissi non li userei, non contro di voi insomma - disse - Ma comunque no, non sento nulla. Quello che è successo prima...non ho idea di cos'era -

Amos Kane schioccò le dita, i nastri scomparvero e Anubi li massaggiò.
Sadie sospirò rilassata e lo prese per mano facendolo alzare.

- Fatevi gli affaracci vostri la prossima volta - disse portandolo via.

Bast miagolò frustrata e sbatté i piedi.

- Non si può continuare così - disse.

- Perché hai davvero il fegato di affrontare Sadie? - chiese Carter alzando gli occhi al cielo.

- Non so se devo preoccuparmi di più di mia nipote o di Anubi che da un momento all'altro può cominciare a richiamare a sé i morti - disse Amos.

Poi si voltò a guardare Ziah che era sovrappensiero.

- Che succede cara? - le chiese.

- Be' no...mi preoccupa il fatto che il Primo Nomo possa scoprire quello che succede qui e se così fosse punterà ad Anubi, e non oso immaginare che cosa potrebbe succedere adesso che è mortale - spiegò la ragazza.

- Magari lo mettono al guinzaglio - disse Bast per poi scoppiare a ridere quando si accorse che aveva effettivamente fatto una battuta vista la natura del dio dei morti.

Carter si diede una manata in fronte.

- Non ci credo - disse - Non credo che reggeremo mai questa situazione fino alla fine -

- Che poi...Osiride l'ha punito perché vi ha aiutato? - chiese Ziah interrompendoli.

Amos aprì la bocca per rispondere ma Carter si schiarì la gola e fece di no con la testa.
Poi guardò l'amica e le fece cenno di uscire dallo studio.

- Allora? - le chiese - Sputa il rospo Kane -

Carter sospirò.

- Non è evidente? - chiese il ragazzo - Gli dei non possono avere rapporti o legami con i mortali, tranne a livello di "spirito" come accade con noi sangue di Faraone, ma Sadie e Anubi...loro di certo non hanno "rapporti spirituali" -

- Quindi non dicevate per dire che Sadie e il dio sciacallo... -

- Eh già - rispose Carter - Va avanti da un po' -

Ziah sospirò stanca.
Come al solito si aspettava di tutto dai fratelli Kane ma questo era davvero il colmo.

- Ma...- fece - Non è peggio che lui sia qui con lei? Ora non hanno nulla che li possa fermare, nemmeno il fatto che lui sia un dio e lei una mortale, visto che lui è un mortale -

- È corretto anche questo - disse il ragazzo - Ma dove lo mandavano? Sarebbe stato peggio lasciarlo scorrazzare in giro senza protezione secondo te? -

Ziah storse la bocca e poi fece un sorriso storto.

- Vi rendete conto che continuate a riferirvi a lui con termini che usereste con un cane? - disse.

Carter aprì la bocca per replicare ma poi la richiuse: era esattamente così.

                              ***

- Anubi? - lo chiamò Sadie rimanendo sulla porta.

Lui si girò a guardarla e le sorrise.

Dopo la discussione erano andati via insieme ma Anubi aveva detto che voleva andarsene in camera e Sadie era stata fermata da uno degli iniziati che voleva chiedergli una cosa e solo dopo una mezz'ora era riuscita a raggiungere il ragazzo.

- Tutto bene? - le chiese inclinando il capo.

Lui si strinse nelle spalle ma allungò una mano nella sua direzione.
Sadie non si fece pregare e lo raggiunse. Anubi le prese la mano e l'avvicinò a se, facendola sedere sulle sue gambe.

- Cos'hai? -

- A tuo zio non l'ho detto - ammise grattandosi la nuca - Ma ho effettivamente sentito i miei poteri e poi...Osiride ha detto che non mi avrebbe lasciato indifeso quindi...credo che in realtà ho una parte dei miei poteri ma non posso usarli a piacimento ecco, forse solo quando percepisco il pericolo. Tipo ora che sono con te non sento nulla ma quando Ziah Rashid ha provato ad attaccarmi... -

- Ho capito - lo fermò Sadie - Lo capiremo piano piano e al massimo contatteremo mio padre ma adesso riposati, ti vedo stanco -

Lui sospirò.

- Il corpo di voi mortali si stanca facilmente - ammise Anubi.

Sadie gli accarezzò i capelli e gli lasciò un bacio a fior di labbra.

- Vero - rispose lei - Ma possiamo fare cose che voi dei non potete -

Il dio esiliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora