Chapter EIGHT

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Non dovrei essere qui.

Starmene quassù, ferma, sugli spalti... Non è decisamente il mio posto.

E a nulla valgono le attenzioni di James, il quale è venuto apposta per assistere a questa partita - il che mi fa incazzare ancor di più, perché lasciare il lavoro solo per una partita di Quidditch può significare soltanto che questa è una partita importantissima, e di conseguenza la mia frustrazione aumenta-

E non vale nemmeno il secchiello di pollo fritto che Dominique ha 'rubato' dalle cucine per tirarmi su il morale.

Va bene, forse il pollo mi tira un po' su di morale.

"Vedrai che avrai modo di recuperare, Rose."

James mi circonda le spalle col suo braccione mastodontico. Ma da chi avrà preso? Zio Harry è un fuscello, seppur prestante. E la zia Ginny allo stesso modo. Lui e Albus sono esageratamente cresciuti come a fregarsene altamente della genetica.

Alzo gli occhi al cielo, in preda alla frustrazione che non si decide ad abbandonarmi.

"Non questa partita, Jamie."

Grifondoro contro Serpeverde. La partita decisiva dell'inverno, forse di tutto il campionato.

Ed io, Rose Weasley, cercatrice di Grifondoro, non sono lì sopra, sulla mia Nimbus, a cercare quel dannato boccino e vincere quella dannata Coppa delle Case che ci manca da tre anni.

Perché sono qui, bloccata in tribuna?

Perché le scale non si fanno di corsa, tantomeno in discesa. E tanto meno quelle scivolose della Sala Comune di Serpeverde.

Sì, perché se corri dietro a un idiota dalla testa platinata, senza nemmeno badare a dove metti i piedi, la fine che fai è questa. Un braccio rotto, a poche ore dalla partita più importante del campionato, e una gran voglia di spaccare la faccia a Scorpius Hyperion Malfoy.

Che ha appena iniziato a volare in picchiata verso il boccino, senza particolare sforzo, visto che il mio sostituto, quell'altro pezzo di emerito idiota di Marcus Miller, è troppo impegnato a darsi arie da tronfio deficiente di fronte a un pubblico di ragazzine estasiate.

E che si accorge di essere un cazzone patentato quando ormai le dita di Malfoy stanno per stringersi attorno al boccino.

"Miseriaccia!" esclamo, a denti stretti.

Mollo James, Dominique -ma non il pollo nel secchiello- sugli spalti, e vado via, mentre l'intera curva di Serpeverde si solleva in un boato fortissimo e altrettanto ridicolo.

Non ho assolutamente nessuna voglia di assistere alle manifestazioni eclatanti di vittoria dei Serpeschifo, tantomeno di vedere quel biondastro pavoneggiarsi davanti alla sua Casa. Può farlo soltanto perché io non ho potuto giocare.

Lo sa lui, e lo so io.











POCHE ORE PRIMA...

Questo insano, contorto bisogno di darmi fastidio è tipico di Malfoy.

Arrogante, spocchioso, spudoratamente attraente Malfoy -Facciamo che quest'ultimo aggettivo lo mettiamo da parte. O meglio. Facciamo finta che io non l'abbia detto proprio.-

Con tutte le decine di studenti in questo castello, ancora non ho ben chiaro il motivo per cui quella gran testa di cazzo abbia deciso che io debba essere il suo obiettivo.

Idiota, stupido biondo malefico.

Lo detesto.

E Albus Severus Potter insieme a lui.

È solo colpa sua se è sempre tra i piedi. Sempre. Ad Hogwarts, alla Tana, in vacanza... A momenti, se lo porta anche in bagno.

Se non conoscessi bene Severus, potrei tranquillamente affermare di trovarmi a due amanti che tentano, con scarso successo, di nascondere il loro amore.

"Sorridi, Rosie? Mi stai forse pensando?"

Arrossisco violentemente. E no. Non per qualche strano effetto romantico o disarmante.
Arrossisco perché sono estremamente irritata dalla vicinanza del biondo in questione.

Perché io stia scendendo nei sotterranei della Sala Comune dei Serpeverde, solo il cielo lo sa. E Albus Potter, ovviamente. Che cosa mi debba mostrare, che non possa essere mostrato in un posto meno lugubre e cupo di questo... Beh, quello non riesco nemmeno ad immaginarlo. O forse non voglio. Ho imparato a non farmi troppi domande da un bel po'.

"Si Malfoy. Sto pensando a come farti fuori e farlo sembrare un incidente." dico, neanche voltandomi verso di lui. Cerco di tenere il passo di Albus, ma come al solito è più veloce di me.

Malfoy mi si para davanti, bloccandomi il passaggio e torreggiando su di me. Un profumo troppo forte - e troppo buono anche, ma questo è un dettaglio irrilevante - mi invade le narici. Il sorriso sornione compare, come al solito, su quel bel faccino da ebete decerebrato che si ritrova.

"Quindi stavi pensando a me?"

Alzo gli occhi al cielo, per l'ennesima volta.

"Di tutto ciò che ho detto, ti sei soffermato solo sul 'Sì, Malfoy'? Sei veramente un idiota come sostenevo. E adesso lèvati di mezzo. Stai invadendo decisamente il mio spazio personale, e io ne sono, decisamente, contrariata. Lèvati."

Faccio per spingerlo, ma una volta che le mie mani si posano sul suo petto, lui sorride maleficamente e, con un gesto repentino e fluido, mi circonda la vita saldamente.

"Vuoi lasciarmi, per cortesia?" Ma senza troppa convinzione. Per un solo millisecondo, il mio corpo si rilassa nella sua presa, e lui non manca di notarlo.

Ritorno in me, e decido che, magari, se mi fingo morta come si fa con gli orsi, si leverà dalle palle e mi lascerà andare.

Ma lui si avvicina, pericolosamente. E il mio campanello d'allarme, in un angolo remoto del mio cervello, comincia a mandare segnali di avvertimento. Ma tutto ciò che fa è sussurrare al mio orecchio. "Lo so che, in fondo, non mi detesti affatto Weasley."

Fa l'occhiolino, e prima di staccarsi definitivamente, le sue mani finiscono casualmente, per un attimo, sul mio fondoschiena.

Rimango scioccata per pochi secondi, fissandolo allontanarsi per raggiungere Albus.

Scuoto il capo, riprendendomi. Questo è assolutamente inaccettabile. Il colmo dei colmi. E non solo la sua mano sul mio fondoschiena. Anche se, nella mia testa, una vocina interiore che ha le sembianze di quella piccola pazza di Lily Luna Potter, non è affatto contrariata.

Registro solo lontanamente il fatto che, per un attimo, io sia stata piacevolmente stordita dalla sua voce suadente.

E quando mi scuoto, gli corro dietro.

Gli spacco la faccia, stavolta davvero.
















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