-REVISIONATO-
La battaglia fuori dalle mura del castello era in pieno svolgimento, uomini che si affrontavano tra loro in scontri all'ultimo sangue mentre intorno cadaveri giacevano a terra privi di vita.
Urla. Urla ovunque. Pianti di bambini che per pura sfortuna si erano trovati ad assistere alla devastazione delle loro case, delle loro vite. La guerra non risparmia nessuno, nemmeno gli innocenti.
Questo Jean lo sapeva bene. Combatteva contro un ragazzo di circa la sua età in una zona più isolata dello scontro, le lame delle loro spade si scontravano tra loro producendo un rumore metallico che quasi non si sentiva mescolato ai suoni della battaglia.
Vicino a lui poteva sentire chiaramente le suppliche di una donna che giaceva in lacrime vicino al corpo di quello che probabilmente era suo marito. Accanto a lei una bambina fissava la scena con sguardo inespressivo, la sua bambola di pezza stretta in mano in un vano tentativo di protezione.
Si sa che in guerra tutti hanno qualcosa da proteggere. Che sia la propria famiglia, la propria casa, se stesso o, peggio, la persona amata. Jean purtroppo era caduto nell'ultima trappola, quella più ardua da affrontare.
Non vedeva Marco dall'inizio dello scontro e aveva passato le restanti ore a cercarlo in mezzo a quella confusione. Quando si era fermato solo per riprendere fiato si era ritrovato a lottare contro quel ragazzo e per poco non ci aveva perso un braccio.
Lo colpì per l'ennesima volta e il suo avversario si ritrovò a terra privo di vita, un taglio netto sulla gola che aveva creato una pozza di sangue intorno a lui.
La guardia fissò quel corpo per qualche secondo, lo sguardo perso nel vuoto per la disperazione. Alla fine si decise a proseguire e corse via a continuare le ricerche del ragazzo dal volto pieno di lentiggini che gli aveva rubato il cuore.
Finalmente lo trovò. Marco stava combattendo contro un uomo e sicuramente non stava vincendo. Aveva una brutta ferita alla gamba dalla quale fuoriusciva molto sangue e un profondo graffio gli solcava la guancia.
Jean corse da lui ignorando tutto il resto. Schivò per un pelo una freccia e rischiò quasi di inciampare a causa dell'ennesimo cadavere, ma alla fine lo raggiunse.
Marco quando lo vide sorrise e il soldato poté ben notare il luccichio di gioia che rendeva le sue iridi ancora più luminose. Per una volta non si creò problemi ad uccidere un uomo, non esitò come a volte accadeva. Jean Kirschstein non era di certo un codardo, ma aveva un cuore nobile in fondo. Era sempre stato contrario alle morti non necessarie.
I due ragazzi poterono concedersi un po' di quiete e presi dal momento si baciarono, un gesto che entrambi attendevano quasi disperatamente. La battaglia, che prima era sempre stata messa in primo piano, ora faceva solo da sfondo ai loro sentimenti.
Non importava a nessuno dei due se quello era un gesto sconsiderato; nessuno in quel momento avrebbe prestato attenzione a due persone che si baciavano, anche se erano due uomini.
«Ti amo Marco...» sussurrò Jean dopo essersi staccato da lui per riprendere fiato, le loro fronti che continuavano a restare unite.
«Anch'io Jean» rispose velocemente Marco, le mani poggiate sulle guance di quello che per lui era stato sin dall'inizio più che un migliore amico.
«Anch'io ti am-» silenzio. Per Jean fu come se il tempo si fosse fermato. Marco Bodt non avrebbe mai finito di pronunciare quella frase, questa consapevolezza gli spezzò il cuore.
Purtroppo non era solo il cuore del biondo ad essere spezzato, quello di Marco era perfettamente diviso a metà. Mentre i due amanti pensavano di essere ignorati un nemico si era avvicinato di soppiatto a loro e aveva scoccato una freccia che per Marco era stata fatale.
Jean urlò per la disperazione e strinse forte a sé il corpo del ragazzo, le mani del soldato si sporcarono del sangue del suo amato e la vista si appannò per le lacrime. Scosso da tutto quel dolore Jean volle vedere il volto dell'assassino, quando alzò lo sguardo però rimase pietrificato.
Reiner Braun guardava nella sua direzione, i capelli biondi nascosti da mantello nero con cappuccio e un arco teso in mano che mirava verso di loro.
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Armin Arlert se ne restava in piedi, tremante, con lo sguardo puntato sul cadavere che giaceva davanti a lui. Lo aveva ucciso. Aveva ucciso una persona, aveva ucciso una donna che stava semplicemente lottando per i suoi ideali. Una donna che forse era dolce e gentile, una ragazza che aveva una famiglia, degli amici.Lui l'aveva uccisa, aveva vinto lo scontro mortale in cui era stato coinvolto e il prezzo da pagare era stato la morte della sua avversaria. Gli veniva da vomitare al solo pensiero e le mani continuavano a tremargli per la paura.
Quando ormai stava per rassegnarsi e aveva già rinunciato a continuare a combattere qualcosa lo riscosse e fu trascinato in un vicolo lì vicino da una figura nascosta da un mantello nero.
Il biondo iniziò a dimenarsi cercando di scappare ma la figura fu più abile e veloce, presto si ritrovò bloccato al muro con un coltello alla gola. Alzò lo sguardo terrorizzato cercando di identificare il suo nuovo avversario.
«Annie...»
Annie Leonhart lo guardava impassibile da sotto il cappuccio, le iridi azzurre che come al solito tradivano la sua apparente calma e rivelavano a Armin tutte le sfaccettature del suo carattere.
Ormai era bravo a leggere in quegli occhi, a decifrare tutti i loro segreti. Aveva impiegato molto tempo prima di riuscirci e aveva perso altrettanto tempo per avvicinarsi a lei.
Ora la bionda si trovava proprio davanti a lui, lo stemma dell'armata avversaria che si intravedeva da sotto il mantello. Li aveva traditi,Annie aveva tradito il loro re?
Il biondo non ebbe il tempo di pensarci, fu distratto dalla ragazza che adesso aveva allentato la presa sul coltello e aveva fatto qualche passo indietro.
«Armin non c'è tempo da perdere» esclamò velocemente la ragazza, dal suo tono di voce si poteva percepire tutta la sua agitazione «Dobbiamo andare via da q-»
La situazione cambiò nel giro di qualche secondo, adesso non era più Armin ad avere un coltello alla gola ma Annie.
La bionda si trovava stesa a terra, bloccata dalla duchessa Ackerman che le impediva qualsiasi movimento, Armin riuscì chiaramente a notare lo scintillio di rabbia nel suo volto.
Il soldato non capiva cosa ci facesse lì Mikasa Ackerman, era la promessa sposa del principe e futura regina del regno...di certo non avrebbe dovuto combattere. Ma la giovane nobile se la cavava molto bene nel combattimento.
Le due ragazze iniziarono a lottare tra loro e, solo quando Armin capì che non si sarebbero di certo fermate, si affrettò a bloccarle esasperato.
«Ferme!» esclamò mettendosi tra le due e disarmandole.
«Non intrometterti Armin!» ordinò arrabbiata la duchessa ma il biondo la ignorò e si girò verso quella che un tempo era la sua compagna, verso quella che anche in quel momento considerava sua amica e forse anche più.
«Annie cosa volevi dire prima? Parla...ti ascolto»
Le iridi azzurre della ragazza mostravano tutta la sua sorpresa, non si scompose però e rispose velocemente alla domanda
«Dobbiamo scappare Armin, questa guerra non avrà fine. Io ho scelto di non morire qui...ti chiedo di accompagnarmi» spiegò
Armin la fissava sorpreso, non si aspettava di certo una simile richiesta «E il regno? Non possiamo abbandonare il regno nel momento del bisogno! Sei ancora in tempo per tornare dalla parte giusta Annie»
«Il regno non ha speranze Armin!» esclamò la bionda «Il re è destinato a morire e il principe con lui, noi siamo soltanto delle inutili pedine per il piano di Zeke!»
Il biondo sospirò e dopo alcuni attimi di esitazione scosse la testa «Mi dispiace Annie, non posso venire con te»
«Capisco...» il tono della ragazza era triste, Armin di certo non l'aveva mai vista così emotiva
«Addio Armin» lo salutò la bionda e gli rivolse un sorriso che subito fu ricambiato, poi sparì velocemente nel vicolo diretta chissà dove. Armin Arlert quando la vide correre via lo capì, capì che l'aveva persa per sempre.
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♔︎𝙸ʟ ʀᴇ ᴅᴇʟ ᴍɪᴏ ᴄᴜᴏʀᴇ♔︎
Fiksi PenggemarEren Jeager, principe del regno di Shiganshina è costretto a scegliere un personale scudiero per garantire la sua incolumità. Verrà convocato al suo servizio Levi Ackerman, ex-capitano di una delle tante squadre speciali che hanno il compito di dife...