Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 11♔︎

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-REVISIONATO-

Eren azzerò le distanze tra i due baciandolo e finalmente entrambi poterono essere felici per qualche momento.

Intanto, nel roseto, un bocciolo candido di rosa sbocciò risplendendo alla luce della luna. Era il simbolo della nascita di una nuova unione, perché si sa...gli amori più belli sono quelli che perdono più tempo a sbocciare.

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Quando la mattina dopo il principe si svegliò dovette riflettere sui fatti precedentemente accaduti per qualche minuto prima di capire che erano realmente avvenuti.

Dopo aver realizzato la situazione si concesse un momento di pura felicità ignorando la cameriera che lo fissava stranita da un angolo della stanza. Forse  pensava che la sua gioia fosse dovuta all'ufficializzazione del suo matrimonio, ma a Eren non importava nulla del fidanzamento e soprattutto non gli importava nulla della duchessa Ackerman.

Era una bella ragazza certo, ma non era Levi.
Scese nella sala da pranzo a fare colazione e come al solito salutò il padre con un cenno prima di mangiare velocemente qualcosa e correre fuori, doveva assolutamente parlare con Armin.

Purtroppo però la felicità del momento fu spazzata via dall'arrivo di Mikasa che era apparsa nel corridoio proprio davanti a lui e dalla sua espressione si poteva intuire che non era molto felice.

Infatti si avvicinò al castano fulminandolo con lo sguardo e Eren non poté fare a meno di sbuffare, avrebbe rimandato la conversazione con il biondo a qualche ora più tardi.

«Principe ma dov'era finito? Ieri è sparito dal ballo ed è tornato solo alla fine per salutare gli ospiti, non abbiamo neanche ballato insieme» Mikasa parlava con un tono calmo ma Eren sapeva bene che in realtà era molto arrabbiata solo che...beh non poteva di certo mettersi a urlare, non era educato, non era così che doveva comportarsi una signora e bla bla bla. Le solite cose noiose.

Eren sbuffò cercando di inventarsi una scusa sul momento, non aveva intenzione di rivelarle la verità «Mio padre mi ha chiesto di mostrare il roseto ad alcuni suoi ospiti, non vi ho disturbata perché stava parlando con altri invitati. Non potevamo sparire insieme dalla festa visto che era in nostro onore» spiegò cercando di essere convincente

«Doveva comunque avvertirmi, invece non ha detto nulla. Diventerò presto vostra moglie, qualcosa preferirei che me la riferiste» esclamò calmandosi leggermente, Eren sbuffò esasperato. Stava solo perdendo tempo.

«Come lei stessa ha detto non è ancora mia moglie quindi posso anche non dirle niente. Ora mi scusi ma vado, ho un impegno urgente» sbuffò per poi superarla e allontanarsi da lei lasciandola nel corridoio, sperava solo che la duchessa non andasse a raccontare tutto al padre.

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Armin quando vide entrare il principe nelle sue stanze si stava già preparando a ciò che avrebbe sopportato nelle prossime ore. La preparazione non fu sufficiente però.

Adesso infatti il biondo si trovava steso sul suo letto a fissare il soffitto mentre aspettava che quello strano infuso alle erbe, che la cameriera aveva preparato per lui per combattere il mal di testa, facesse effetto.

Eren se ne stava sdraiato vicino al biondo e sorrideva spensierato, dopo la gioia iniziale aveva raccontato all'amico l'accaduto e più pensava a quei momenti più si allargava il suo sorriso, i suoi occhi verdi si illuminavano di una strana luce che li faceva brillare più del solito.

Armin non aveva proferito parola per tutto il racconto e anche dopo si era limitato ad annuire e sorridere, sinceramente felice per l'amico. Non aveva però accennato minimamente a tutti i lati negativi di quelle azioni.

Adesso che il suo amore era ricambiato Eren non sarebbe di certo rimasto in silenzio ad ubbidire al padre, soprattutto se quello gli imponeva un matrimonio con una donna che conosceva da neanche due settimane.

Però non poteva di certo mettersi ad urlare in giro che lui amava un uomo, per di più un uomo che apparteneva a una classe sociale inferiore alla sua.
Tutta quella storia non aveva quindi senso e soprattutto non poteva durare a lungo.

Dovevano prendere delle scelte entro la data del matrimonio, alla quale per essere precisi mancavano solo pochi giorni. Il principe e il suo scudiero avevano ben poco tempo per vivere insieme i loro momenti da coppia felice, ma sicuramente avrebbero avuto molto tempo per la tristezza che sarebbe arrivata in seguito.

Tristezza dovuta alla separazione imminente, una separazione che purtroppo non si poteva evitare.

Armin evitò di spiegare a Eren tutte queste cose, per la prima volta dopo anni lo aveva visto davvero felice e non voleva rovinare il momento. Ne avrebbero avuto di tempo per parlare in fondo. Forse anche troppo.

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Armin Arlert però non poteva immaginare che il tempo a loro disposizione stava per finire.

Mentre i due giovani parlavano sereni negli appartamenti del principe e la vita al castello trascorreva tranquilla, nei sotterranei vi erano tre ragazzi che stavano facendo l'impossibile per sostenere i loro ideali.

Camminavano velocemente con il volto nascosto da dei cappucci neri collegati al lungo mantello, del medesimo colore, che portavano addosso. Gli sguardi che si spostavano velocemente da una direzione all'altra alla ricerca di qualche problema che fortunatamente o sfortunatamente non arrivava.

In quella zona del castello le guardie erano quasi inesistenti se, come in quel caso, non vi erano prigionieri da sorvegliare. I due uomini di guardia all'ingresso era già stati messi fuori combattimento dai tre che ora procedevano indisturbati.

Si bloccarono davanti un muro di pietra apparentemente innocuo, il più alto dei tre si avvicinò alla parete e iniziò a picchiettarci sopra con l'impugnatura della spada, prima tre colpi in un punto, poi due e infine di nuovo tre.

Sembrava qualche strano codice, in realtà serviva semplicemente ad aprire il passaggio per permettere ai tre ragazzi di uscire e entrare dal castello senza essere notati. A varcare il passaggio però non furono loro, vi era un uomo dall'altro lato scortato da qualche ragazzo armato che aveva il compito di proteggerlo.

Scese l'ultimo gradino di pietra che separava la lunga scala del passaggio, che portava in superficie, dal pavimento delle segrete e sorrise spostando lo sguardo sui tre.

I ragazzi si inchinarono velocemente al suo cospetto, gli occhi che brillavano di una strana luce, la stessa luce che i sudditi più devoti avevano nello sguardo quando guardavano il proprio sovrano.

Restarono in silenzio per qualche secondo, poi parlarono all'unisono «Ben arrivato sire»

«È tutto pronto?» chiese curioso l'uomo, il sorriso che non accennava a sparire dalle sue labbra

«Certo sire, stia tranquillo. Presto si siederà sul suo trono e occuperà il ruolo che le spetta, sarà il nostro re.»

Una risata risuonò per le mura di quella prigione, chiunque avrebbe capito che l'uomo non era mai stato tanto felice come in quel momento.

♔︎𝙸ʟ ʀᴇ ᴅᴇʟ ᴍɪᴏ ᴄᴜᴏʀᴇ♔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora