UN ABBRACCIO... QUASI DI CONFORTO

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Dopo qualche secondo che Jimin aveva lasciato il bagno, il mio cuore cominciò a sbattere forte nella mia cassa toracica, come se volesse uscire fuori e cadere a terra tremante.

Il respiro andò a velocizzarsi e la faccia mi andava a fuoco. Questi erano tutti segni di realizzazione dell'accaduto... Mi accadeva spesso, ma mai così forte.

Tornai al lavandino e alzai la testa, incontrando la me dello specchio: guance rosse, occhi spalancati, bocca aperta - da dove usciva il mio respiro - e sguardo assente.

–Dio mio...– sussurrai alla me riflessa –cosa ti sta facendo...?–

Abbassai lo sguardo e aprii il rubinetto del lavandino, per poi buttarmi un po' di acqua sul viso, cercando di abbassare il calore sulle guance.

–forza Yu, non mollare adesso. Non farti prendere dalle emozioni. Sei arrabbiata, ma devi calmarti... Aspetta di scoppiare quando sarai a casa da sola.–

Dopo essermi detta quelle cose tornai nella sala comune e, di conseguenza, al tavolo.

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Appena terminata la cena salutiamo gli storici dell'arte con un inchino e un sorriso.
A Jimin prima di andarsene, hanno detto che sarebbe diventato un ottimo insegnante, sempre più bravo, in grado di arrivare in alto. Quanto a me hanno solo detto che avrei imparato sempre di più e che non dovevo arrendermi per realizzare i miei desideri.

Jin rimase un po' con noi per parlare.

–allora Chim come ti è sembrata questa cena?–

–direi che è stata molto utile e credo proprio che abbia fruttato qualcosa–

–ne sono felice! E a te Yu?–

–beh...–

Jimin prese parola, fermando le mie parole che ancora non lasciavano le mie labbra.

–scommetto ti sia divertita Yu. Infondo c'ero io con te–

Fece un'occhiolino verso di me e capii che dovevo dire quella parola con cui dovevo chiamarlo per oggi... Che fastidio.

–certo... Oppa...–

Il suo sorriso ai allargò e dopo un po' diventò un piccolo ghigno.
Jin stava guardando quella scena con un'espressione interrogativa, che faceva trapelare un piccolo dubbio sul suo volto.

Immediatamente prese parola e mise una mano sulla spalla di Jimin, facendolo girare verso di sé.

–io e te dobbiamo parlare Jimin–

Jimin corrugò la fronte e mise sù una faccia stranita.

–perché, che succede? Tutto ok?–

–sì tutto apposto, ma devo comunque parlarti–

SeokJin fece segno a Jimin di seguirlo e i due si allontanarono dalla mia figura, cominciando a parlare sottovoce.

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Dopo circa cinque minuti tornarono verso di me e Jimin sembrava meno felice.
Non mi feci nessun problema, tanto cambiava umore da così a così spesso, mi stavo già abituando.

Il Professore Dai CAPELLI ROSSI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora