CONFESSIONI

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Pov's Yu

Il giorno dopo, Martedì

–uff... Proprio oggi doveva mettersi a piovere!? Non ho ancora comprato un ombrello...–

Mi lamentai con Mark.
Avevamo appena finito l'ultima materia di oggi, Storia dell'Arte, e stavamo per tornare a casa, ma ci dovemmo fermare non appena vedemmo che stava piovendo.

–dai non farne una tragedia, possiamo anche- –

–signiorina Yu, vedo che non ha l'ombrello. Se vuole le do un passaggio io a casa–

Io e Mark ci girammo verso il professore Jimin, non appena mi chiamò.
Aveva un ombrello nero, aperto, e stava aspettando una mia risposta.
Io deglutii e risposi con un flebile sì; mi ricordavo che oggi mi avrebbe "preso in custodia".

–bene, allora andiamo.–

Salutai Mark, che mi guardava con un sopracciglio alzato, e seguii Jimin fino alla sua macchina, dove ci sedemmo e partimmo.

–allora Yu... Oggi non ti riporto a casa, ma verrai a pranzo con me–

Rise e io lo guardai con occhi spalancati

Cosa vuol dire che andrò a pranzo con lui!?

–sta scherzando, vero?–

–no no– Sorrise –pranzerai e passerai il pomeriggio con me. Pensala come una punizione per essermi venuta addosso ieri–

–ma tu sei- –

–bello? Sexy? Figo della madonna? Il professore più bello del mondo?–

–no. Incredibile, sei davvero incredibile!–

Mi misi una mano sulla faccia e feci "no" con la testa. Sospirai e mi arresi.

–avanti, allora mi punisca, forza–

Lo vidi leccarsi le labbra e rabbrividii.

–non tentarmi così... Potrei prendere alla lettera il doppio senso della frase–

Lo disse sottovoce, come se non volesse che lo sentissi, ma per sua sfortuna il mio udito è molto buono. Mi vennero i brividi.

Dopo la sua risposta non dissi più nulla e per il resto del viaggio non fiatò nessuno dei due.
Arrivammo ad un ristorante nella prefettura di Guanju, Italiano, dall'insegna.
Appena entrammo nel ristorante tutta l'attenzione di ogni singola ragazza seduta ai tavoli, fu riversata al ragazzo accanto a me. Jimin notandolo, sorrise e mi prese la mano, intrecciando le dita con le mie.
Spalancai gli occhi e fissai prima le nostre mani insieme e infine il suo viso.

Senza staccare le nostre mani intrecciate ci dirigemmo verso il maître del ristorante che chiese a Jimin se aveva prenotato un tavolo.
Una volta finito di parlare col maître, che ci portò ad un tavolo vicino ad un piccolo acquario, Jimin sciolse le nostre mani e ci sedemmo.
Dopo un po' arrivò una cameriera che ci diede il menù.

–Jimin, perché mi hai preso la mano prima?–

Chiesi non appena la cameriera se ne fu andata. Jimin mi guardò e sorrise.

–perché volevo far capire a tutte le ragazze che mi guardavano, che sono già occupato–

Divenni rossa subito dopo averlo sentito.

Oh porca paletta. Yu riprenditi che non puoi cadere nella sua trappola!

Mi schiarii la voce e assunsi un'espressione seria.

–se non la smette di prendermi in giro giuro che le parlerò sempre in maniera formale, professore–

Calcai sull'ultima parola e immediatamente il sorriso di Jimin scomparve.

Il Professore Dai CAPELLI ROSSI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora