COSA!?

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Prima di tutto, vorrei scusarmi per la mia assenza per questa storia...
Ma sfortunatamente non riuscivo più a ritrovare dove avevo scritto il continuo...
Ora l'ho ritrovato e credo di poter continuare ad aggiornare...
Mi scuso ancora🥺💕

Bene, ora vi lascio al (finalmente) quarto episodio 🥺
Spero vi piaccia.

-Ad un certo punto sentimmo delle voci e ci girammo verso la porta...-

–la prego signorina Hank... Non vorrei ricorrere ad una nota...–

–ma prof... Io vorrei solo un minuscolo bacetto sulla guancia–

–non insista, la prego–

Ma che sta succedendo?”
Andai verso l'entrata dell'aula, ma mi fermai non appena un Park Jimin, con un'espressione da persona scocciata ed esasperata, non mi comparì davanti.
Dietro di lui sbucò una testa rossa, appartenente a una ragazza, che a prima vista, sembrava dolce e carina, ma si capiva aver un carattere da puttanella e cascamorta. Tornai in me non appena lui parlò:

–ah bene, siete arrivati tutti–

Disse, dirigendosi alla cattedra.

–andate a sedervi, inizieremo a parlare di Botticelli fino a Leonardo Da Vinci–

Dopo quelle parole ci mettemmo seduti;
Io mi misi vicino a Mark, il ragazzo di nome Yoongi si mise affianco a Jackson e infine la rossa si mise vicino alla finestra, da sola.

–pss... Ehi Yu– Mark mi chiamò a bassa voce.

–dimmi– gli risposi ridacchiando sottovoce.

–non ti sembra in po' strano il prof? È... Sembra meno felice~–

–signorino Tuan, vuole condividere con noi ciò che sta dicendo alla sua compagna?–

“cavolo! Come ha fatto a sentirci!?”

–c-certo, prof- –

–mi stava dicendo che non aveva capito bene l'argomento, prof–

Dovevo salvarlo. Mark mi ringraziò con lo sguardo.

–daccordo, ma la prossima volta signorino Tuan, lo chieda a me, invece di chiederlo ad un compagno di classe. Bene iniziamo.–

La lezione durò due ore, belle quali Jimin mi fece intervenire per ben dodici volte! Ma io dico... Uff...
Coomunque, non smettevo di pensare all'affermazione di Mark: che Jimin sembrava meno allegro del solito.
Infatti era molto strana la cosa. Per questi due giorni che lo avevo avuto era sempre MoltO allegro, a volte mi mandava sorrisi simili a ghigni, ma ora... Nemmeno un piccolo sorriso.

Non appena suonò la campanella tutti noi ci alzammo e mettemmo a posto il materiale nelle cartelle, e ce ne andammo a casa.

Mentre mi dirigo a casa, prima di salire sul bus, una macchina mi ferma suonando il clacson e abbassando il finestrino del guidatore, rivelando il viso, tornato sorridente del prof.

–ehi, signorina Yu, le serve un passaggio?–

Rimasi un attimo perplessa;
Mi stava domandando se mi serviva un passaggio a casaa!?!? COS?

–lo prendo come un sí. Sali–

Aspetta, cosa? Io non ho accettato!

–beh... Si è incantata?–

Reagisci!!

–ehm... Sì sì, cioè no. Io non credo sia una buona idea–

–non faccia così, mica la mangio. Beh, comunque ormai ho aperto la sportello del passeggero, quindi salga–

–o-ok–

Andai dalla parte del passeggero e salii in auto.
Non mi diede neanche il tempo di mettermi la cintura, che lo fece lui. Per un secondo ho avuto il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Non appena avvenne arrossii subito, e una volta essersi rimesso seduto bene al suo posto, fece un ghigno e partì.

–prof... Ma lei non sa dove abito...–

Mi guardò come se gli avessi fatto una domanda che aveva una risposta ovvia.

–per questo dovrebbe dirmelo lei–

Ridacchiò.

–ah beh... Giusto– Borbottai a bassa voce.

–abito in via ******–

Per tutto il resto del tragitto verso casa mia, non volò una mosca e, non appena arrivati, lo ringraziai e uscii dall'auto, ma prima di entrare nella mia abitazione, la sua voce mi chiamò.

–Yu–

Ah bene, ora non è più in ambito scolastico eh?

Mi girai.

–sì prof?–

Fece un sorriso a trentadue denti.

–la prego, fuori dalla scuola non mi chiami "professore", ma solo Jimin, lo preferisco–

Scosse la testa.

–comunque, volevo chiederti l'età... E se vivi da sola–

Eh? Ho... Sentito bene!? Ma che cosa gliene importa, mi chiedo... Bah!

–vivo da sola... E ho quasi 19 anni... Perché ne lo chiede?–

Sorrise per poi mettere in moto la macchina e sfrecciare via, senza degnarmi di una risposta.



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Il Professore Dai CAPELLI ROSSI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora