Un Pezzo della Storia

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Pov's Jimin

<Chim sei proprio sicuro di stare bene?>

<Sì hyung, stai tranquillo>

<Spero tu mi stia dicendo la verità o->

–Jimin! Sono tornato e ho con me Yu!!–

<Jin, scusami. Devo andare, Yu è venuta con mio fratello a casa>

<Oh, ok allora ti lascio>

<Ciao hyung>

Chiusi la chiamata con Jin e mi precipitai giù all'ingresso, dove vidi mio fratello e Yu togliersi le scarpe per mettersi le ciabatte.

–Yu, come mai sei quì?–

–Wow Jimin, non chiedi a tuo fratello come va, prima?–

Lo ignorai, concentrato sulla mia alunna, che nel frattempo aveva lo sguardo vagante.

–Volevo parlarti in realtà. C'è qualcosa che mi passa per la testa da ieri sera–

Punta i suoi occhi nei miei e, non so come mai, ma un brivido percorre la mia schiena.

–Va bene, d'accordo... Seguimi, parliamo di sopra–

Yu annuì e con me salì le scale fino ad arrivare nel mio studio, dove la feci accomodare.

–Allora... Di cosa vuoi parlarmi?–

Mi sedetti sulla poltrona davanti a lei e la guardai curioso. Fece un respiro profondo e cominciò a parlare.

–Ho l'immagine del te di ieri sera, quando mi hai riportato a casa dalla cena, impressa nella mia mente...– deglutii –Avevi cambiato umore da un momento all'altro e in più, quando ho detto quelle due parole insieme, ho visto il tuo viso incupirsi e il tuo corpo irrigidirsi. La prima cosa che pensai fu il fatto di non averti chiamato solo col tuo nome, quindi mi scusai subito... Poi mi hai abbracciata e mi hai chiesto scusa a tua volta. Oggi però ci ho riflettuto meglio e- –

–Yu– La fermai. Non volevo che andasse avanti –Non credo che tu debba sapere la mia vita privata–

–Sono preoccupata per te, Jimin. Ho intuito che c'è qualcosa che ti ha fatto del male e questo mi preoccupa da morire. In qualche modo sento una stretta al cuore ogni volta che ci penso ed è per questo che ora sono quì–

La guardai stupefatto, con le sue parole che mi ronzavano in testa.

Dopo un momento di trance la mia mente era in conflitto; da una parte mi diceva di raccontarle qualcosa, che mi sarei tolto un po' di quel dolore dal petto, mentre l'altra parte mi diceva di non ricadere negli stessi sbagli, che c'era quella possibilità che avrei sentito un dolore amplificato, riaprendo la ferita parlandone.

–Jimin... Ti prego... Sono preoccupata sul serio...–

Alzai lo sguardo, puntando i miei occhi nei suoi, e fu così che mi arresi.

–Ok...– respirai profondamente –Due anni fa lavoravo in una scuola superiore, in un'altra città. Ci lavoravo da poco più di sei mesi e mi trovavo bene, gli alunni che avevo non mi davano alcun problema e i miei colleghi mi aiutavano se ne avevo bisogno...– sorrisi al ricordo di questi ultimi –Però un giorno...– tornai serio, quasi impassibile in un attimo –arrivò una nuova alunna che mi scombussolò un po'. Aveva i capelli come i tuoi, scuri, ed era timida... Forse era questa sua timidezza che mi colpì in un modo particolare, ma sta di fatto che cominciai ad avere un occhio di riguardo in più per lei.– mi fermai nel raccontare e rimasi in silenzio per un po'.

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