Capitolo 33

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"Expelliarmus!" Urló una voce lontana e familiare. Draco voló in mezzo a dei cespugli. Corsi a recuperare la mia bacchetta. Arrancando nella leve iniziai a guardarmi intorno pronta a sferrare un incantesimo a chiunque si fosse avvicinanto a me.
"Ayla!" Urló la voce lontana.
Ora sembrava più chiara. Potter uscì da dietro una delle case.
"Ma sei impazzito?! Perchè hai attaccato Draco?!" Urlai, feci un movimento veloce con la bacchetta e disarmai Potter. Il ragazzo era spettinato e con una lette degli occhiali scheggiata, coperto per il freddo con il giaccone e la sciarpa, teneva le mani alzate bene in vista.
"Non era in se" spiegó il ragazzo. Potter sapeva chiaramente qualcosa di più in questa storia.
"Dov'è Hermione?" Domandai. Abbassai la guardia e anche Potter si rilassó.
"Ha iniziato a dare i numeri come ha fatto Draco, mi sono allontanato appena sono riuscito e ho seguito le vostre voci" spiegó. Il ragazzo recuperó la sua bacchetta rimasta impigliata tra le grate del cancello di una delle piccole casette che ci circondavano.
"Hai lasciato Hermione da sola svenuta nella neve?!" Sbottai sconvolta
"Non era Hermione" insistette. Corsi senza pensare tra i cespugli, per vedere come stesse Draco. Nonostante non fosse in se non potevamo lasciarlo congelare. Camminavo tra i rami secchi e le poche foglie ingiallite attaccate ai cespugli ormai quasi senza vita e colore. Non c'era nessuno li. Eppure ero sicura di averlo visto volare proprio in quel punto preciso. Forse si era svegliato e era scappato? Ma lo avremmo sentito non avrebbe avuto alcun senso.
"Andiamo?" Domandó Potter.
"Non c'è..." mormorai incredula. Il magone che tanto avevo tenuto a bada tornó su, mi sentì strozzare e il mio stomaco ripiegarsi su se stesso. Rimasi immobile qualche istante.
"Non era Draco" ripetè Potter porgendomi una mano.
"Non hai una spiegazione per questo eppure sei sicuro che sia così" borbottai. Mi feci strada di fianco a lui senza porgergli a mio volta la mano. Gli diedi un colpo con la spalla e aprì la mia mappa ormai sbiadita per colpa della neve.
"Sai dovresti allenarti a ringraziare le persone" fece il ragazzo seguendomi. Camminavo irrigidita ma ora non era per il freddo. Potter proprio non lo sopportavo.
"Non ti ho chiesto aiuto" brontolai. Il ragazzo sospiró, mi strappó la mappa dalle mani e la giró al contrario per poi ri porgermela. Arricciai il naso e gli feci il sorriso più falso che fossi in grado di fare.
"Tu dovresti imparare a fare i favori senza far finire la gente nei guai" camminavo a passi svelti nonostante la neve alta. Il risentimento che provavo nei confronto del moro mi avevano risvegliato i muscoli e fatto passare il sonno.
"Di che parli?" domandó con voce rauca cercando di stare dietro al mio passo svelto.
Mi fermai di scatto, presi la mappa di Potter e ripresi a camminare.
"Hai dato la mappa del malandrino a Draco, per poi far credere a Hermione che la avesse rubata lui." Conclusi.
"Ma di che stai parlando? La mappa mi è stata rubata davvero, non sapevo fosse stato Draco peró" spiegó il ragazzo.

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