Capitolo 37

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Tutta la tensione che si era creata in quelle ore, tutta l'ansia, l'angoscia stavano prendendo il controllo delle mie emozioni. Non riuscivo più a trattenermi.

Camminavamo in silenzio nel corridoio buio, le nostre mani si sfioravano, morivano dalla voglia di stringersi.

Le gambe mi tremavano e la vista si faceva offuscata.Gli occhi pieno di lacrime non mi facevano nemmeno distinguere il muro dalla porta della stanza comune dei serpeverde. Camminavamo a testa bassa. Nessuno aveva il coraggio di parlare e di rompere quel silenzio così tranquillo e insolito che quasi metteva i brividi...

Seguii Draco oltre la porta della nostra stanza. Se avessi provato a pronunciare anche solo mezza parola, con il nodo che portavo in gola da una quantità di minuti infiniti sarei crollata in un pianto isterico.

Mi porse uno sguardo, e dalla sua espessione capii che aveva notato i miei occhi lucidi. Sussultai nervosamente e portandomi una mano davanti al viso mi chiusi in bagno. Incrociai il mio stesso sguardo sullo specchio. Come biasimare l'espressione di Draco, avevo gli occhi gonfi circondati da due occhiaie viola. Il viso pallido e rigato da alcune lacrime.

Ero così concentrata a mettere apposto i miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta che le lacrime avessero avuto la meglio. Mi salì il sangue alla testa e il forte nodo alla gola si sciolse, non potevo più tenere in catene quelle terribili sensazioni. Scoppiai a piangere in un grido isterico. Qualsiasi persona avrebbe potuto pensare che qualcuno mi stesse uccidendo proprio dentro quel bagno. Ed era cosí che mi sentivo, come se mi stessero pugnalando ininterottamente sul petto.

"Ayla!" Urló Draco spalancando la porta del bagno a forza. Ero rannicchiata a terra appoggiata al muro, troppo occupata a lasciarmi andare alla disperazione per accorgermi di cosa stesse succedendo intorno a me.

Un terribile mal di schiena e al collo mi fece spalancare gli occhi stanchi. La luce accesa del bagno rendeva la stanza azzurra. Mi chiedevo che razza di lampadina ci fossero. Ero sola sdraiata a terra. Alcuni ricordi sfuocati della notte prima si fecero vividi. Draco era venuto a consolarmi, mi aveva lasciata poi qua da sola?

Fissavo il soffito del bagno e finalmente riuscí a capire da cosa era causata la lice blu. Draco aveva creato una bolla del suono mentre piangevo. Per non tralasciare uscire le mie urla fuori dalla nostra camera. Lo avevo stancato? Sen era andato perchè avevo avuto una reazione esagerata? A tratti i ricordi di ieri affioravano nella mia mente e a ogni visione di Draco senza vita tra le mie braccia sentivo come un coltello piantarsi nel mio petto.

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