Capitolo 31

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Draco strinse le mani salde alle corde instabili ai lati del ponte con la sicurezza negli occhi che il ponte si sarebbe capovolto da un momento all' altro.
O almeno era quello che pensavo. Il biondo indicò con la mano proprio dietro le mie spalle.
Entrambi eravamo stati così concentrati nel non cadere e guardare giù, che non ci eravamo accorti che la costruzione a cui stavamo andando incontro fosse completamente coperta di neve.
I fiocchi bianchi continuavano a cadere sulle nostre teste decorando i nostri capelli con piccoli brillantini bianchi che riflettevano la luce della luna.

"Mi verrà una polmonite" brontolai riprendendo maldestramente a camminare seguita da Draco. Il ragazzo sogghignò silenziosamente.
Appena mancarono solo pochi metri per toccare finalmente un pavimento saldo le gambe iniziarono a tremarmi e quasi mi ingambai per la disperazione. Mi appoggiai con le braccia aperte sulla porta pregando di non diver mai più provare quella sensazione di instabilità . Draco fece un respiro profondo chinandosi un secondo a terra.
"Non vorrai mica far vincere potter?" Scherzai sorridendogli.
"Potter ha già perso" esclamó sicuro saltando in piedi alle mie parole. Proprio di fianco alla porta c'era un foglio di carta leggermente vecchia e sbiadita dal tempo.
"Una mappa?" Domandó pensieroso il biondo. Si spettinó nervosamente i capelli con una mano togliendo la neve che si era fermata su di essa.
"Così sembra" mormorai. Il biondo aprì la porta spingendola energicamente, se fossi stata da sola non credo sarei mai riuscita ad aprirla. A quel pensiero un crampo allo stomaco quasi mi fece piegare dal dolore, i miei pensieri si rabbuiarono in pochi istanti. Non volevo nemmeno per sbaglio ricordarmi di quella terribile esperienza nel palazzo di prima. Quel sogno... solo un malato avrebbe potuto decidere di farci affrontare un trauma del genere... Draco schioccó le dita davanti alla mia faccia per farmi tornare nel pianeta terra. Mi porse uno sguardo preoccupato annuendo leggermente con la testa per assicurasi che andasse tutto bene. Annuì a mia volta.
Un vento ancora più raggelante di quello che provavamo fuori ci scompiglió i capelli. Ci affrettamo a indossare le sciarpe e i cappelli che avevamo cautamente messo nelle tasche dei giacconi. Sarebbe stata una lunga serata...

L'interno del palazzo sembrava un esterno. Una città notturna anche essa illuminata dalla luce della luna e alcuni lampioni con luce gialla e fioca. Piccole case in legno ricoperte di neve alberi di pino appesantiti dai fiocchi bianchi e metri e metri di neve sulle strade, era quasi impossibile farsi strada.

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