MIGLIORI AMICI

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Norman Minerva, sedici anni, nato a New York.
È un ragazzo normale: frequenta le superiori, ha degli amici, ha una buona famiglia.
La sua vita sembra perfetta, quasi monotona.
Se non fosse per i suoi due migliori amici.

POV'S NORMAN

Che palle è già ora di alzarsi, inizia la mia solita routine.
Spengo quella dannata sveglia, mi vesto con i primi indumenti disponibili.
Sto sempre attento alla combinazione dei colori, il contrasto cromatico è fondamentale per farsi notare.
Non ho molte amiche femmine, non che io non sia di bell'aspetto anzi.
Ho ricevuto molte lettere d'amore e confessioni fino a qualche tempo fa, ora invece mi stanno alla larga come se avessi la peste.
E penso proprio di sapere il perchè. Comunque, dopo aver lavato minuziosamente i denti scendo per fare colazione.

"Buongiorno Norman!"-esclama la mia sorellina stringendomi in un abbraccio

"Buongiorno anche a te Sherry"-ricambio con un dolce sorriso

"Siamo già di buon umore ragazzo"-consta mio padre

Ho due genitori a dir poco perfetti: mio padre, James Minerva, è uno degli avvocati più rinomati della città mentre mia madre, Matilda Ito, insegna in un asilo. Infine c'è la mia sorellina Sherry, un vero e proprio angelo.
È la cosa a cui tengo di più al mondo, farei di tutto per lei e per il suo sorriso.

"Oggi ho una verifica e mi sento preparato, voi come state?"-chiedo sedendomi al tavolo

"Buona fortuna fratellone!"-esclama Sherry

"Grazie"-dico

È una verifica importante, nessuna fonte di distrazione è ammessa.
Sarebbe davvero bello se fosse così, questo è solo un altro giorno all'inferno.

"Tutto bene oggi mi aspetta un processo importante"-risponde mio padre mentre legge il giornale

La colazione passa veloce, troppo veloce per i miei gusti.
Tra chiacchiere varie è già ora di andare a scuola, mi spiace solo di non aver salutato la mamma.
Probabilmente è dovuta uscire presto per lavoro, i pasti condivisi con la mia famiglia sono uno dei pochi momenti buoni della giornata.

"Sherry vai a prendere lo zaino in camera tua"-ordina James

"Vado subito, buona scuola fratellone"-dice la ragazza correndo in camera sua

Mi avvio verso la porta, la scuola dista a soli cinque minuti di marcia.
Ho tutto il tempo per prepararmi psicologicamente per quei due, o almeno mi piace credere che sia così. Non si è mai veramente pronti per questo genere di cose.

"Torna vivo soldato"-dice mio padre con tono serio, se solo sapesse quanto è difficile

"Signorsì sergente!"-esclamo imitando il saluto militare

Dopo aver salutato mio padre esco sfortunatamente di casa, i miei sensi si attivano all'istante.
Non posso permettermi di arrivare in ritardo di nuovo, devo solo riuscire ad evitare quella persona.
Ispeziono i paraggi ed è tutto tranquillo, fin troppo tranquillo.
Cammino a passi lenti per qualche metro, come un ghepardo pronto ad assaltare la preda.
Sono quasi arrivato al punto più difficile, la strada è desolata.
Giro la visuale alla mia destra verso la casa da me soprannominata il nido del diavolo, non noto movimenti sospetti.
Forse per stavolta l'ho scampata, lei sembra non essere ancora uscita di casa.
Continuo a percorrere la strada senza mai staccare gli occhi da quella casa, quando ad un certo punto la porta si apre e scorgo un'antenna arancione in lontananza.
Comincio a correre come un dannato mentre l'adrenalina mi scorre nelle vene, devo riuscire ad arrivare a scuola prima di lei.
Il solo pensiero di essere catturato mi da la forza necessaria per non sentire la stanchezza, fortunatamente arrivo illeso a scuola.
Sono in perfetto orario, ansimo verso i cancelli e varco la soglia.
Questo è la classica mattinata di uno come me.
Per mia sfortuna la classe è piuttosto distante, devo attraversare vari corridoi.
Incontro molti amici, tutti maschi.
Le ragazze mi guardano con un misto di adorazione e paura, dopo quello che è successo non le biasimo.
Cammino a passo svelto verso la mia classe, mancano solo due corridoi.
Sono quasi salvo.
Ad un certo punto una mano mi tocca la spalla, sudo freddo.
Non può essere così veloce, ho paura a voltarmi.
Fortunatamente era solo Don, tiro un sospiro di sollievo.

Raffica di colpi || NOREMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora