capitolo 18~Roma~

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il mattino seguente sull'aereo
Non so ancora come Merritt è riuscito a procurarsi un jet così bello e lussuoso, è tutto per noi.

"comunque sto imparando a parlare francese" disse Jack sedendosi vicino a me che stavo osservano fuori dal finestrino i palazzi di New York
"ah si?" chiesi girandomi verso di lui
"si, e allora gli asini volano" aggiunse Merritt in modo sarcastico che era seduto 3 file davanti a noi
"ah, sta zitto!" gli disse Jack alzandosi e appoggiando le mani sul sedile davanti a lui per poi rimmetersi seduto
"Je suis très heureux d'avoir trouvé quelqu'un d'autre intéressé par le français" dissi con tono superiore

(per chi non lo sapesse vuol dire "sono molto felice di aver trovato qualcun altro interessato al francese")

"no io ci rinuncio" disse Jack andandosi a sedere da un altra parte, poi ripresi a guardare fuori dal finestrino

"ei strega delle tenebre! secondo te meglio pistole o carri armati?!" chiese Merritt alzando la voce per farsi sentire dato che era un po lontano
"davvero avete carri armati?!" questi sono impazziti per caso
"concordo, carri armati!" disse lui

alzai gli occhi al cielo, stavo per addormentarmi quando Daniel si appoggiò con i gomiti tra la fila dove ero seduta io e quella davanti:"che faiii?" chiese incuriosito
"do da mangiare ai piccioni, stavo per addormentarmi finché tu non sei piombato qui come un pazzo" dissi incavolata

"davvero stavi dando da mangiare ai piccioni?" chiese lui.
possibile che era davvero così stupido.
sbuffai e mi alzai dal mio posto.
"la strega delle tenebre è arrabbiata" disse Merritt sfogliando la rivista che leggeva
"dove vai?" chiese Dylan
"lontano da voi così posso riposare in pace dissi andando verso la prima classe.

era lussuosa, decisi di sedermi sempre vicino al finestrino, presi i i miei auricolari a iniziai a sentire la musica finché non mi addormentai.

sentii qualcuno toccarmi la spalla dicendo di svegliarmi
"mh?" dissi addormentata
"siamo arrivati" disse Daniel con voce calma
"sveglia dormigliona!!" urlò Jack

misi a fuoco le figure e poi vidi attraverso il finestrino il colosseo: Roma.
nel suo splendore era come me la immaginavo.

una volta scesi dal jet, andammo con una limousine all'appartamento che avevamo affittato.

"si vede che non l'ho preso io" disse Merritt posando a terra la valigia
"non è il massimo ma ci adattiamo" disse Dylan.
quell'uomo era sempre così silenzioso. vabbè.

aprii le tende della grande finestra che dava sul balcone e sentii l'odore di Roma.

mi diressi verso la porta
"ei dove credi di andare?" chiese Merritt
"a fare un giro" gli risposi mettendomi gli stivali
"torno per cena" dissi sbattendo la porta e uscendo di casa, scesi velocemente le scale e andai in giro. 

signore che scendevano i panni sul balcone, semafori che segnavano il rosso causando lunghe file di macchine, spazzatura buttata sui marciapiedi, insomma, Roma.

mi fermai in gelateria
"desidera?" mi chiese il gelataio
"un cono stracciatella con doppia panna" gli risposi
"ecco a lei" disse porgendomi il mio gelato

mentre uscivo leccando la panna vidi Daniel, Merritt e Jack
"ah finalmente, ti abbiamo cercato per tutta la città" disse Daniel
"Luna?!" disse una voce da lontano, io e gli altri ci girammo in contemporanea
"si è lei" disse un altra
"non ci posso credere" disse un altro ancora.

dei ragazzi si stavano avvicinando, solo dopo capii di chi si trattava e gli corsi incontro.
"amore mi sei mancata tantissimo" disse abbracciandomi
"anche tuu" gli risposi
"guarda chi si rivede" disse un altro con le braccia incrociate
"è da un pezzo che non ti sei fatta fitta" aggiunse uno
"che fine hai fatto?" un altro ancora

"ehm..scusate..chi siete voi?" chiese Daniel avvicinandosi
"oh giusto, ehm Daniel loro sono Gabriele, Riccardo, Pierluigi ed Emma.. ragazzi lui è Daniel" dissi io presentando tutti a tutti
"Daniel il calvo" disse ridendo Gabriele
"li conosci?" mi chiese Daniel strattonandomi per un braccio
"si sono il mio vecchio gruppo con cui uscivo per Roma" gli risposi con tranquillità
"ehi bambola, noi stiamo andando a fare un giro vieni anche tu?" chiese Riccardo
"bambola!? ehm...no ragazzi scusate ma lei n-" interruppi Daniel dicendo:"certo!" e li seguii
"cosa?"
"ci vediamo a cena" dissi ormai lontano da lui
"ciao Luna!" urlò Merritt

era sera, saranno state le 23:45 circa
scesi dalla limousine nera ridendo e salutaii il gruppo
"ehi" dissi avvicinandomi agli altri che stavano seduti su una panchina.
"ehi?! cioè noi siamo qui ad aspettarti dalle 20 e sai dire solo ehi?!" urlò Daniel prendendomi un braccio
"avevamo fatto tardi e" non mi fece finire che mi interruppe
"fatto tardi?! ma ti sei vista almeno!? guarda come sei conciata?!" disse indicando i miei vestiti.

avevo preso in prestito dei vestiti di Emma perché avevo caldo con i miei

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avevo preso in prestito dei vestiti di Emma perché avevo caldo con i miei.

"torniamo a casa ora!" disse secco
Merritt e Jack passarono vicino a me con aria triste e preoccupata.

una volta a casa, mi chiusi in camera sbattendo la porta, presa dalla rabbia buttai a terra le cose che erano sopra la scrivania, poi quest'ultima la buttai a terra. presi poi la sedia e la lancia verso la finestra.

che cazzo gli fregava a loro di quello che facevo!







il mattino seguente
"ehi, Luna vieni, è pronta la colazione?" disse Daniel bussando alla porta di camera mia

"Luna so che non ci vuoi parlare ma almeno vieni a mangiare" disse Merritt

Jack aprì la porta.
vuota.
"cazzo!" urlò Daniel
"chiama la polizia" disse Merritt indicando il telefono

"a sto punto chiama anche il presidente no?"

"giusto, chiama il presiden" Merrit si fermò e capì.

mi stavo togliendo il cappotto e lo stavo appendendo all'attaccapanni vicino la soglia di entrata.

andai verso il tavolo, presi un biscotto e lo misi in bocca
"chi li ha fatti?" chiesi indicando i biscotti con la bocca piena
"li ho fatti io!" disse Jack entusiasto.

"buoni" dissi masticando e prendendone un altro, mi fissavano tutti.

"allora? volete un autografo? non abbiamo un colpo di stato da pianificare?!" chiesi mangiando un altro risposto e vidi spuntare un sorriso ad ognuno dei ragazzi
"toglietevi subito quei sorrisini dalle vostre facce, non vi ho ancora perdonato" dissi infuriata sempre masticando e prendendone un altro
"ce lo lasci almeno uno?" chiese Daniel riferendosi al biscotto.

lo guardai, poi guardai i ragazzi e di nuovo il biscotto "no" dissi prendendolo con aria soddisfatta 

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