capitolo 6~la verità~

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la folla entusiasmò e l uomo venne preso dalla polizia poi una polverina viola ci fece tornare a casa dove eravamo prima

"come hai fatto?" chiese Merritt
"posso impedire il legame tra corpo e anima di qualsiasi persona, il passaggio che si crea può causare un infarto il più delle volte la morte" dissi secca
"la morte?!" dissero insieme
"cosa ti è saltato in mente?! noi non siamo assassini, noi salviamo la gente, pensa se quell uomo sarebbe morto, cosa avremmo fatto? cosa penserebbe la gente di te, di noi" disse Dylan infuriato entrando nella stanza
"non ho scelto quell uomo a caso, lui non sarebbe morto comuqnue" dissi
"questo non lo puoi sapere!!!" urlò Dylan
"si invece!!...io lo conosco" dissi con voce triste sedendomi sul divano
"che vuoi dire?" chiese Jack incuriosito
"lui...è...m-mio padre" dissi balbettando
"a maggior ragione non dovevi fargli una cosa del genere!!" Dylan continuava a urlare
"ma non ti ha dato della p3ttana" Merritt credevo che stava incominciando a capire qualcosa
"già..." dissi guardando il pavimento
"ma i tuoi non ti avevano abbandonata?" chiese Daniel
"oh...si...voglio dire se è questo quello che vi ho detto la prima volta" dissi incominciando a preoccuparmi
"la prima volta?!"
"di cosa stai parlando?!"
"e poi non ce l hai detto?!"
"già sono stato io a farti credere che ero entrato nella tua mente e ho visto i tuoi ricordi" 
"fate troppe domande ve lo ha mai detto qualcuno?" dissi guardandoli: erano in piedi in cerchio davanti a me e volevano spiegazioni
"allora...ricomincio dall inzio...Merritt sapevo che avresti cercato di entrarmi nella mente così sono stata solo al gioco, facendoti credere che ero stata abbandonata...ma non è così...i miei genitori mi volevano bene, molto bene, era tutto perfetto, madre padre e figlia insieme come una famiglia...fin quando un giorno avevo 7 anni entrai in bagno dove vidi mia madre stava piangendo e aveva un coltello in mano..."

flashback

"mamma"
"amore mio dimmi"
"perché piangi?"
"oh bhe ecco...non ha importanza, tu come stai?"
"benissimo!! papà ha detto che mi porta a coltivare i pomodori, vieni anche tuu"
"non posso"
"perché?"
"Luna ricordati che ti voglio bene e te ne vorrò sempre, non permetttere che gli altri ti comandino sei più forte di quel che credi"

fine flashback

"detto questo si infilzò il coltello allo stomaco e cadde a terra sorridendomi, il bagno divenne una pozza di sangue

rinizio flashback
"mamma?"
"mamma?!"
"mamma!!"
fine flashback

"misi le mie mani sul suo petto, erano piene di sangue, ero solo una bambina quando questo accadde, gridavo il suo nome, mio padre mi sentì e mi raggiunse, al vedere quella scena cadde in ginocchio vicino a mia madre poi si alzò mi strattonò da lei e mi portò nell orto... la sera mi venne a riprendere, non aprì bocca, 3 mesi così, poi iniziò a tornare a casa che aveva bevuto, beveva, poi i giorni andavano avanti e lui iniziò a gridarmi contro, arrivò anche a tirarmi oggetti contro, infine un giorno arrivò a casa mi prese per il braccio, io stavo disegnando, mi rillassava, mi portò in camera sua, e mi disse di spogliarmi, gli dissi di no e mi diede uno schiaffo, da quel giorno quando beveva troppo mi menava" alzai le maniche della maglia e gli feci vedere i lividi
"a 12 chiamai gli assistenti sociali, e mio padre fu mandato in carcere" mi scese una lacrima non ne parlavo da ben 5 anni

silenzio

Daniel si sedette vicino a me,
"ti capisco"
al sentire quelle parole mi arrabbiai
"NO TU NON PUOI CAPIRE NESSUNO DI VOI PUÒ!" corsi in camera e sbattei la porta facendo cadere un quadro nel corridoio

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