capitolo 10~in carcere~

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mi vestii in fretta

e Merritt chiamò un taxi che ci portò fino al carcere dove si trovava mio padre, quando scendemmo dalla macchina il flash delle macchinette mi acceccò tanto da perdere l'equilibrio e sedermi sul sedile del taxi

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e Merritt chiamò un taxi che ci portò fino al carcere dove si trovava mio padre, quando scendemmo dalla macchina il flash delle macchinette mi acceccò tanto da perdere l'equilibrio e sedermi sul sedile del taxi.
Merritt mi porre una mano per farmi alzare:"ci farai l'abitudine"
riuscimmo ad entrare e ci dirigemmo verso la segreteria
"Salve siamo qui per far visita a signor Lovegood"
la signorina digitò i dati sul computer poi disse:"mi dispiace ma qui non abbiamo un pirgioniero di nome Lovegood, forse l'avranno trasferito"
"è impossibile" disse Merritt dando un occhiata al modem
"si invece, il signor. Johnson, Sebastian Johnson" dissi avvicinandomi alla ragazza
"dopo ti spiego" aggiunsi riferendomi a Merritt che mi guardava come per dirmi che voleva spiegazioni
"si, il signor Johnson, cella 356 terzo piano infondo alle scale, vi prego di aspettare in sala d'attesa per fargli visita" disse facendoci vedere la sala d'attesa

prima si sederci ci fecero passare sotto la barra di controllo, mi tolsi gli orecchini che portavo visto che erano di metallo e passai sotto e l'allarme non suonò e mi rimisi addosso gli orecchini.
toccò a Merritt che passò sotto ma l'allarme suonò e la polizia lo fermò e gli fecero una """breve""" persecuzione e gli trovarono il portafoglio addosso
"ah giusto" gli presero il portafoglio e poi ripassò e l'allarme non suonò.

ci sedemmo in sala d'attesa e Merritt aspettava mie spiegazioni
"quindi?!" disse
"quando avevo 15 anni ero stufa di portare in grembo il cognome di quell'esssere così andai all'anagrafe e cambiai il mio nome da Luna Johnson a Lovegood. ero comunque una Johnson ma almeno così il governo mi riconosceva come una Lovegood" dissi mangiando un biscotto che stava sul tavolino e che servivano a tutti
"il nome di tua madre" disse e io annuii
"credevo che solo se eri maggiorenne potevi fare una cosa del genere, non eri troppo piccola?" chiese
"è vero, per questo ho fermato il tempo" dissi masticando
"tu cosa!!?" urlò
"sai magia nera, e comunque abbassa quella voce"
"si scusa e per l'identità?" quante domande!!!
"feci un documento falso grazie a un amico" dissi
"a un impostore volevi dire, un ladro, un truffatore" disse con voce nervosa "e come si chiama questo tuo """amico""" " aggiunse specificando le virgolette alla parola amico
"Dave" gli risposi
"e questo Dave ha anche un cognome?" aggiunse facendo tono su Dava
"no" dissi in tono scherzoso che lo fece andare di matto

dopo 20 minuti ad aspettare finalmente ci chiamarono e ci fecero entrare in un corridoio diviso in 2 da un vetro da una parte c'erano i parenti, dall'altra i prigionieri ed ecco mio padre. seduto e dietro di lui 2 guardie.

mi sedetti anch io di fronte a lui, mi fece senno di prendere il telefono: c'era un telefono sia dalla mia parte e sia dalla sua collegato con un filo e vicino c'era anche una specie di secchio attaccato al muro a forma di lettera, ho intuito che li i parenti mettevano qualcosa e i carcerati lo prendevano.

presi il telefono e lui fece la stessa cosa
"6 anni, e solo ora mi vieni a fare visita" disse guardandomi negli occhi
"non ne avevo un motivo specifico per venire a trovarti" dissi, lui notò Merritt che stava 5 m dietro di me
"chi è il tuo nuovo amico?" chiese guardandolo
"non ti interessa" risposi "non hai nulla da dirmi?" chiesi
"sai mi manchi, mi manca il tuo corpo sul mio" disse guardandomi le t3tt3
"hai bevuto? vero!?" lo riconoscevo era la stessa voce che aveva quando si umbriacava
"ti voglio" non rispose alla domanda
"la mamma non vorrebbe che ti comportassi così" dissi io indegnata del suo comportamento
"LA MAMMA NON C'È PIÙ È MORTA!!!" disse urlando e alzandosi in piedi, mi spaventai per la sua reazione, Merritt si stava per avvicinare a me quando le guardie gli diedero 3 colpi di bastone sulla schiena. a vedere quella scena mi scappò una risatina
"ti fa ridere?! che c'è di così divertente che vedere tuo padre essere picchiato" disse con voce infuriata
"primo non sei mio padre e non lo sarai mai, secondo si fa ridere perché così ti rendi conto del male che mi hai fatti per ben 6 anni" dissi io avvicinandomi al vetro
"l'ho fatto solo per il tuo bene, sapevo che un giorno avresti dovuto affrontare la realtà" disse appoggiandosi allo schienale della sedia
"il mio bene!? tu questo lo chiami bene?!" mi stavo innervosendo e il mio tono di voce saliva "un padre peggiore di te non potevo averlo, non eri così prima della morte di mamma, io comprendo tutto la tristezza, il senso di colpa, ecc.,, ma non posso tollerare quello a cui sei arrivato. io ti ho sempre voluto bene, anche dopo l'accaduto di mamma, non mi meritavo tutto questo tuo odio" dissi regolando il mio tono di voce
"tesoro, io non ti odio" disse mettendo una mano sul vetro poi aggiunse "ora ti prego di a questi signori di lasciarmi andare e potremmo riprendere da dove eravamo rimasti? che ne dici? so che lo vuoi"

non risposi subito, ci pensai

"sai che ti dico" dissi rimettendo a posto il telefono
"Luna" disse mio padre che aveva intuito quello che volevo fare
mi alzai dalla sedia e mi stavo dirigendo verso la porta
"Luna! ti prego! non lasciarmi qui!" disse andando di matto
"vai all'inferno str0nzo" e lo mandi a quel bellissimo paese

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