↳ Il gioco delle tre carte [avventura]

31 2 0
                                    

Profili: WattpadAvventuraIT, WattpadBrividoIT e WattpadMisteroIT.

Traccia: "Realizzare un racconto che parta dallo sbarco del protagonista dall'astronave Ekpyrosys e in cui devono essere tassativamente presenti le carte che vi abbiamo affidato (e magari devono in qualche modo essere motore della storia!). Come vedete abbiamo lasciato volutamente indefinito dove il nostro personaggio sta andando quindi siete liberi di farlo approdare nei luoghi più assurdi, dando alla vicenda il taglio che preferite".

Conteggio parole Word: 1999.


✂- - - - - - - -


Il Violino di Tamun


L'incontro fortuito con quella cartomante mi aveva lasciato colmo di dubbi e timori, mentre l'astronave Ekpyrosys si accingeva ad approdare al porto spaziale di Lalande5.

Non sapevo cosa avrei trovato, una volta sbarcato, né se sarebbe stato un viaggio a vuoto: ero stato pagato per recuperare il Violino di Tamun, eppure non mi era stato dato alcun indizio su dove si trovasse.

Certo, il pianeta nel quale si pensava che fosse era più piccolo di qualunque altro, ma il terreno si estendeva anche sotto ai miei piedi e quello poteva rivelarsi infinito. Mi ritrovai a pensare che se avessi dovuto scavare, non avrei avuto gli strumenti adatti.

Per rimediare a queste mancate informazioni, il committente mi aveva descritto molto minuziosamente l'aspetto del Violino, sino a darmi un disegno che lo rappresentava alla perfezione.

Esso risaliva a migliaia di anni fa, a quanto si poteva vedere dalla tavola armonica e dagli intagli dell'incavatura, molto rovinati; il puntale era danneggiato sull'estremità, in contrasto con le corde che, invece, parevano ancora intatte, così come il ponticello sul quale appoggiavano e il manico. Non credevo che esse fossero ancora in quelle condizioni, soprattutto non conoscendo il luogo nel quale il Violino fosse stato nascosto, ma il mio compito era solo quello di recuperarlo.

Se l'avessi rinvenuto in uno stato peggiore, non avrei dovuto fare altro che comunicarlo tramite il segnalatore che portavo attaccato alla cintura, nonché un dispositivo per le trasmissioni brevi che si appoggiava alla rete delle astronavi cargo.

«L'aria è respirabile, il clima è mite e non vi sono segni di vita pericolosi» disse Ress, il mio assistente, controllando l'analizzatore d'ambiente.

«Bene, possiamo andare» ordinai, sistemando sulle spalle lo zaino colmo di oggetti utili a un cacciatore di tesori.

Ress era un ragazzotto mastodontico sia in altezza che in larghezza, con i capelli scuri rasati a pochi centimetri e uno sguardo non molto raccomandabile, anche se era una delle persone più docili che avessi mai conosciuto.

In effetti, mentre ero con lui, mi ero sempre sentito fuori pericolo anche nelle situazioni più assurde nelle quali mi ero cacciato durante la mia brillante carriera.

Non c'era un cacciatore di tesori più in gamba di me, di questo ne ero certo. Tuttavia, nonostante bramassi conquistare i tesori di maggior valore, non ero interessato ai soldi e, infatti, tendevo ad accettare incarichi per un onesto compenso che finiva quasi tutto nelle tasche vuote di Ress.

Superammo l'approdo chiuso del porto spaziale di Lalande5 e la prima cosa che mi saltò all'occhio fu il panorama selvaggio che sembrava estendersi in ogni direzione, decorato da alberi di ogni tipo e da erba che mi arrivava almeno alla vita. Quelli erano i momenti in cui essere alto un metro e ottanta non serviva poi a un granché.

Nella tana dello Scorpione | racconti ©Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora