Prologo.

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Premessa.
Questa é una storia di fantasia quindi fatti e momenti sono tutti frutto della mia mente, non prendete la cosa sul serio é solo una storia. Love❤️

Aveva le palpebre socchiuse e le braccia distese lungo il corpo, il cervello era concesso in qualche modo ma non del tutto cosa che lo fece estraneare da qualunque cosa, come al solito.

Gli stati d'animo di Tancredi passavano dalla gioia più incondizionata suscitata dalle piccole cose, al malessere.

Solo malessere.

Certe volte si chiedeva se potesse essere bipolare.
Poi smetteva di chiederselo perché forse la risposta già la sapeva.

Il primo mese di Serale non era ancora finito ma era già stremato; si svegliava alle sette, faceva colazione e poi lezioni su lezioni.
Era nella scuola più famosa d'Italia, era il minimo, non gli pesava così tanto ma gli mancava la sua spensieratezza.

Aprì di scatto gli occhi richiamato dalla voce di Maria, lei lo aiutava ma nel suo piccolo, certo non era né sua madre né una sua amica quindi Tancredi aveva imparato a non aspettarsi molto neanche da lei. Mise a fuoco la situazione e si ritrovó sulle scale della sua squadra, forse si era addormentato, e non se ne era accorto.
Accanto a lui Rosa che se la rideva con Martina e dall'altra parte la squadra di Aka.

Aka.

Non sapeva neanche lui in che rapporti era con Luca, avvolte ridevano si abbracciavano e si confidavano, avvolte Aka lo ignorava totalmente o cercava di litigare. Non che Tancredi avesse bisogno di particolari attenzioni, ma forse si sentiva più a suo agio quando si metteva a dormire e non aveva litigato con lui.

Era il momento di un ennesimo guanto di canto.

Aveva paura.

La maggior parte dei guanti che lo interessavano lo vedevano confrontarsi contro Sangiovanni, e aveva capito da un po' che confrontarsi contro il diciottenne era una guerra persa, lo sapevano tutti.

Si venne a scoprire che il guanto di sfida riguardava Raffaele e Aka, dovevano cantare e coreografare il guanto e come al solito, Aka, aveva già cominciato a lamentarsi.

Non sapeva se il suo essere sempre una lagna ai suoi occhi fosse tenero o scoraggiante, ma passò oltre.

Erano fuori, Tancredi era sul divanetto a fumare mentre d'avanti a lui Deddy, ascoltava Aka sfogarsi.

"Secondo me é totalmente assurdo"
"Oddio Aka fidati, non sarà niente di che"
"La fai facile tu, al massimo ti fanno cantare in inglese a te"
Deddy sbuffò per l'ennesima volta in cinque minuti e si girò verso Tancredi stremato.

"Uff...Tancre tu cosa ne pensi?"  Tancredi abbozzò un sorrisino e abbassò gli occhi.

"Esagera, come sempre." Aka si limitò a portare gli occhi al cielo.
"Tanto é inutile che chiedi a lui, mi contraddice sempre"
"Non é vero" Tancredi aveva cominciato a ridacchiare in modo fastidioso e Luca non ne poteva già più.
"Vedi? mi contradici"
"Penso solo che stai esagerando, sei pur sempre un cantante non ti faranno saltare e fare la farfallina"

Aka si decise ad alzarsi.

Lo squadrò, male.

Tancredi provava inquietudine ma continuava a sbattergli in faccia il suo sorrisino.

"Va bene allora, se ne sei così convinto andiamo a provarlo ma lo fai tu"
"Andiamo a provarlo ma lo faccio io? Che compromesso é?"
"Veloce."

Imperativo.

Tancredi a volte cercava di cancellare del tutto le volte in cui Aka gli ordinava cosa fare, forse neanche ci faceva caso, forse non voleva affatto farci caso.

"Va bene" Rispose neutro alzandosi dal divanetto.

"Fanculo Aka" pensó nella sua testa, mentre lo vedeva saltellare verso il pianoforte.

Spazio Autrice:
Bho non lo so, mi stanco facilmente a scrivere comunque Tancredi e Aka mi mandano delle good vibes assurde
Cià💋

Million Reasons.||Tanc7evenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora