"Se c'è qualcosa che mai cambierà nella storia dell'uomo è l'incomprensione."
Ora che tengo tra le mani l'involucro dei tuoi pensieri, sono consapevole di questa affermazione più di quanto lo fossi ieri.
Chi mi crederebbe mai, se dicessi che il mio gesto è onesto ed è fatto con amore e non con odio dovuto al dolore?
Poi tu che mi osservi con gli occhi chiusi, e nemmeno ti muovi più, se devo sincero ho sempre odiato il linguaggio del corpo che usi, quegli sguardi di pena quando stavo giù, probabilmente vorresti chiedermi il motivo di ciò che ho fatto e ti aspetti una risposta, vorrei per un attimo mettere il mondo in sosta e chiedermi se abbia senso mentirti, in fondo siamo in un mondo astratto ed ormai gioco e basta, quindi non saprei che dirti.Posiziono la tua testa sul luogo indicato e i miei occhi guardano il suolo come fossi indignato, mi ricordo una frase letta tempo fa, recitava: "makutu sookee nankuru nai sa."
L'ho sempre vista interpretata in modo errato, ironicamente anche qui si presente l'incomprensione, l'ho vista intesa in molti modi, tutti diversi fra di loro, sminuendola e dandole significati tanto lontani da ciò che rappresenta, per esempio: "Il tempo guarisce tutte le ferite."
Non nego che in questo istante, probabilmente vorrei crederci anch'io, ma ahimè, quella frase nella lingua di Okinawa, recita: "Comportati come si deve e (vedrai che prima o poi) in qualche modo le cose andranno (bene)."
Impassibile, cedo il tuo capo, mi allontano di qualche passo e osservando ciò che ho fatto, mi rendo conto che, almeno per chi ha coniato questo detto, io purtroppo sono fuori dalle grazie del destino.
Clap Clap Clap
"Ironico no? Passare da vittima a carnefice, piccolo Reiven" sentii la sua mano ruvida passarmi sulla fronte, ma com'è possibile che una risata possa essere così fastidiosa? Non me lo spiego.
"A me, quello che fa più ridere, è che hai deciso di uccidere, ascoltando colui che ha presumibilmente ucciso tuo padre."
Scoppiò a ridere dinnanzi a me, e in quel momento credo di aver raggiunto l'abisso, ero confuso e non capivo che stava succedendo.D'un tratto, tutto divenne rossastro, una luna si posizionò sulle nostre teste, e quella salma dalle sembianze umane, mi guardava ancora inanimata.
Girai lo sguardo verso Josh "Ancora non lo vedo, dov'è?"
Alzo gli occhi verso il cielo "Ma chi? Di chi stai parlando?"
Già ero nervoso, ancora seduto vicino alla salma di mia madre, sussurrai sottovoce, quasi come se non volessi affatto sentire la risposta: "Mi-mio padre"Mise la sua mano davanti alla sua bocca, iniziando a muovere il busto avanti indietro da quanto rideva "Ma che stai dicendo?"
Camminando verso una sedia, che apparve dal nulla sulla mia sinistra, si mise a sedere incrociando le gambe "Guarda che puoi aprire gli occhi, che ne dici? Saranno almeno 2 ore che li tieni serrati, veramente non capisco perché tu abbia deciso di fare ciò."
Sbadigliando recitò la sua solita provocazione indesiderata "Anche perché continuare a passeggiare tra i tuoi pensieri inizia ad essere un po' monotono.""Ma come? Aprire gli occhi?" Feci un minimo sforzo sulle palpebre, come quando al mattino, ti svegli dopo essere tornato a dormire quei 2 minuti in più.
Sentii il mio cuore accelerarsi, rimasi fisso con lo sguardo dritto, verso la salma al mio fianco "N-non è una donna."
Tremante, mi misi in piedi, con in sottofondo la solita sinfonia composta dalle risate strazianti di quella bestia e alzando lo sguardo, mi pietrificai davanti a quel quadro aberrante.
"Ho ucciso... Papà"
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Il Limite Dell'illusione - Play With Me
Gizem / GerilimBianco e nero in una scacchiera si intrecciano, come i mali nella vita di Reiven. Una vita, se la si può definire così, fra rabbia e tristezza, assenza dei cari e una lenta agonia. Una vita in bianco e nero come una scacchiera, dai lati oscuri e le...