«A giudicare dalla posizione del sole e da ciò che è visibile delle ombre degli alberi direi che è all’incirca mezzogiorno», dichiarò Miwa dopo che si furono fermati per una pausa.
Chiunque fosse il loro sequestratore, aveva pensato bene di privarli anche degli orologi. La conseguenza di ciò era che, oramai, si sentivano ancora più persi di prima.
Il caldo, in mezzo alla vegetazione, era notevolmente più sopportabile rispetto alle temperature che si raggiungevano in mezzo all’asfalto.
A destra e a sinistra, davanti e dietro, il panorama era essenzialmente lo stesso: tronchi di grossi alberi, radici coperte di muchio e arbusti più bassi.
Mantenere il senso dell’orientamento sarebbe risultato complicato anche per qualcuno di più esperto.
Avevano passato tutta la mattina a camminare, erano disidratati, affamati, indeboliti, frustrati e sfiancati tanto che per le loro menti circolava il desiderio di desistere forte come non mai.
«Io non ce la faccio», fece Kyle sospirando.
Subito dopo il ragazzo si lasciò cadere su un grosso tronco incastrato tra un masso e delle radici. Alexandra lo osservò abbassarsi.
«No, no, no, che stai facendo? Non ci credo che tu resista così poco. Sai che ti dico io? Lo sai? Ti dico che devi alzare quel tuo culo da terra immediatamente. Arrendersi non è tra le opzioni… neanche lontanamente».
Alex sentì una rabbia ribollirle fin dentro le ossa; non tanto nei confronti del compagno ma verso tutta l’insensatezza della circostanza.
«E quali sono le opzioni? Eh? Dobbiamo forse scegliere tra morire di fame o morire di sete? Ah no scusa, moriremo di entrambi. E magari non stiamo seguendo nemmeno la direzione giusta. Ma che ne sai tu, che ne sa Miwa o che ne sa Christian, eh?», il tono gravoso di Kyle mise quasi in soggezione Alex, la quale cercò di leggere quella sfuriata non tanto sul personale quanto come una valvola di sfogo per la stessa frustrazione alla quale pure lei, come tutti, era assoggettata.
«Non ci serve litigare, avete capito? Stiamo andando fuori di testa tutti quanti e c’è già una persona là fuori a volerci morti, quindi non credo serva odiarci tra di noi», sbottò Christian esasperato quanto loro.
«Avanti, rimettiamoci in marcia», concluse Alex distogliendo lo sguardo sia da Christian sia da Kyle.
La sete iniziava a farsi sentire nelle loro gole secche e non pensarci pareva essere l’unica opzione possibile.
Nonostante le molteplici astrusità i quattro ripresero a camminare di buona lena.
All'imprevisto Miwa inciampò su una radice che sporgeva dal terreno e finì addosso ad un tronco proteso verso di lei procurandosi così una grossa escoriazione sull’avambraccio sinistro dall’aspetto alquanto sproporzionato.
Ma ciò che sconcertò Alex fu che la ragazza sembrò inizialmente più preoccupata per lo stato delle sue unghie che per l’integrità del suo braccio.
«Ditemi che non ne rimarrà il segno – sembrò poi chiedere più a sé stessa che ai compagni – Le cicatrici non stanno bene su questo corpo».
Christian dovette sforzarsi notevolmente per non scoppiarle a ridere in faccia e Alex assistette a tale impegno.
“Com’è possibile che sia tanto preparata e competente quanto egocentrica oca piena di sé?”, pensò Alex guardandosi i piedi.
Kyle si curò meno di nascondere la propria seccatura e le piantò lo sguardo negli occhi, uno sguardo che diceva chiaro e tondo: “ma non dire stronzate!”.
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I ragazzi di Marble Hills [IN PAUSA]
Fiksi RemajaQuando si vive in quella che appare come la cittadina più normale del mondo è difficile credere che la propria vita possa essere stravolta da un momento all'altro. Alexandra Correll non lo credeva di certo. Lei è un'adolescente che vive nella cont...