Il riconoscimento, da parte di Christian, dell'AK-47 aveva lasciato tutti decisamente perplessi.
Subito dopo però tutto ciò aveva perso importanza.
"Forse doveva proteggersi da qualcuno", avevano pensato cercando di capire come mai un cacciatore dovesse possedere una simile arma.
Il vero motivo però era rimasto nell'ignoranza e i ragazzi avevano smesso di pensarci.
La tempesta era terminata lasciando spazio ad una pioggerellina leggera che rendeva il suolo ancora fangoso e scivoloso.
L'idea di andare a caccia non li allettava molto. Sicuramente per la fame sarebbero stati pronti a uccidere ma di fatto, a parte le armi, non avrebbero mai trovato tutti i mezzi necessari per rendere commestibile una bestiola, sempre ammesso che l'avessero trovata.
Confidavano nel fato nella speranza di riuscire presto a tirarsi fuori da quella situazione.
«Ci serve un piano», esclamò Alexandra richiamando l'attenzione dei compagni.
«Io dico che dovremmo restare qui», la contraddisse Kyle.
Alex sospirò, ma poi ribatté: «Non ci troveranno mai chiusi qui dentro, tanto vale muoverci per conto nostro».
Stabilirono che avrebbero deciso come organizzarsi non appena la pioggia sarebbe cessata del tutto.
Nel frattempo tutti e quattro avevano continuato a curiosare nel monolocale.
Di tanto in tanto Christian enunciava ad alta voce il nome di qualche arma che conosceva.
«Ho sempre avuto un'innata passione per le armi... beh, non per usarle ma per conoscerle e sapere come funzionano, sì», spiegò maneggiando quella che aveva chiamato "Carabina Beretta Mod. 500s"; poi aveva preso in mano quella che Alex aveva riconosciuto essere una semplicissima doppietta a canna rigata.
Il ragazzo, con un colpo deciso, aveva fatto scattare i cani esterni, responsabili della sicura, per controllare se nelle canne del fucile ci fossero già delle cartucce.
«Alexandra, – la chiamò Christian senza staccare gli occhi dall'arma – per caso lì davanti a te, sul tavolo, ci sono delle pallottole che possono essere usate?», chiese descrivendo l'aspetto che dovessero avere le munizioni richieste.
La ragazza esitò un momento ma successivamente riuscì a riconoscere le cartucce giuste.
«Hai veramente intenzione di usarlo?», chiese Kyle con gli occhi fuori dalle orbite.
Il moro lo fissò un secondo poi rispose: «Volete sopravvivere o no? Come facciamo a sapere che lì fuori non ci sia il vecchio caro orso ad aspettarci?».
Alex comprese che essere armati non sarebbe stato rischioso per loro ma per qualsiasi creatura, come un animale per esempio, che avesse provato ad attaccarli.
Plasmata da questo pensiero si alzò dalla sedia e raggiunse lo scaffale che esponeva vecchie armi da lancio e lame di ogni dimensione e forma.
Mise la mani su una balestra di piccole dimensioni; era maneggevole e sembrava relativamente intatta nonostante il tempo.«Anni fa tiravo con l'arco... quanto mai potrà essere diverso?», disse in spiegazione alle occhiate perplesse di Christian, Kyle e Miwa.
"Spero che non si riveli necessario", pensò cambiando subito espressione.
«Forse posso darti una mano – si offrì Christian – ovviamente appena usciamo all'aperto. Sapete, credo che non sia un male non essere completamente indifesi: non avremmo sedativi pesanti o furgoni ma almeno se quello stronzo biondo del sequestratore si facesse rivedere potremmo essere noi a minacciarlo».
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I ragazzi di Marble Hills [IN PAUSA]
Fiksi RemajaQuando si vive in quella che appare come la cittadina più normale del mondo è difficile credere che la propria vita possa essere stravolta da un momento all'altro. Alexandra Correll non lo credeva di certo. Lei è un'adolescente che vive nella cont...