CAPITOLO 2

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STELLA

Per tutta la cena ho sentito gli occhi di Roberto fissi su di me e sono arrivata al culmine della sopportazione.

Va bene che è il mio capo ma ciò non implica che debba accettare forzatamente le sue attenzioni.

Giulia in vista della serata, mi ha convinta ad indossare un vestito al posto del solito tailleur e l'ho scoperto più di una volta a sbirciare oltre lo scollo che tra l'altro, è molto casto.

Devo assolutamente ristabilire le dovute distanze con lui, altrimenti potrebbe coltivare false illusioni.

"Ci vediamo a colazione Roberto" dico mentre discosto la sedia per alzarmi.

Lui mi raggiunge e, da gentiluomo quale è, toglie la sedia da sotto il mio sedere per poi voltarsi verso Giulia e compiere la medesima operazione.

Sono infastidita e irritabile questa sera, in verità è da quando sono arrivata in hotel che mi trovo in questa condizione e non ne capisco il motivo.

"Vi ritirate subito oppure prendiamo qualcosa al bar?" chiede Roberto con falsa indifferenza.

"A dire il vero siamo molto stanche" anticipo Giulia prima che rovini tutto.
"Sai il viaggio e tutto il resto...e poi domani abbiamo una giornata piena..." con gli occhi intimo alla mia amica di non intervenire e lei in risposta arriccia le labbra, imbronciata, ma recepisce l'antifona.

"Stella mi anticipa come al solito...in effetti anch'io sono molto stanca, ci rifaremo domani Roberto, buonanotte" mi prende sottobraccio e ci avviamo verso l'uscita del ristorante.

"Codarda, codarda, codarda..." sussurra sorridendo falsamente mentre camminiamo.

Spingo il tasto per chiamare l'ascensore quando un brivido mi attraversa dalla testa ai piedi ed è talmente palese che Giulia si volta a guardarmi.

"Senti freddo?" mi domanda con sospetto tastando la mia fronte.
"Spero che non ti sia venuta la febbre, altrimenti ci giochiamo tutta la settimana".

Io invece penso che sia stata l'aria condizionata dell'aereo a provocarmi il malessere al quale sono soggetta da due ore, ecco spiegato l'arcano.

Sentiamo un trambusto alla reception e ci voltiamo per osservare quanto sta accadendo.

Ci sono due uomini con le rispettive compagne che parlano col l'impiegata di turno e da questa distanza non riesco a vedere i loro volti, anche perché sono girati di spalle...ma visti da dietro non sono niente male...guardo Giulia ed ha la mia stessa espressione stampata in faccia.

"Hai visto che bel sedere ha quello moro?" a momenti le esce la bava dalla bocca.

"Non li guardo certi particolari...io" bugiarda, ho guardato eccome, ma sono troppo pudica per ammetterlo.

"Anche il biondino non è male...se ci avviciniamo possiamo vedere anche che faccia hanno" Giulia si avvia verso il bar ma la fermo afferrandola per un braccio.

"Se incontri Roberto cosa gli racconti? Farai un'inutile figuraccia visto che quei due sono in ottima compagnia" sussurro indicando le splendide ragazze che li affiancano.

"Ho sete" risponde piccata liberando il braccio dalla mia morsa.

"Prendo una bottiglia d'acqua e ti raggiungo in camera...tu sali" mi lascia sola davanti alle porte dell'ascensore.

Ho appena terminato di parlare al cellulare con Ele e di indossare il pigiama che la mia amica fa il suo ingresso nella stanza.

"Oh mio Dioooo, non sai che cosa ti sei persa" si butta a peso morto sul letto fingendo di svenire.

"Sono tutta orecchi...racconta" rispondo mettendomi seduta accanto a lei.

"Se i culi erano da urlo la parte frontale...i loro volti intendo, che cosa hai capito?" aggiunge quando mi copro la faccia con le mani.
"...due uomini stupendi e ho scoperto che sono architetti austriaci...sicuramente anche loro sono qui per il meeting".

"Vedremo...ora se permetti, vorrei dormire" mi infilo sotto le coperte.

"Le loro compagne avranno all'incirca dieci anni di meno...e ti pareva che non le sceglievano più giovani? Solo carne fresca per tipi come quelli...quando ero al bar mi hanno pure guardata e si sono messi a ridere" aggiunge affranta parlando a tavoletta.

"E perché dovrebbero aver riso di te?" chiedo con la voce impastata dal sonno.

"Beh...forse...potrei aver lanciato...dei segnali equivoci?" azzarda cauta.

Apro gli occhi improvvisamente sveglia.

"Che tipo di segnali?" sussurro, conoscendo il livello di pazzia della mia amica, ho sempre paura di chiedere.

"Niente di cui ti debba preoccupare Ciccia, domani neppure si ricorderanno della sottoscritta, sogni d'oro" mi stampa un bacio sulla guancia e si chiude in bagno lasciandomi a bocca asciutta.

THOMAS

"Hai notato la pazza che era al bar?" sussurra Hans sgignazzando mentre ci avviamo verso l'ascensore.

Sorrido anch'io ripensando alla donna che ci lanciava messaggi subliminali con pose e atteggiamenti da rimorchio.

"Non era neppure tanto brutta" ammetto.

"Se ti piacciono le tardone in carne..." commenta sarcastico.

"Avrà avuto la nostra età amico, ti conviene chiudere la bocca"  rimbecco stizzito.

"Sono d'accordo, ma vuoi mettere sullo stesso piano un uomo, che a quarant'anni è all'apice della maturità e del fascino, con una donna della stessa età? Andiamo Tommy, ma le hai viste le nostre donne? Tutti si voltano al loro passaggio, pensi che la tizia del bar riceva gli stessi sguardi?".

Decido di non rispondere, Hans soffre di una forma grave di testardaggine e autostima, non vale la pena insistere anche perché non sono proprio in vena.

Fin da quando ho varcato le porte dell'hotel, la solita sensazione di soffocamento si è intensificata provocando degli spasmi alla bocca dello stomaco.

Cosa mi sta succedendo?

Helena entra nella nostra suite e apre tutte le porte delle stanze che la compongono.

"Mmmm...direi che può andare bene, per una settimana ci accontenteremo" aggiunge appoggiando la sua Vuitton sul divano del salotto.

All'inizio della nostra relazione non era così spocchiosa e piena di sé altrimenti, nonostante la bellezza, avrei evitato di frequentarla.

Solitamente la prima cosa che mi colpisce in una donna è l'aspetto fisico, esigo che sia alta, abbia i capelli lunghi e soprattutto che non provenga dal centro Italia...insomma tutto l'opposto di Lei, ma con Helena ho proprio toppato, oltre alla bellezza c'è il vuoto assoluto.

"Thomas ti aspetto a letto" dice lei uscendo dal bagno e con la coda dell'occhio noto che ha indossato un body nero in pizzo che non lascia nulla all'immaginazione, ma il mio amichetto qua sotto non recepisce...

Indosso il bomber ed esco sul grande terrazzo, meglio morire assiderato piuttosto che subire un'umiliazione tentando di eccitarmi, spero che nel frattempo Helena si addormenti...

Respiro a pieni polmoni l'aria gelida e dalla mia bocca escono grosse volute di vapore...

Nell'oscurità si intravedono le montagne innevate e appoggio le mani sulla balaustra per guardare in basso dove le luci colorate illuminano l'abitato.

Natale è passato da dieci giorni e nonostante ciò le luminarie non sono state ancora spente...mi torna in mente l'albergo dei nonni e la tradizionale cena della vigilia...quando ero ancora felicemente stupido e credulone e sostavo ogni giorno di vedetta accanto alla cassetta delle lettere in attesa che arrivasse il postino.

Odio il ragazzo che ero allora, ingenuo fino all'inverosimile...ma dopo quel lontano sabato di luglio di ventidue anni fa il mio modo di vivere e pensare è cambiato radicalmente, è come se mi fossi tolto improvvisamente un velo dagli occhi che mi impediva di vedere la cruda realtà dei fatti.

Inspiro ed espiro diverse volte prima di rientrare, ma il senso di soffocamento persiste, spero che almeno Helena abbia preso sonno...

La mia seconda possibilitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora