CAPITOLO 8

62 5 0
                                    

STELLA

"Giulia mi prenoti un taxi?" grido dal bagno. 
"Ho l'aereo fra tre ore e se non mi sbrigo, lo perdo". 

"Sarei contenta…traditrice dei miei stivali…e tu saresti un'amica?…" farfuglia di rimando. 

"Non ti sento, non ti sento…" cantileno prendendola in giro. 

È da ieri sera che ce l'ha con me perché ho deciso di tornare a casa, ma al momento non mi mi importa di nessuno se non di mia figlia. 

Ho sentito Ele poco fa e, alla notizia del mio rientro, seppur dispiaciuta per avermi rovinato la vacanza-lavoro, è esplosa in un grido di gioia. 

Anche Roberto è stato molto comprensivo, mi ha prenotato il primo volo per Roma non appena ha appreso quanto accaduto, allora perché ho questo senso di malessere che mi chiude la gola e mi impedisce di respirare normalmente? 

Prendo un profondo respiro e chiudo il beauty case cercando di liberare la mente da pensieri inopportuni che convogliano tutti in una direzione…Tommy. 

Non ritengo necessario informarlo della mia partenza, tanto più che lui a quest'ora starà dormendo affianco della sua bellissima compagna, però ho incaricato Roberto di salutare sia lui che Hans quindi sono a posto con la coscienza. 

Ma questo malessere… 

"Stella, se non ci hai ripensato, c'è il taxi che ti sta aspettando" urla Giulia bussando alla porta del bagno dentro il quale sono chiusa da mezz'ora. 

Esco mestamente e la guardo, so che è arrabbiata ma le sue arrabbiature solitamente durano quanto la neve di primavera. 

Schiocco un bacio sulla sua guancia paffuta. 

" Ciao Giugiú, ci vediamo domenica". 

"Ti odio!" piagnucola. 

"Ti voglio bene anch'io" rispondo sorridendo. 

"E se Haisemann  chiede di te?". 

Sono già con un piede fuori dalla porta quando la domanda giunge alle mie orecchie e sorrido sarcastica. 

"Rispondi che nonostante l'amore che mi lega a te, ho deciso di lasciarti". 

"Cretina!" esclama gridando. 

Il tassista mi sta aspettando di fronte all'entrata dell'hotel e prego Dio affinché una certa persona non decida di scendere dalla stanza proprio in questo momento. 

"Stella…aspetta…". 

Mi si ferma il cuore per una frazione di secondo, ma voltandomi mi rendo conto che a chiamarmi è stato Roberto e rilascio lentamente il respiro che avevo trattenuto.

"Volevi partire senza salutarmi?" chiede falsamente imbronciato. 

"Scusami, ma pensavo ci fossimo detti tutto al telefono" gli stringo una mano. 

"Non so come ringraziarti per la comprensione e l'aiuto che mi dai da due anni a questa parte…un capo come te è raro trovarlo". 

"Non ho bisogno dei tuoi ringraziamenti, ma che tu risolva al più presto i problemi e torni operativa il prima possibile…e salutami tanto Eleonora" conclude lasciando con ritrosia la mia mano. 

"Domani parlo con Heisemann e Krugher e se raggiungiamo un accordo, li invito a Roma per definire il tutto e portarli in fabbrica per la visione dal vivo dei nostri prodotti…comunque al massimo dopodomani rientreremo anche io e Giulia…senza di te non è lo stesso". 

Al solo sentir nominare Thomas il mio cuore accelera i battiti, ma esternamente resto fredda e compassata.

Saluto di nuovo Roberto e salgo sul taxi cercando d'ignorare le sue ultime parole. 

La mia seconda possibilitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora