CAPITOLO 10

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STELLA

Giulia si fionda in casa non appena apro il portoncino che affaccia sul corridoio del quarto piano.

"Dov'è la mia piccolina?" Nonostante siano passati diciassette anni, lei usa sempre lo stesso appellativo.

Vengo ignorata platealmente in favore di mia figlia la quale mette il naso fuori dalla porta della cameretta e, non appena vede la mia amica, le vola letteralmente tra le braccia.

Sento gli occhi inumidirsi per l'emozione.
Giulia è la mia nemesi,  è anche la sorella che non ho mai avuto e l'unica persona che mi ha supportato moralmente oltreché economicamente, nel periodo successivo al fallimento del mio matrimonio.
Ha raccolto per mesi, pazientemente, le lacrime di una madre e di una figlia trovatesi improvvisamente sole ed in balia degli eventi.
Eleonora la adora, è una zia, un'amica, una confidente e soprattutto una spalla alla quale chiedere aiuto quando io le nego delle libertà eccessive.

"Zia Giù... mamma ti ha raccontato del disastro che ho combinato?" le parole di Ele si odono appena, soffocate dal petto di Giulia.

"E mica è stata colpa tua amore mio!" risponde con dolcezza puntando gli occhi nei miei
"Quella put...puttina" si corregge facendomi il verso.
" ...ci ha messo del suo. Ma ora vedrai che io e tua mamma  risolveremo tutto, non è così?" con lo sguardo mi invita a darle manforte.

Sorrido con malinconia.
"Ho parlato con Nina questa mattina e mi sono scusata per l'accaduto. Ha accettato le mie scuse a patto che Eleonora non metta più piede in casa sua" intimo con lo sguardo alla mia amica di non infierire.
"Le ho risposto che se Claudio avrà il desiderio di rivedere sua figlia, potrà venire direttamente a casa nostra".

Spalanca la bocca e poi si morde la lingua per evitare di sproloquiare.

"Bella trovata principessa, non trovi?"esclama invece premendo la bocca sulla nuca di Eleonora che è ancora schiacciata contro il suo abbondante giro petto.

Passa qualche attimo prima che la ragazza risponda, si allontana da Giulia e la guarda con gli occhi pieni di lacrime trattenute.

"Io ci provo a volergli bene zia, è mio padre e continuerò a provarci ma forse...ci ho pensato sai? Credo che... mi abbia sempre ritenuta responsabile per la piega che ha preso la sua vita fin dal momento in cui mamma è rimasta incinta. L'ha dovuta sposare abbandonando l'università...".

"Te l'ha detto lui? Ma non sei stata mica concepita per opera dello Spirito Santo!" esplodo cercando di non gridare per evitare di turbarla eccessivamente in quanto capisco che ha bisogno di sfogarsi, di esternare i pensieri che l'assillano e che hanno influenzato il suo modo di vivere negli ultimi due anni.

"No mamma" si volta verso di me guardandomi negli occhi.
"Ma ricordo ancora quando ti urlava contro...diverse volte ti ha rinfacciato di avergli tarpato le ali ed il motivo...sono io" conclude affranta.
"Ora se volete scusarmi, mi chiudo in camera a studiare".

Rimango sola con Giulia ed ora è il mio turno di rifugiarmi tra le sue braccia amorevoli.

Le lacrime trattenute da due giorni, mi inondano il viso senza limite di continuità.

"Stella piantala di frignare e reagisci!"sussurra per non farsi sentire da mia figlia.
"Quel figlio di puttana, che disgraziatamente ti ho fatto conoscere io, ha bisogno di una bella lezione. Eleonora ha ragione...ti ha sempre rinfacciato di avergli rovinato la vita ed ora è deciso a renderti la pariglia facendo leva sull'amore che, solo tu, nutri per vostra figlia. Fa del male a lei per far soffrire te".

Siedo su uno sgabello della penisola e appoggio la fronte sul ripiano in granito.

"Sto cominciando ad odiarlo con tutto il cuore e...sono spaventata...dalla sua cattiveria...non capisco dove voglia arrivare, cosa voglia ottenere. I soldi che mi aveva lasciato papà, li ha bruciati giocando alle slot...per fortuna la casa è intestata a me altrimenti si sarebbe giocato pure questa" sospiro affranta, le lacrime esaurite.
"È grazie a te che ho un lavoro..." mi do una manata in fronte...il lavoro...come ho fatto a dimenticarlo.
"A proposito... Roberto ha concluso l'accordo con ...gli austriaci?

La mia seconda possibilitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora