Capitolo 32

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Che succederà ora che Sabrina si ritrova sola in mezzo al deserto? E chi è che l'ha rapita?



Sabrina POV.

Sono passati dieci giorni, dieci lunghi giorni in cui non ho visto nessuno se non la ragazza che mi porta da mangiare e in cui non ho messo piede fuori dalla tenda. Hanno smesso di drogarmi dopo una settimana, forse perché hanno capito che non sarei fuggita. Almeno non prima di aver capito dove sono.

- Buongiorno-

Osservo l'entrata della tenda e sorrido alla mia nuova amica o dovrei dire unica amica.

- Ti ho portato la colazione e un abito. Indossalo. Il capo vuole vederti –

Aggrotto la fronte.

- Cosa vuole? –

- Non sta a me dirlo. L'unico consiglio che posso darti è quello di mostrarti sottomessa e umile. Non sfidarlo e andrà tutto bene –

Sospiro.

- Grazie-

- Di nulla. Io sono dalla tua parte. Hai salvato tante donne con il tuo centro. Avrei voluto che si salvasse anche mia sorella minore, ma ormai è troppo tardi –

- Perché? Quando me ne andrò da qui potrei aiutarla. Dove è? –

Scuote la testa.

- È morta. Suo marito l'ha uccisa spaccandole la testa contro il muro di pietra della loro camera da letto. Aveva dodici anni, ancora una bambina. Lui trenta. Come è normale che sia, Kadira non ha voluto sottomettersi agli abusi sessuali del marito. Che si è infuriato e ha iniziato a sbatterla contro il muro. Non credo volesse ucciderla, ma era in preda all'ira e il suo onore di uomo era stato messo in discussione. Quando è tornato in sé era troppo tardi per aiutarla. L'hanno seppellita ed è finita lì –

- Mi dispiace –

Scuote la testa.

Mangia e poi vestiti. Non ama che lo si faccia attendere.

Mi rimangio la rispostaccia, mangiando velocemente. Quando vedo il "vestito" faccio una smorfia. È un burqa completo. Si vedranno solo gli occhi.

Sospiro, infilandomelo.

Non ho intenzione di provocarli in nessun modo.

Poco dopo la ragazza torna per accompagnarmi nella tenda del capo. Il sole mi acceca dopo tutto questo tempo passato dentro la tenda, ma sono felice di indossare una abito che copra tutto di me, tranne gli occhi, visto che sembra che tutti gli uomini abbiano gli occhi puntati su di me.

Ci dirigiamo verso la tenda più grande dove due guardie sono stazionate all'entrata.

Wow. Ci sentiamo importanti eh?

Le guardie aprono la tenda, facendoci passare. Mi ritrovo dentro una tenda che non ha nulla da invidiare a quella di Rashid. A quanto pare la povertà è solo per il popolo. I leader non la provano neanche di striscio.

Osservo la ragazza accanto a me inginocchiarsi e posare la testa sul pavimento, in segno di sottomissione.

Aggrotto la fronte, perplessa. Con la pancia che mi ritrovo non ho nessuna intenzione di abbassarmi.

Sento sghignazzare.

Sollevo lo sguardo e incontro quello di un uomo avvolto in vesti tradizionali. Il suo sguardo mi squadra da capo a piedi fermandosi sul mio ventre.

- A quanto pare mio cugino ha fatto il suo dovere –

Sgrano gli occhi.

Cugino? Oh, cielo! Prima il fratellastro e ora il cugino? E poi si lamentano delle famiglie americane?

- Lasciaci –

La ragazza esce, lasciandomi sola con il mio rapitore.

- Spero che la nostra accoglienza sia stata di tuo gradimento. Degna di una regina. Straniera, ma sempre regina –

- Non posso assolutamente lamentarmi. Soprattutto la parte in cui sono stata drogata –

Ridacchia.

- È stato necessario. Immaginavo che non saresti stata buona e tranquilla, almeno sino a quando non avresti preso coscienza della tua situazione –

Rimango in silenzio.

- Non hai domande? –

- Risponderesti? –

Si stringe nelle spalle.

- Perché no? –

- Hai pregato per la salvezza della tua anima? Perché non penso che Rashid ti dia il tempo di dire le tue preghiere quando ti troverà-

Scoppia a ridere.

- Ora capisco perché mio cugino si sia innamorato di te e sia disposto a creare uno scandalo per averti accanto –

- Scandalo? Ti riferisci ai quattro caproni che ostacolano il suo matrimonio? –

- Hai una lingua che ferisce, ragazza –

- Saresti stupito di vedere cosa so fare con un coltello –

Sorride.

- Oh, non temere. La tua fama ti ha preceduta –

Aggrotto la fronte.

- Fama? –

- Hai quasi decapitato una delle donne che il Consiglio aveva mandato affinché mio cugino si ravvedesse e sposasse una brava mussulmana –

Sbuffo.

- Non l'ho quasi decapitata. Volevo solo spaventarla –

- Ci sei riuscita. L'hai mandata da uno psicologo a vita-

- Almeno è fuori dai piedi-

- Divorzia da mio cugino e domani stesso potrai tornare dalla tua famiglia in America. Non ci saranno conseguenze. La legge prevede che una donna possa divorziare dal proprio marito e tu non sei mussulmana. L'America sarà felice di riprenderti –

- Sarà felice di avere un arma per screditare l'Emiro che tanto gli dà fastidio –

- Intelligente oltre che bella. Sono quasi dispiaciuto di non poterti sposare io –

- Sono impegnata, grazie –

- Cosa rispondi? –

- No grazie –

Sorride un sorriso che non arriva agli occhi.

- Lo immaginavo. Dovrò essere più convincente –

Un brivido mi corre lungo la schiena.

- Per il momento puoi andare. La prossima volta che ti chiamerò al mio cospetto, spero che mi darai la risposta che desidero –

- I desideri non si avverano, almeno che non ti chiami Cenerentola e non hai una fata madrina –

Lo vedo sgranare gli occhi.

Sorrido, avviandomi verso l'uscita.

- Non mi si da le spalle! –

Mi fermo, voltandomi appena.

- Io sono la Regina – Dichiaro, voltandomi e uscendo dalla tenda.

Arabian Night (completa) Serie Amore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora